Libri di Rosella Postorino
Mi limitavo ad amare te
di Rosella Postorino
editore: Feltrinelli
pagine: 352
Si esiste interi solo prima di nascere
Io, mio padre e le formiche. Lettera ai ragazzi sui desideri e sul domani
di Rosella Postorino
editore: Salani
pagine: 112
«Il 15 giugno di tre anni fa, in una piazza del Campo affollatissima, da un palco lessi il mio discorso d'augurio ai neolaurea
Tutti giù per aria
di Rosella Postorino
editore: Salani
pagine: 144
Tina non sa cosa le è saltato in mente quel pomeriggio, quando ha accettato di giocare a pallavolo con i compagni
Il corpo docile
di Rosella Postorino
editore: Feltrinelli
pagine: 256
Non da tutti i nidi si può vedere il cielo, non tutti i nuovi nati hanno questo privilegio
Le assaggiatrici
di Rosella Postorino
editore: Feltrinelli
pagine: 288
La prima volta che entra nella stanza in cui consumerà i prossimi pasti, Rosa Sauer è affamata
L'estate che perdemmo Dio
di Rosella Postorino
editore: Feltrinelli
pagine: 336
Ci sono luoghi che sono condanne, che lasciano nelle ossa il peccato dell'origine, come Nacamarina, paese meridionale affaccia
Tutti giù per aria
di Rosella Postorino
editore: Salani
pagine: 144
Tina non sa cosa le è saltato in mente quel pomeriggio, quando ha accettato di giocare a pallavolo con i compagni
La stanza di sopra
di Rosella Postorino
editore: Feltrinelli
pagine: 203
Una città di provincia, una casa in cima a una scalinata, una stanza al piano di sopra, dove c'è un uomo, immobilizzato in un
Le assaggiatrici
di Rosella Postorino
editore: Feltrinelli
pagine: 285
La prima volta che entra nella stanza in cui consumerà i prossimi pasti, Rosa Sauer è affamata
Il corpo docile
di Postorino Rosella
editore: Einaudi
pagine: 231
Milena è nata in galera e lì è vissuta fino a tre anni
L'estate che perdemmo Dio
di Postorino Rosella
editore: Einaudi
pagine: 344
Salvatore Silvestro, il padre
Il mare in salita. Da Sanremo a Dolcedo passando per i bricchi
di Rosella Postorino
editore: Laterza
pagine: 179
La Riviera dei Fiori è un corteo di paesi lungo una strada a picco sul mare, l'Aurelia, dove si vive in apnea aspettando l'estate. È una cascata di borghi aggrappati alle colline, stesi al sole come lucertole, in procinto di scivolare. Case addossate come squame di una pigna, grovigli di carugi, cattedrali di ulivi: per conquistare la cima non puoi avere fretta, devi imparare a respirare. È Sanremo con la sua mitologia dei fiori come una storia d'amore finita. È il Festival come un'ostinata speranza. È Oneglia con le ciminiere dismesse in riva al mare, Dolceacqua con la sua bellezza minerale, Apricale con le raffiche di luce. Triora con le pareti d'ardesia a intrappolare streghe. La Riviera dei Fiori sembra l'Italia: ci sono il cemento, le alluvioni, la 'ndrargheta, l'emergenza rifiuti, i ghetti albanesi e nordafricani. Ma è più dell'Italia: è un racconto apocalittico, risorgimentale, un racconto della Resistenza, una fiaba. La Riviera dei Fiori non assomiglia a niente, perché è un mondo pensato in verticale.