Libri di Sergej M. Ejzenstejn
Walt Disney
di Sergej M. Ejzenstejn
editore: Castelvecchi
pagine: 137
Nel 1940, mentre lavorava al Metodo, la sua opera teorica più ambiziosa in cui si sarebbe occupato di quello che definiva il C
La corazzata Potëmkin. Un film di S. ?jzenstejn. 2 DVD
di Sergej M. Ejzenstejn
editore: Cineteca di bologna
Memorie e appunti di cinema e di vita
di Sergej M. Ejzenstejn
editore: Ghibli
pagine: 147
Dal "montaggio delle attrazioni" alla teoria del "cine-pugno", il cinema di Eisenstein ha sempre avuto un scopo principale: quello di scuotere lo spettatore dal suo torpore e stimolarlo a partecipare attivamente alla comprensione - e talvolta alla ricomposizione - di quanto stesse avvenendo sotto i suoi occhi durante lo svolgimento della pellicola cinematografica. In questa autobiografia Eisenstein, considerato da molti il più grande teorico del cinema, racconta i film che ha diretto e quelli che non ha potuto realizzare e raccoglie le sue osservazioni sulla settima arte e le sue tecniche espressive. Una perla per tutti i veri cinefili, ricca di materiale fotografico e schizzi originali di Eisenstein, il cui autentico protagonista è il cinema quale espressione pura ed efficace strumento socio-politico.
Il montaggio
di Ejzenstejn Sergej M.
editore: Marsilio
Dopo l'ampia ricognizione sistematica sul principio del montaggio presentata nel precedente volume delle Opere scelte (la "Teo
Sulla biomeccanica. Azione scenica e movimento
di Sergej M. Ejzenstejn
editore: Armando editore
pagine: 128
Diderot e il demone dell'arte
editore: Mimesis
pagine: 245
L'orizzonte della riflessione estetica di Diderot, con particolare riferimento alle arti della rappresentazione, al teatro e alla pittura, è stato oggetto nella seconda metà del Novecento di una serie di letture critiche che hanno colto nell'opera del grande enciclopedista uno snodo decisivo per la formazione di uno sguardo estetico della modernità, capace di dialogare con le istanze contemporanee che attraversano gli studi di cultura visuale, le svolte metodologiche della storia e della critica d'arte novecentesche (Fried, Marin. Arasse), la riflessione sulla rappresentazione teatrale e sul ruolo dell'attore (Szondi, Barthes, Ejzenstejn) così come l'interrogazione nei confronti del soggetto e del linguaggio rivolta dal pensiero filosofico contemporaneo (Lyotard, Lacoue-Labarthe). Dall'incontro fra il Novecento e Diderot, qui ricostruito attraverso una selezione di saggi per lo più inediti in italiano, emerge l'immagine di un pensatore al tempo stesso a noi prossimo e distante, capace di parlare alla contemporaneità con forza attraverso la polifonia della sua scrittura, l'apertura alle differenze e alla molteplicità dei saperi e dei discorsi che rendono i suoi testi degli organismi ibridi, dei mostri testuali capaci di dare voce alla "parola degli altri" (Starobinski), come di intercettare e catturare nelle maglie della scrittura le immagini del suo tempo, mettendo in opera un esercizio dello sguardo che lavora negli interstizi fra il visibile e il dicibile.
Memorie
di Ejzenstejn Sergej M.
editore: Se
pagine: 166
Nel febbraio del '46 ebbi un attacco di cuore
Memorie
La mia arte nella vita
di Ejzenstejn Sergej M.
editore: Marsilio
pagine: 716
Scritte negli ultimi due anni di vita, le "Memorie" sono una raccolta di informazioni sull'infanzia e l'adolescenza di Ejzenst
Quaderni teatrali e piani di regia (1919-1925)
di Ejzenstejn Sergej M.
editore: Rubbettino
pagine: 359
Il libro raccoglie quanto di nuovo è stato recentemente pubblicato in Russia degli scritti sul teatro del regista sovietico Se
Charlie Chaplin
di Sergej M. Ejzenstejn
editore: Se
pagine: 132
Iniziato da Sergej M. Ejzenstejn nel 1937, "Charlie the Kid", qui presentato con altri due brevi testi del grande regista su Charlie Chaplin, avrebbe dovuto far parte di un libro incompiuto, "Metodo", insieme a studi sulla fruizione dell'opera d'arte, sul cinema di David W. Griffith e sul "grande artista e maestro" Walt Disney, saggio, quest'ultimo, edito da SE nel 2004. Il saggio è un omaggio a Chaplin, che Ejzenstejn ebbe modo di conoscere nella sua sfortunata esperienza cinematografica in America nel 1930, e verso cui il regista nutrì per l'intera vita un affetto profondo e una stima senza confini.