Libri di Teti Vito
La restanza
di Vito Teti
editore: Einaudi
pagine: 168
La «restanza» è un fenomeno del presente che riguarda la necessità, il desiderio, la volontà di generare un nuovo senso dei lu
Il senso dei luoghi. Memoria e storia dei paesi abbandonati
di Vito Teti
editore: Donzelli
pagine: 620
Contro ogni apparenza, i luoghi abbandonati non muoiono mai
Prevedere l'imprevedibile. Presente, passato e futuro in tempo di coronavirus
di Vito Teti
editore: Donzelli
pagine: 112
La pandemia del coronavirus impone un passaggio d'epoca
Nostalgia. Antropologia di un sentimento del presente
di Vito Teti
editore: Marietti 1820
pagine: 296
La nostalgia è il sentimento che, forse più di altri, ha accompagnato l'origine, lo sviluppo e l'affermazione del mondo modern
Il vampiro e la melanconia. Miti, storie, immaginazioni
di Vito Teti
editore: Donzelli
pagine: 378
«I vampiri, assumendo connotati diversi, ritornano, prima o poi
Quel che resta. L'Italia dei paesi, tra abbandoni e ritorni
di Vito Teti
editore: Donzelli
pagine: 318
«Mentre scrivo queste righe, il campanile di Amatrice cade sotto la forza del terzo terremoto che ha colpito, in meno di sei m
Storia del peperoncino. Cibi, simboli e culture tra Mediterraneo e mondo
di Teti Vito
editore: Donzelli
pagine: 300
Terra inquieta. Per un'antropologia dell'erranza meridionale
di Vito Teti
editore: Rubbettino
pagine: 486
Vito Teti ha sempre un viaggio qua intorno da raccontare, un volto nascosto da nominare tra le righe di un saggio, un ritaglio di vita minuta da incorniciare con tutte le sue scoloriture. "Terra inquieta" è un libro che è tanti libri insieme, e tutti servono a qualcosa: uno racconta di Calabrie mobili che crollano e franano; l'altro di uomini che sperano futuro cercando l'America, ma cercandola incontrano la storia; l'altro ancora di donne che ascoltano in sogno i consigli di san Giorgio per vincere ogni drago, di uomini che i santi li portano a spalla per sacralizzare la polvere e il mare che siamo, di giovani laureati che partono perché l'ultimo lavoro non pagato è un'umiliazione ormai intollerabile. Ma in "Terra inquieta" c'è pure gente che resta tentando di salvare rovine e pilastri di cemento che si alzano al cielo, per farne qualcosa che vive. In questo vagare per spazi vasti e insieme profondi lo scrittore di "Maledetto sud" raccoglie ogni mollica, mentre l'antropologo de "Il senso dei luoghi" prova una teoria capace di dare forma al sussulto imprendibile della Calabria. Così nasce "Terra inquieta", una storia di linee che ricostruisce la necessità e l'ossessione per la mobilità di una regione contadina eternata dal tempo circolare dei greci, spezzata dalle catastrofi, che però sempre ritenta nuove circolarità per non mutare sguardo su di sé, infine la Calabria moderna, quella che naviga in linea retta verso un tempo migliore...
Fine pasto. Il cibo che verrà
di Teti Vito
editore: Einaudi
pagine: VI-155
Il cibo sognato e desiderato come un'utopia dalle "pance vuote" della civiltà contadina è diventato la fonte di ossessioni, sq
Pietre di pane. Un'antropologia del restare
di Vito Teti
editore: Quodlibet
pagine: 188
Nulla più dell'idea del "restare" potrebbe apparire estraneo alla storia del sapere etnografico. Restare sembra l'antitesi del viaggiare, del mettersi in discussione, della disponibilità al disordine, alla scoperta, all'incontro. Ma davvero l'idea e la pratica del restare sono inconciliabili con l'esperienza antropologica? E, soprattutto, è possibile pensare un viaggiare separatamente dall'esperienza del restare, e davvero il restare va accostato all'immobilità, alla scelta di non incontrare l'alterità e di non fare i conti con la propria ombra, il proprio doppio? L'avventura del restare - la fatica, l'asprezza, la bellezza, l'etica della "restanza" - non è meno decisiva e fondante dell'avventura del viaggiare. Attraverso racconti, memorie, note di viaggio e riflessioni, che si fondono in un romanzo antropologico ambientato tra la Calabria e il Canada, Vito Teti ricostruisce la complessità della "restanza", senza nessun cedimento a un'estetica dell'immobilismo e con una sofferta interrogazione sul senso dell'erranza nell'epoca della modernizzazione globale.
Il senso dei luoghi. Memoria e storia dei paesi abbandonati
di Vito Teti
editore: Donzelli
pagine: 607
Contro ogni apparenza, i luoghi abbandonati non muoiono mai. Si solidificano nella dimensione della memoria di coloro che vi abitavano, fino a costituire un irriducibile elemento di identità. Vivono di una loro fisicità, di una loro corposa e materiale consistenza. Si alimentano di uno spessore doppio e riflesso. Pretendono non la fissità, ma al contrario il movimento, il percorso fisico e mentale di una loro continua riconquista. In questo libro, scritto con la sapienza fine e distillata dell'antropologo, con la tenacia del testimone e con la passione dello scrittore, Vito Teti porta ad evidenza e ricompone per intero tutti i suoi percorsi di vita. L'oggetto - ma sarebbe più proprio dire "il soggetto" - sono i paesi abbandonati di Calabria, ripercorsi col passo lento e misurato della riappropriazione in ogni loro più densa e nascosta sfumatura: case capanne e grotte, alberi sabbie e pietre, acqua nuvole e vento. Ma si sbaglierebbe a chiudere questo libro entro una dimensione angustamente geografica. I paesi abbandonati, osserva Predrag Matvejevic´ nella presentazione del volume, "sono un luogo assai più vasto della regione a cui questo libro è dedicato. Sono il luogo di una poetica". Presentazione di Predrag Matvejevic.
La razza maledetta
Origini del pregiudizio antimeridionale
di Teti Vito
editore: Manifestolibri
pagine: 301
Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento si afferma in Italia la teoria razziale dell'inferiorità del Mezzogiorno