Libri di Pietro Aretino
Opere religiose
di Pietro Aretino
editore: Salerno
pagine: 800
Nel 1551-1552 Pietro Aretino pubblicò a Venezia la riedizione delle sue opere religiose in due volumi dedicati a papa Giulio I
Teatro comico
di Pietro Aretino
editore: Guanda
pagine: 700
Il corpus comico aretiniano - tra i più rilevanti del teatro rinascimentale italiano per varietà tematica e sperimentazione stilistica - abbraccia un lungo arco cronologico, toccando fasi diverse della vicenda letteraria ed esistenziale dell'autore. Le commedie presentate in questo volume segnano il traumatico distacco dall'ambiente romano negli anni immediatamente precedenti il Sacco del 1527: si tratta della "Cortigiana", composta nel 1525 a Roma e poi radicalmente riscritta quasi dieci anni dopo a Venezia in vista della stampa, e del "Marescalco", in cui precipitano le esperienze vissute alla corte gonzaghesca di Mantova, presso la quale Aretino soggiornò tra il 1525 e il 1527.
Operette politiche e satiriche
di Pietro Aretino
editore: Salerno
pagine: 493
Dopo le sei giornate dei dialoghi della Nanna (1534 e 1536), a distanza di pochi anni e ancora nella libera Venezia Pietro Aretino mette a punto altri due scritti che sfruttano l'impianto dialogico, il Ragionamento de le Corti (1538) e il Dialogo del giuoco (1543), testi finora relegati in una relativa marginalità eppure meritevoli di considerazione, e non solo per la tensione linguistica e stilistica che li attraversa. Il Ragionamento porta a perfetto compimento l'aspra critica dell'istituto corte, secondo modalità di scrittura consuete per il Flagello, mentre al contempo mira, in maniera sottile e con una strategia resa cauta dalla posta in gioco, a inserirsi all'interno del dibattito politico suscitato dal convegno che nel 1538 vide riuniti a Nizza l'imperatore Carlo V, il re di Francia Francesco I e il papa Paolo III, ovvero i rappresentanti delle maggiori corti della cristianità. Dentro le mura amiche del giardino di Francesco Marcolini quattro interlocutori si confrontano sul tema della corte e della vita cortigiana; con il risultato che a appena dieci anni dalla pubblicazione del Cortegiano di Castiglione si avvia una riflessione che tenta di incrinare il modello già classico della corte e quello del cortigiano. Percepito da subito in stretta connessione con il Ragionamento, il Dialogo è frutto della conoscenza dettagliata della passione per il gioco delle carte dimostrata da figure di primo piano dello scenario cinquecentesco cosi come da personaggi semi-sconosciuti.
Operette politiche e satiriche
di Pietro Aretino
editore: Salerno
pagine: 389
Aretino e Pasquino rappresentano un'endiadi apparentemente indissolubile. Malgrado le ampie zone d'ombra che gravano sulle prime esperienze romane dello scrittore e sul costituirsi della sua vocazione di poeta satirico, la sua fama è saldamente legata ai testi pasquineschi prodotti in occasione del conclave del 1521, da cui uscì papa Adriano VI. Molto prima del progetto dei libri di Lettere, i testi poetici e prosastici di argomento politico costituiscono per l'autore uno strumento efficace di intervento nella scena contemporanea. Si tratta di una pratica che, pur sottoposta a inevitabili trasformazioni nei modi, non viene sostanzialmente mai meno nell'arco di circa un quarantennio. Proprio la natura "anonima" del codice satirico-pasquinesco rende talvolta controversa l'attribuzione dei singoli componimenti; da testimonianze coeve sappiamo come ciò si verificasse anche per gli intrinseci di Pietro. Ciò che non perde tuttavia di evidenza dal 1521, negli anni convulsi successivi al Sacco di Roma, fino al periodo contrassegnato dall'avvio dei lavori del Concilio di Trento e dall'affermarsi dell'egemonia spagnola, è la volontà aretiniana di confrontarsi con gli interlocutori più prestigiosi del suo tempo. È vero che le testimonianze ci consegnano l'immagine di una pratica che tende a ritrarsi in spazi privati, abbandonando i testi di ampio respiro con i quali il giovane Pietro si illudeva di ritagliarsi un ruolo nel gioco politico internazionale...
Opere religiose: Vita di Maria Vergine-Vita di Santa Caterina-Vita di Tommaso d'Aquino
di Pietro Aretino
editore: Salerno
pagine: 734
Con i tre scritti di materia agiografica qui raccolti, Pietro Aretino chiude la stagione delle opere religiose nel segno della committenza di Alfonso d'Avalos, marchese del Vasto e governatore di Milano. Dopo i Salmi, l'Umanità di Cristo e il Genesi (riuniti nel primo tomo di questo stesso volume), le Vite di Maria Vergine, di santa Caterina d'Alessandria e di san Tommaso d'Aquino costituiscono, oltre che l'estremo e illusorio assalto alla porpora cardinalizia, anche lo strumento, talora sottilmente ricattatorio, per sollecitare la corresponsione delle rate della pensione che Aretino vanta sulle casse milanesi. Composte e date alle stampe in successione nello stretto giro di anni che va dal 1539 al 1543, le Vite rappresentano uno snodo fondamentale nel percorso di ricerca stilistica ed espressiva su cui Aretino ha orientato la riscrittura della materia sacra sin dalle prime parafrasi bibliche. Lo scopo primario resta quello di coinvolgere emotivamente il lettore, restituendo alla sensibilità e al gusto cinquecenteschi alcuni momenti topici della storia religiosa; ma differente è qui la declinazione degli espedienti artistici adoperati nella narrazione degli eventi sacri. Il patetismo a tinte forti, il descrittivismo pittorico e l'impiego diffuso della similitudine assumono nelle agiografie una coloritura peculiare che si vena per larghi tratti delle tonalità più cupe dell'ascetismo, il tutto sempre all'interno di una trama retorica energicamente strutturata.
Cortigiana (1525-1534)
di Pietro Aretino
editore: Salerno
pagine: 416
L'opera, in cinque atti, si regge sulle burle dell'astuto maestro Andrea ai danni di un aspirante cardinale senese, e quelle arrecate a Parabolano, giovane napoletano innamorato di una nobildonna romana che, raggirato dal servitore Rosso, passerà invece la notte con una fornaia. Ma la trama non è più che un pretesto: Pietro Aretino, con un'ironia beffarda, irridente e dissacratoria, denuncia le bassezze, l'ipocrisia e le contraddizioni della corte romana. Fitti rinvii all'attualità, accenni pasquineschi a questa e a quella personalità pubblica fanno di Roma e della sua quotidianità la vera protagonista della commedia, e proprio in questo sta la forza e la modernità dell'opera. La commedia ha un ritmo vivace anche grazie all'uso della lingua letteraria ricalcata sul parlato, teatralmente efficace, concreta e nel contempo ricca di allusività. Il volume raccoglie la prima (1525) e la seconda (1534) stesura dell'opera, precedenti alla censura dell'Indice.
Coloquio de las damas. Dialogo
editore: Salerno
pagine: 237
Prima che l'opera omnia di Pietro Aretino venisse messa all'Indice, nella seconda metà del Cinquecento, la fama dello scrittor
Ragionamento-Dialogo
di Pietro Aretino
editore: Garzanti
pagine: 555
La fama di Aretino - che sperimentò molti generi letterari e fu critico d'arte apprezzato - è legata ai dialoghi delle prostit
Lettere
di Pietro Aretino
editore: Salerno
pagine: 532
L'opera presenta il 6° volume dell'epistolario di Pietro Aretino, a stampa per l'ultima volta nel 1609. Geniale interprete della realtà in cui visse, l'Aretino fu inventore di un vero e proprio genere letterario, quello epistolografico. Scrittore prolifico, infaticabile amante, acerrimo nemico e complice di papi, re, imperatori e notabili, con le sue Lettere egli crea e rinsalda il mito di se stesso incarnando la figura dell'intellettuale mondano e sprezzante, pronto a rivolgere liberamente la sua penna contro i potenti.