Libri di Paolo Colagrande
Fídeg
di Paolo Colagrande
editore: Einaudi
pagine: 232
Una radiografia al vetriolo della letteratura italiana, con i suoi tic e miti, le sue idiosincrasie e psicosi
La vita dispari
di Paolo Colagrande
editore: Einaudi
pagine: 281
Buttarelli legge il mondo come un libro a cui mancano le pagine pari o, se ci sono, rimangono indecifrabili
Senti le rane
di Paolo Colagrande
editore: Nottetempo
pagine: 336
Al tavolino di un bar, Gerasim racconta a Sogliani la storia di un terzo amico seduto poco più in là, ed è una storia molto avventurosa. Ebreo convertito al cattolicesimo per chiamata divina, Zuckermann prende i voti e diventa "il prete bello" di Zobolo Santaurelio Riviera, località balneare di "fascia bassa": agli occhi dei fedeli passa per un santo, illuminato, alacre e innocente. Ma un pomeriggio di fine estate, mentre intorno al suo nome diventano sempre più insistenti le voci di miracoli, a Zuckermann si offre la visione della Romana, la figlia diciassettenne di due devoti parrocchiani. Da lì in poi, fra pallidi tentativi di espiazione, passioni e gelosie, cui fanno da contrappunto le vaneggianti digressioni di Gerasim e Sogliani, dall'Uomo vitruviano agli etologi fiamminghi, dagli asceti di Costantinopoli all'Ikea, da Rossella O'Hara all'olio di nespolo babilonese, lentamente si consuma una tragedia sentimentale che travolge l'intera comunità e trova il suo epilogo in riva a un fosso...
Kammerspiel
di Paolo Colagrande
editore: Alet Edizioni
pagine: 280
La situazione ormai è critica: i figli costano, gli amici straparlano, i soldi scarseggiano, l'Emilia è di nuovo incinta, l'ec
Fìdeg
di Paolo Colagrande
editore: Alet Edizioni
pagine: 208
Durante una cena a base di coniglio in umido e vino rosso con la schiuma in compagnia di celebri scrittori, Bisi, articolista freelance e aspirante scrittore frustrato, accoglie con entusiasmo l'idea di una rivista letteraria intitolata "La tubatura". La sua fervida fantasia lo porta subito a immaginare un articolato schema idraulico, completo di wc e omini serafici in cima ai tubi, intenti a produrre letteratura. Come dire che la rete fognaria rappresenta il mercato editoriale in cui confluisce tutta la produzione letteraria. Però il dattiloscritto di Bisi, il lavoro di una vita, anziché nella fogna finisce al macero: la Storia degli Eroi di pace e di guerra da Garibaldi ai giorni nostri, chiuso nel baule di una Punto Van, è dimenticato in un autolavaggio e quindi distrutto. Bisi non demorde e si decide per la riscrittura, svolazzando tra dolce stilnovo, Mina, Kundera, Calvino, Sandro Veronesi, Umberto Eco. Ma perché scrivere di eroi, oggi, fìdeg? Meglio la figura dell'antieroe, più novecentesca e "alla Bisi". Dissacrante e implacabile, Bisi spalanca una a una le porte dietro cui si celano gli scheletri della società contemporanea; ne esce una radiografia al vetriolo della letteratura italiana, con i suoi tic e miti, le sue idiosincrasie e psicosi.