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Libri di Patrick J. Geary

In principio erano le donne. Miti delle origini dalle Amazzoni alla Vergine Maria

di Patrick J. Geary

editore: Carocci

pagine: 118

Come sono state raffigurate le donne nelle opere degli autori antichi e medievali? Quale ruolo è stato loro attribuito (o non
14,00

Il mito delle nazioni. Le origini medievali dell'Europa

di Patrick J. Geary

editore: Carocci

pagine: 196

La vera storia delle nazioni che hanno popolato l'Europa nell'Alto Medioevo non comincia nel secolo VI, bensì nel XVIII. Ciò non significa negare che in passato sia esistito un sentimento nazionale o di identità collettiva. Ma il clima intellettuale permeato di nazionalismo e gli scontri politici del secolo XVIII e del XIX hanno trasformato il nostro modo di vedere i gruppi sociali e politici al punto da rendere impossibile una visione "oggettiva" di ciò che furono le categorie sociali nell'Alto Medioevo. Proprio partendo da queste considerazioni, Geary ripercorre il tema dell'identità delle popolazioni barbariche e delle sue varie declinazioni in rapporto alla tradizione politico-istituzionale, giuridica e letteraria dell'Antichità classica e cristiana, in quei secoli cruciali che vanno dalla "caduta" dell'impero romano all'incoronazione di Carlo Magno. Dalle pagine del Mito delle nazioni - saggio storico e metodologico ad un tempo, ma soprattutto atto d'accusa contro ogni manipolazione della storia - emerge un'Europa medievale continuamente rimodellata dalle conquiste e dalle migrazioni, un'Europa multiculturale ante litteram, su cui si infrangono le rivendicazioni identitarie e i particolarismi religiosi e linguistici anche di molti politici contemporanei. Prefazione di Giuseppe Sergi.
12,00

Furta Sacra

La trafugazione delle reliquie nel Medioevo (secoli IX - XI)

di Patrick J. Geary

editore: Vita e pensiero

pagine: 208

Obbligatorie per gli arredi degli altari, necessarie per i giuramenti in tribunale, efficaci in battaglia se incastonate sull’impugnatura della spada, le reliquie dei santi e martiri cristiani occupano un posto di grande rilievo nell’immaginario dell’uomo medievale. Il loro culto non riguarda solo le classi meno colte, ma attraversa strati eterogenei della società, coinvolgendo vescovi e regnanti, monaci e contadini, ne caratterizza il peculiare senso del sacro. Il fenomeno è attestato, nell’agiografia medievale, dai genere dei furta sacra, racconti di traslazioni di reliquie, in vario modo trafugate da un luogo all’altro in tutta Europa. Lungi dall’essere condannati questi furti ricorrenti, reali o presunti, vengono invece pienamente giustificati, accolti dal plauso delle comunità di destinazione (monasteri, città, chiese) che del possesso delle reliquie rubate si facevano vanto Rilette da Geary con l’attenzione propria dello storico e con spirito critico, tali narrazioni, popolate da inconsueti protagonisti (religiosi, mercanti, trafficanti professionisti, ladri vagabondi), contribuiscono a delineare con maggiore chiarezza il quadro complesso e variegato del mondo medievale. In particolare, la ricerca si sofferma sul periodo compreso tra il IX e XI secolo, il cosiddetto «Medioevo centrale», poiché proprio allora il fenomeno appare più che mai vivo e diffuso, segnale di un delicato momento di transizione. Alla fine del IX secolo, mentre le strutture centralizzate del governo carolingio vacillavano di fronte al crescente potere dell’aristocrazia locale e regionale, istituzioni e comunità laiche ed ecclesiastiche dovettero cercare altrove sostegno e protezione. Ai santi vennero così attribuiti i compiti di un sistema politico e sociale che andava sgretolandosi. Le loro reliquie divennero non solo un riferimento religioso, ma addirittura un mezzo di protezione da temute vessazioni e una fonte di sostentamento economico. Baluardo contro miriadi di mali fisici, materiali e spirituali, esse sembravano poter offrire risposte a un universo spesso incomprensibile. In seguito, tali funzioni sarebbero state svolte da altri poteri, sacri e profani, al termine di un processo che vide l’ampliarsi degli orizzonti culturali, il rafforzamento delle istituzioni politiche, lo sviluppo dell’economia. Le reliquie e il culto a esse legato raggiunsero il culmine della propria importanza proprio in tale processo di crisi e riorganizzazione che avrebbero dato origine alle strutture del basso Medioevo, e da lì il mondo moderno, esercitando così un ruolo tutt’altro che secondario nella formazione dell’universo culturale della futura Europa.
15,50

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