Libri di Tommaso Landolfi
Un paniere di chiocciole. Cinquanta elzeviri
di Tommaso Landolfi
editore: Adelphi
pagine: 320
Costretto a lavorare su un minuscolo scrittoio, il protagonista di "A tavolino" realizza che lo spazio è insufficiente «a qual
Rien va
di Tommaso Landolfi
editore: Adelphi
pagine: 183
Pubblicato per la prima volta nel 1963, questo libro segreto (un diario del periodo 1958-1960) si inoltra nell'intimo della personalità dell'autore, senza celarne paure e ossessioni, ma anche giungendo a sondare lo stupore e l'euforia che accompagnano la nascita di una bambina. Ne risulta uno zibaldone di pensieri, spesso taglienti e sconcertanti, che costituisce l'unico squarcio capricciosamente concesso da Landolfi sulla propria esistenza più nascosta.
Le labrene
di Tommaso Landolfi
editore: Adelphi
pagine: 170
La labrena, ovvero il comune "geco", "turpe bestia" nel cui sguardo sono contenuti tutto il male e il dolore del mondo, è il perturbante emblema di questi sette racconti, giocati tra il grottesco e il fantastico. Questa volta il suo sguardo si diverte a irridere e a corrodere soprattutto le convenzioni sociali e sentimentali della famiglia borghese: la vita di coppia con la sua routine, il tradimento, il volto infernale dei parenti, lo straziante patetismo del sesso nella vecchiaia.
La pietra lunare. Scena della vita di provincia
di Tommaso Landolfi
editore: Adelphi
pagine: 164
Il libro si apre su una "scena della vita di provincia", grottesca e quasi allucinata, finché "dal fondo dell'oscurità" il protagonista si sente guardato da "due occhi neri, dilatati e selvaggi", che lo gettano nello stupore e nel terrore. "Una ragazza ad ogni modo" osserva subito dopo. Così ci appare Gurù, la fanciulla-capra, che presto condurrà il giovane Giovancarlo e il lettore fra i "lunari orrori" di creature diafane, fantomatiche, e fin nelle viscere della terra, nel regno arcano delle Madri. Con "La pietra lunare", suo primo romanzo (1939), Landolfi presentava già tutti i registri fondamentali di un'opera che rimane, come scrisse Zanzotto, "uno dei punti di riferimento più radiosi del nostro Novecento letterario".
Tre racconti
di Tommaso Landolfi
editore: Adelphi
pagine: 140
Tre donne (e una quarta nell'ombra) sono al centro di questi racconti in vario modo d'amore, usciti per la prima volta nel 1964. Tre destini eccentrici, accomunati dal segno di un'anomalia palese o profonda. La muta, la troppo bella, l'insignificante e opaca, tutte si concedono, senza darsi. Perché? E' in questo mistero e nell'incapacità maschile a penetrarlo, il filo che lega le loro sorti.
Dialogo dei massimi sistemi
di Tommaso Landolfi
editore: Adelphi
pagine: 208
Perché Maria Giuseppa, "una cosa liscia, senza fianchi e senza petto", è morta per Giacomo, giovane blasfemo? E che cosa nasconde il sogno di sangue di Rosalba, "fanciulletta di forse dodici forse tredici anni"? Misteri landolfiani, aberrazioni, sub- e surrealtà. E già affiorano, in questi racconti cui Landolfi affidò, nel 1937, il proprio esordio letterario, le ossessioni che ne connoteranno tutta l'opera.
Le più belle pagine. Scelte da Italo Calvino
di Tommaso Landolfi
editore: Adelphi
pagine: 568
Dopo aver setacciato le raccolte pubblicate da Landolfi nell'arco di oltre quarant'anni (da "Dialogo dei massimi sistemi" del 1937 a "Del meno" del 1978), Calvino scelse da ultimo 53 testi. Organizzati in sette sezioni che corrispondono ad altrettanti spunti critici essi consentono di cogliere in tutte le sue sfaccettature un'opera che ha sul lettore l'effetto "d'unghia che stride contro un vetro, o d'una carezza contropelo, o d'una associazione di idee che si vorrebbe scacciare subito dalla mente". Insomma: il vero Landolfi, quello che "preferisce lasciare nell'opera qualcosa di non risolto, un margine d'ombra e di rischio: il Landolfi che sperpera le sue puntate d'un colpo e le ritira bruscamente dal tavolo con gesto allucinato del giocatore".