Libri di Verdi Giuseppe
Carteggio Verdi-Ricordi 1892
editore: Ist. nazionale studi verdiani
pagine: 481
Il 1892 fu per Giuseppe Verdi un anno di grande importanza non tanto per la dimensione personale e privata che si svolse sostanzialmente in linea con il metabolismo esistenziale che contraddistingueva da sempre la vita del Maestro ma, soprattutto, per la dimensione artistica. In quell'anno infatti egli portò a compimento la composizione dell'ultimo dei suoi capolavori melodrammatici: il Falstaff. La documentazione afferente all'esperienza compositiva, direttamente e/o indirettamente, prevale all'interno di questo carteggio. Le esperienze quotidiane, le relazionalità e gli interessi culturali ed economici (la campagna, l'economia domestica, il divenire dei teatri, della musica e dell'impresariato) si presentano sostanzialmente come 'contrappunti' a un'esistenza proiettata verso l'atto creativo. L'editore Giulio Ricordi si ripresenta in queste lettere come uomo garbato ma al tempo stesso deciso quanto a finalità e obiettivi del proprio agire che seppe porsi con umiltà e fraterno affetto in atteggiamento empatico verso il compositore attraverso un dire e un dirsi articolato e puntuale di persona dotata di finezza psicologica, di uomo che vuol convincere con assunti e/o con silenzi. Compaiono con vario ruolo e rilevanza, altre figure che hanno avuto uno spazio significativo lungo tutta l'esistenza dei principali protagonisti: le rispettive consorti (Giuseppina Strepponi e Giuditta Brivio), il dipendente Eugenio Tornaghi, gli amici e/o collaboratori, Arrigo Boito, Giuseppe De Amici.
Libretti. Lettere
di Giuseppe Verdi
editore: Mondadori
pagine: 1056
Le parole che hanno accompagnato la musica del grande maestro del teatro d'opera ottocentesco e le lettere più significative d
Carteggio Verdi-Morosini 1842-1901
di Giuseppe Verdi
editore: Ist. nazionale studi verdiani
pagine: 482
Tra i numerosi carteggi di Giuseppe Verdi ancora in gran parte inediti, quello con la famiglia Morosini si segnala per alcune perculiarità: si tratta, innanzitutto, di un carteggio plurale, dove alla madre Emilia si affiancano le figlie Giuseppina, Annetta, Carolina e Cristina, in un dialogo tutto femminile rivolto al giovane ma già celebre compositore del "Nabucco". Gli estremi cronologici, probabilmente i più ampi dell'intero epistolario verdiano, sono il 1842 e il 1901 (con poche fasi di silenzio attorno alla metà del secolo), una sorprendente fedeltà che si deve quasi unicamente all'iniziativa della figlia di Emilia, la Contessa Giuseppina Negroni Prati Morosini (1824-1909), tra le prime e più ferventi sacerdotesse del mito verdiano. Dalle oltre duecento lettere - conservate a Sant'Agata, al Museo teatrale alla Scala e all'Archivio di Stato del Cantone Ticino a Bellinzona - traspare un Verdi intimo, alle prese con la composizione delle sue opere non meno che con la fabbrica di Sant'Agata e della Casa di riposo per musicisti, poco timoroso di esprime le sue idee politiche e attento ai grandi eventi storici che hanno segnato la sua epoca. Il volume, pubblicato per volontà dell'Archivio storico della Città di Lugano in collaborazione con l'Istituto di studi verdiani di Parma, è curato da Pietro Montorfani, coadiuvato negli apparati critici e nelle note da Giuseppe Martini. Ad apertura del libro, un intervento di Renato Meucci sulla competenza strumentale del giovane Verdi.
Un ballo in maschera. Ediz. italiana e inglese
di Giuseppe Verdi
editore: Skira Classica
pagine: 121
1957. La Callas ammaliata da Di Stefano, nell'orrido campo dei supplizi sotto la luna... il violoncello che le insinua la confessione d'amore che non voleva dare... l'orchestra di Gavazzeni che respira con loro in un'eccitazione irrefrenabile.. La Simionato e Bastianini, voci sontuosamente perfette... E il grande momento in cui la Scala gloriosa del 1957 riscopriva "Un ballo in maschera" nella sua esaltante bellezza.
Il trovatore. Ediz. italiana e inglese
di Giuseppe Verdi
editore: Skira Classica
pagine: 121
La scelta del Trovatore per la tournée della Scala a Mosca ribadì l'importanza del titolo verdiano. In quell'occasione venne presentato un nuovo allestimento che a Milano fu messo in scena solo nel 1967. Gianandrea Gavazzeni guidò un formidabile quartetto di protagonisti, Gabriella Tucci. Giulietta Simionato, Carlo Rergonzi, Piero Cappuccilli. Nicola Renois creò uno spettacolo di forte impatto visivo e Luchino Visconti seppe raccontare la storia con una regia fedele alla tradizione, ma capace di mostrare la modernità dei conflitti e delle passioni che agitano i personaggi.
Otello di William Shakespeare
di Giuseppe Verdi
editore: Classica italia
pagine: 118
Music & Book Gallery è il nuovo progetto editoriale di Classica Italia che ha per padrino Philippe Daverio, il più famoso anfi
Lettere
di Verdi Giuseppe
editore: Einaudi
Per molto tempo si è parlato di Giuseppe Verdi come di un uomo geniale e solitario, animato da un grande amore per la patria,
Tutti i libretti d'opera
di Verdi Giuseppe
editore: Newton compton
pagine: 863
Fuorché la musica, tutto
Autobiografia dalle lettere
di Giuseppe Verdi
editore: BUR Biblioteca Univ. Rizzoli
pagine: 538
In questa autobiografia Verdi racconta Verdi, dischiude al suo pubblico, all'appassionato di lirica o a chiunque abbia voglia di ascoltarlo, le sue passioni più segrete, i moti più intimi dell'animo, gli amori, le delusioni, le battaglie, i ricordi, la dirompente passione per la musica, ma anche l'aspetto più quotidiano, prosaico della vita. Una vasta galleria di personaggi sfila davanti a noi: Giuseppina Strepponi, la sua seconda compagna di vita, il leggendario ambiente di Casa Ricordi, i fratelli Escudier suoi editori parigini, la contessa Clara Maffei, anima dei salotti intellettuali e patriottici dell'aristocrazia meneghina. Con un'intervista immaginaria a Giuseppe Verdi di Giovannino Guareschi.