Libri di Stanislao Porzio
Cibi di strada. Il Sud. Italia meridionale, Lazio, Abruzzo, isole
di Stanislao Porzio
editore: Guido tommasi editore-datanova
pagine: 208
Sapete cos'è il peperone crusco? Il possibile snack del futuro
Cibi di strada. Italia del nord, Toscana, Umbria, Marche
di Stanislao Porzio
editore: Guido tommasi editore-datanova
pagine: 287
I cibi di strada sono un concentrato di sapori semplici, netti, antichi. Li trovi sempre dietro l'angolo. Ti nutrono a basso costo. Se sei del posto, ti mettono in contatto fisico con la tua identità. Se non fai parte della comunità, raccontano ai tuoi sensi la sua cultura. La vera discriminante rispetto a quello che offre un ristorante-ristorante riguarda il tempo e l'informalità: i cibi di strada si consumano rapidamente e spesso con le mani. A differenza del fast food, però hanno una storia da raccontare. Una storia di persone, non di tempi-procedure-metodi. Parlando di farinata, focacce, piadine, l'autore cerca di raccontare anche le persone incontrate e i luoghi visitati, perché il cibo ha molto meno sapore se viene separato da chi lo produce e dal luogo di origine.
Il panettone. Storia, leggende, segreti e fortune di un protagonista del Natale
di Stanislao Porzio
editore: Guido tommasi editore-datanova
pagine: 227
Tutti sanno che cos'è, tutti l'hanno assaggiato e continuano a ripetere lo stesso rito ogni dicembre. Il panettone sembra non avere segreti: la sua massiccia diffusione da supermercato uccide quel senso di mistero dal quale di solito nasce la curiosità. Invece, il compagno fisso del Natale serba non poche sorprese per chi ama andare oltre il primo morso. L'autore si propone di saziare gli appetiti cultural-gastronomici sul dolce natalizio di Milano, facendo luce sulle sue origini, su che cosa queste hanno a che fare con un aiutante del cuoco di Ludovico il Moro, con un giovane falconiere della casata Atellani, con una suora di nome Ughetta. E, siccome le leggende sono interessanti, ma la storia è un'altra cosa, qui si svela anche quando è nata l'usanza del "pane grande", quando ha cominciato a chiamarsi panettone e si enumerano le ipotesi sul perché. Anche il panettone di oggi, nonostante si mostri impudicamente agli sguardi in tutte le vetrine natalizie, ha i suoi lati misteriosi da indagare. Per esempio, perché, contrariamente ad altri dolci, non si prepara mai in casa; come funziona la sua produzione nelle grandi aziende; quali sono i suoi maestri indiscussi nell'ambito della pasticceria artigianale e come fanno a conferire alle loro creature quella lievitazione e quella morbidezza che ne sono la cifra inconfondibile.
Natali d'Italia. Le regioni a tavola nei racconti di chi ci è nato
di Stanislao Porzio
editore: Guido tommasi editore-datanova
pagine: 348
Panettoni, pandori e pan forti sono solo l'industriale punta dell'iceberg di una tradizione rigogliosa e casalinga: quella dei pranzi di Natale italiani. Una ricorrenza che vive anche della memoria dei tempi in cui la cucina poteva lasciarsi andare alla fantasia e all'abbondanza solo neile feste comandate. . Alla quantità fa riscontro la varietà, grazie alla straordinaria esuberanza delle nostre culture locali. Scopo di questo volume è quello di raccontare le tradizioni di Natale a tavola regione per regione, così come ce le descrivono persone in carne ed ossa, dalla viva voce delle quali l'autore ha raccolto storie, consuetudini e aneddoti, oltre che menù e ricette.
Taste the West. Ricette e aneddoti della vecchia frontiera americana. Due modi di assaporare un mito
editore: Guido tommasi editore-datanova
pagine: 191
Questo libro è un doppio omaggio al West. Enzo Rossi, attraverso le sue illustrazioni, fa rivivere con affettuosa ironia eventi, personaggi e situazioni di un mondo molto amato. La sua sensibilità figurativa ha filtrato indifferentemente storia, leggenda e mitologia hollywoodiana, trasponendole in un universo vivo e personale. Come contraltare a un West reinterpretato, Stanislao Porzio propone una robusta e saporita dose di realtà: una raccolta di ricette culinarie del periodo e del luogo, alcune delle quali diventate classici della gastronomia statunitense. A parte pochi piatti, riportati per il loro valore storico e documentario, le ricette sono tutte realizzabili con ingredienti reperibili oggi in Italia.