Libri di Vitiello Vincenzo
Immanuel Kant. L'architetto della «Neuzeit». Dall'abisso della ragione il fondamento della morale e della religione
di Vincenzo Vitiello
editore: Inschibboleth
pagine: 416
La filosofia trascendentale di Kant segna una svolta radicale nella concezione tradizionale del mondo e dell'uomo: il passaggi
L'ora e l'attimo
di Vincenzo Vitiello
editore: Inschibboleth
pagine: 256
L'Ora e l'attimo narra - attraverso il confronto di Vico con Platone e Kant, Hegel e Nietzsche, Gadamer e, infine, Benjamin -
Hegel in Italia. Itinerari: Dalla storia alla logica. Tra logica e fenomenologia
di Vincenzo Vitiello
editore: Inschibboleth
pagine: 458
Tra la fine dell'Ottocento e la prima metà del Novecento la filosofia di Hegel ha suscitato in Italia, insieme con originali i
Per lumi sparsi. Narrazioni d'arte e di filosofia
di Vincenzo Vitiello
editore: Moretti & vitali
pagine: 197
Dal Canto di Orfeo alla Lira di Apollo, al sorgere della Città dell'uomo
Europa. Topologia di un naufragio
di Vincenzo Vitiello
editore: Mimesis
pagine: 228
"Europa. Topologia di un naufragio" esamina la crisi del rapporto sapere/potere a partire dal fallito tentativo di Hegel, e poi di Marx, di unificare teoria e prassi, sino all'inquietante esito nietzschiano: la dichiarata, e sofferta, impotenza della "volontà di potenza". Questa parabola, che nel tragico destino di Giovanni Gentile trova un singolare riscontro, caratterizza il fatale tramonto di Europa rappresentato nel grande, incompiuto, romanzo di Musil. Il pensiero del Novecento, da Schmitt a Benjamin, a Derrida e Heidegger, ha tentato in vari modi di opporsi a tale conclusione, con l'unico risultato di rivelare il fondo della crisi, coinvolgendo in essa la stessa immagine della storia. Più che "storie che corrono in tempo", Ottocento e Novecento appaiono come i luoghi, certo non gli unici, in cui la storia si 'raccoglie' e si 'arresta'. Il peggio è che Europa, come attestano i nostri giorni incerti e crudeli, si rivela incapace di ri-pensare se stessa libera dalla nostalgia del potere e della potenza.
L'immagine infranta. Linguaggio e modo da Vico a Pollock
di Vitiello Vincenzo
editore: Bompiani
pagine: 233
L'immagine infranta descrive la parabola del moderno attraverso una fitta trama di rapporti tra romanzieri e poeti (da Cervant
Paolo e l'Europa. Cristianesimo e filosofia
editore: Città Nuova
pagine: 272
Un esegeta e un filosofo si confrontano su una delle figure che hanno dato un contributo determinante alla formazione della cultura occidentale. Paolo di Tarso: un ebreo "intriso" di cultura greca, folgorato sulla via di Damasco, che abbraccia la fede cristiana e percorre le strade dell'Impero romano per predicare Cristo crocifisso. La sua figura e la sua storia sono emblematiche delle radici della cultura europea. È stato cruciale il suo apporto per lo sviluppo del Cristianesimo e la sua diffusione. Meno noto, ma altrettanto fondamentale il suo contributo alla storia del pensiero occidentale dalla Grecità ai giorni nostri. L'esegeta Gèrard Rossé e il filosofo Vincenzo Vitiello rivelano questo aspetto meno conosciuto dell'Apostolo delle genti. Il volume offre in primo luogo una lettura storico-esegetica, puntuale, aggiornata ed innovativa dell'eredità di Paolo, che ci restituisce il personaggio nella cultura del suo tempo; segue quindi una lettura filosofica, che coglie il nucleo essenziale del pensiero paolino, fondamentale per comprendere in profondità lo spirito dell'Europa.
Grammatiche del pensiero. Dalla kenosi dell'io alla logica della seconda persona
di Vincenzo Vitiello
editore: Ets
pagine: 144
Nella malattia - aveva scritto Proust, narrando, in "Guermantes", la lenta morte della nonna - l'io "sente" il suo proprio corpo estraneo e indifferente, più che ostile. Come di rimbalzo Valéry annotava nel suo Cahier: "Je pense, donc je ne suis pas". Liberazione del pensiero dall'essere, o non, invece, incapacità dell'io di pensare se stesso, il suo esser proprio? A questa domanda Vitiello risponde mostrando il processo di progressiva implosione dell'io proprio in quelle filosofie - da Hegel a Gentile, a Husserl - che hanno posto il soggetto al centro, quando non a fondamento, dell'universo. Per sottrarsi alla tirannia dell'essere non ha, dunque, l'io altro destino che il nulla? Vitiello respinge questa conclusione, tracciando, in dialogo con Severino e Levinas, i primi lineamenti di una grammatica della seconda persona, in base alla quale l'io si volge a se stesso come a un "tu", sì da vivere l'estraneità del corpo come familiare distanza, e l'irriducibilità del pensiero alle proprie categorie come possibile apertura al possibile di un pensiero capace di ridursi, sospendersi, esporsi al mistero, meraviglia e pericolo insieme, oltre ogni certezza e verità. Anche quella dell'"io tu a se stesso".
Vico. Storia, linguaggio, natura
di Vincenzo Vitiello
editore: Storia e Letteratura
pagine: 124
Muovendo dall'analisi del rapporto tra storia ideale eterna e lingua eroica, che nella "Scienza Nuova" rinnova la tensione del "De antiquissima" tra infinito e finito, Vitiello mostra come Vico seppe vedere, dietro la storia spirituale dell'umanità, una più antica storia, naturale e sacra insieme, valendosi, nel narrarla, di tutte le risorse della sua straordinaria lingua barocca: la storia della nascita della "iconologia della mente" dal grido animale e dal terrore destato dal fulmine di Giove che apre il Ciclo e fa tremare la Terra. Legata profondamente alla tradizione platonica e neoplatonica, la genealogia vichiana della mente non solo anticipa molti temi della filosofia successiva, da Kant a Hegel, a Nicetzsche in particolare, e a Husserl e Heidegger, sino a certo naturalismo e biologismo contemporaneo, ma ne e, per molti versi, anche una critica "avant la lettre".
Il decalogo. Con CD Audio. Vol. 9: Non dire falsa testimonianza.
Non dire falsa testimonianza