Libri di Oliviero La Stella
Mira
di Oliviero La Stella
editore: Fazi
pagine: 205
È mattina. Sulla terrazza della villa decorata da statue fintoromane il commendator Auro Baciocchi sorseggia il caffè e osserva preoccupato il suo regno: Mobil Land, ipermercato del mobile. Ottomila metri quadrati di capannoni che si estendono ai bordi della Statale alla periferia di Roma. Tra qualche ora, su quella stessa strada, inizierà il suo turno di lavoro Mira, occhi grigio-verdi e capelli neri; ma per i suoi clienti è Jenny, come la ragazza dagli occhi blu e i capelli color grano della canzone di Laura Pausini. Mentre Auro assiste tristemente al crollo della sua azienda, scoprendosi stanco relitto di un'imprenditoria alla Brancaleone, quando un mobiliere poteva andare in TV con mantello di ermellino e corona di latta in testa a vendere sogni di consumo alla gente, Mira i suoi sogni se li tiene ben stretti.
Francesco Ippoliti. Un anarchico abruzzese agli inizi del Novecento
di Oliviero La Stella
editore: Ianieri
pagine: 64
Francesco Ippoliti, era nato il 12 febbraio 1865 da Silverio Ippoliti, un piccolo proprietario terriero, e da Rachele Ottavi. Compì gli studi a Napoli dove si laureò in Medicina e Chirurgia. Qui si formò in un'atmosfera repubblicana e positivista, per abbracciare successivamente la dottrina anarchica del socialismo, manifestando idee anarchiche in corrispondenza col noto anarchico di Roma Temistocle Ponticelli. Determinante, per la sua formazione politica, fu il rapporto con Monticelli, figura di rilievo nella storia del movimento anarchico italiano e il marchigiano Ottorino Manni con il quale strinse amicizia. Divenne "il medico dei poveri". Si dedicò infatti ad assistere soprattutto la povera gente, dalla quale non pretendeva alcun pagamento. Il Principe Torlonia, prosciugando il Fucino, il terzo lago italiano quanto a grandezza, strappò dalle acque fece 16.000 ettari di terreni da coltivare, istituendo un suo feudo e governato secondo regole medievali, sostenuto dal clero e dalle forze dell'ordine corrotte. Ippoliti, rappresentò il vero spirito della rivolta, incitando i contadini alla ribellione del "regime feudale" nei movimenti di lotta contro lo sfruttamento del loro lavoro. Francesco Ippoliti, morì solo e dimenticato il 7 gennaio del 1938. Abbracciò l'anarchia e fu francescano al tempo stesso, anche se non uomo di fede. Decise di spogliarsi di ogni bene, per essere coerente con la sua scelta: "Povero fra i poveri, per non essere complice".