Libri di Rabindranath Tagore
La felicità interiore
di Rabindranath Tagore
editore: Armando editore
pagine: 128
In questo denso saggio l'autore di sublimi sillogi, quali Il Giardiniere e Gitanjali, grazie a cui ha ottenuto il Premio Nobel
Gitanjali
di Rabindranath Tagore
editore: Armando editore
pagine: 80
Sono passati 80 anni dalla morte di Rabindranath Tagore e il suo pensiero rimane ancora fortemente attuale
La casa e il mondo
di Rabindranath Tagore
editore: Fazi
pagine: 240
All'alba del ventesimo secolo, lo Stato del Bengala è la culla del movimento indipendentista indiano contro la dominazione bri
La civiltà occidentale e l'India
di Rabindranath Tagore
editore: Bollati Boringhieri
pagine: 288
Rabindranath Tagore, oltre ad essere universalmente ritenuto uno dei maggiori poeti lirici di ogni tempo, ha avuto grande fama
Gitanjali. Con testo Bengalese a fronte
di Rabindranath Tagore
editore: La vita felice
pagine: 367
Gitanjali, che significa "offerta di canti", è una raccolta di poesie scritte originariamente in lingua bengalese, tra il 1906
Verso l'altra riva
di Rabindranath Tagore
editore: Lindau
pagine: 92
L'uomo vive nel tormento di una ricerca senza fine: mentre si affanna per capire il senso della propria esistenza e inseguire
Gitanjali. Canti in offerta. Testo inglese a fronte
di Rabindranath Tagore
editore: Demetra
pagine: 256
Genio versatile, carismatico, sempre in anticipo sui tempi, Tagore lanciò un messaggio universale ancora oggi di grande intere
Il canto della vita
di Rabindranath Tagore
editore: Guanda
pagine: 208
"Il canto della vita" è un'antologia che raccoglie i versi più significativi di Tagore composti sui temi a lui più cari: la vi
Petali sulle ceneri. Poesie d'amore
di Rabindranath Tagore
editore: Guanda
pagine: 110
Da uno degli scrittori più rappresentativi dell'India moderna, una raccolta poetica dedicata all'amore: per Dio, per la Natura, ma soprattutto per una donna, intensamente desiderata e poi drammaticamente perduta.
Oriente-Occidente
di Rabindranath Tagore
editore: Medusa Edizioni
pagine: 65
Nel primo dei due testi che compongono questo volume, una conferenza agli studenti giapponesi del 1916, al culmine della notorietà concessagli in quanto primo premio Nobel di lingua orientale, Tagore si concede un'osservazione singolare: "Pensavo che non sarei stato in grado di vedere il Giappone così come è, ma avrei dovuto accontentarmi di vedere il Giappone che assume un orgoglio acrobatico nell'apparire violentemente qualcos'altro". Ma questo è l'Occidente!, ci viene voglia di esclamare. Anch'esso, per quanto molto più prosaicamente, vuole apparire violentemente qualcos'altro, e con quanta maestria e dispiego di potenza e forza! Solo che il Giappone lo fa, secondo Tagore, perché vuole imitare l'Occidente, e non solo superficialmente negli oggetti, negli apparati e nelle forme esteriori, ma appropriandosi, pericolosamente, della forza motrice della civiltà occidentale "come sua propria". Da questo punto di vista il Giappone sarebbe più occidentale dell'Occidente stesso, perché assumendo come interpretazione propria ciò che è particolare di un'altra civiltà, non farebbe altro che perpetuare l'errore occidentale di muoversi solo nella foga inesausta di organizzare, disporre e distribuire la forza e i suoi elementi nella postura della conquista e del dominio.