Libri di William Burroughs
Junky
di William S. Burroughs
editore: Adelphi
pagine: 256
Era dai tempi delle Confessioni di un mangiatore d'oppio di de Quincey che un cono di luce così livida, spietata, non cadeva s
Il mio passato è un fiume malvagio. Lettere 1946-1973
di William Burroughs
editore: Adelphi
pagine: 358
Le lettere di questo stupefacente epistolario sono in gran parte indirizzate ad Allen Ginsberg, Jack Kerouac, Paul Bowles e po
Interviste
di William Burroughs
editore: Il saggiatore
pagine: 1239
Pistolero intellettuale, pecora nera di una ricca famiglia di fabbricanti di calcolatrici, disinfestatore di blatte e cimici,
Non nascondermi la tua pazzia. Conversazioni
editore: Il saggiatore
pagine: 320
Le conversazioni tra William Burroughs e Allen Ginsberg
I ragazzi selvaggi
di William Burroughs
editore: Adelphi
pagine: 195
Una vasta insurrezione si estende dagli Stati Uniti all'America Centrale a un epicentro maghrebino. Effetto collaterale di un mondo che col pretesto del controllo ha creato ovunque stati di polizia, i "ragazzi selvaggi" si evolvono presto in una fantasmagorica sottospecie umanoide: ragazzi-gatto con artigli "curvi e cavi imbottiti di pasta di cianuro", ragazzi-serpente, ragazzi che sputano e ringhiano, corrono "come gattini feroci sferrando colpi con rasoi e schegge di vetro", si spostano su pattini a propulsione, mentre il capobranco ha una toppa sull'occhio e, al posto della mano destra, "un castrasuini avvitato in un moncone di legno e cuoio" con il quale "trancia gli intestini come spaghetti". In un romanzo di allarmante forza profetica, ancora una volta Burroughs incenerisce processi e mutamenti storici al rogo della sua immaginazione e della sua allucinata, inconfondibile scrittura.
Pittura, sperimentazione, scrittura. Da Blade Runner all'arte dello sparo
di Burroughs William
editore: Mimesis
pagine: 41
... Perché devo star lì a disegnare, ad esempio, un ramo di pino quando posso ottenere la stessa cosa su carta o su legno usando lo sparo?: nell'intervista inedita (che qui per la prima volta si pubblica nella sua integrità) William Burroughs racconta le sue sperimentazioni tra scrittura e pittura. Questa intervista, infatti, fu realizzata in occasione di una sua mostra presso la Galleria Cleto Polcina di Roma dal titolo "Dipinti shotgun e collages", opere che Burroughs esegue a partire dal 1987. Le riflessioni sull'arte definiscono le ispirazioni del suo percorso artistico in relazione alle tecniche del cut-up e del montaggio supportate in questa occasione dall'uso del colore sparato "in vari modi" su tavole di legno con il fucile. Blade Runner di Burroughs e il film omonimo di Ridley Scott, la creazione del virus dell'Aids in laboratorio, la politica e la figura controversa (era il 1989) di Michail Gorbaciov sono alcuni dei temi toccati nella conversazione.
Queer
di Burroughs William
editore: Adelphi
pagine: 205
In una sterminata suburra, che Burroughs avrebbe poi definito "Interzona", e che qui va da Città del Messico, capitale mondial
Blade Runner, un film
La sceneggiatura inedita di un grande scrittore di fantascienza
di Burroughs William
editore: Mimesis
pagine: 160
Terre occidentali
di Burroughs William
editore: Elliot
pagine: 306
Pubblicato nel 1987, "Terre occidentali" chiude la trilogia composta da "Le città della notte rossa" e "Strade morte", assume
Le città della notte rossa
di William Burroughs
editore: Elliot
pagine: 254
"Nulla è vero. Tutto è permesso". In questa frase è riassunta la poetica del romanzo. "Le città della notte rossa" è la storia di un pirata del XVIII secolo, il Capitano Mission, fervente sostenitore della libertà e dell'uguaglianza, nonché acerrimo nemico di ogni forma di tortura e schiavitù. Basandosi su questi principi egli creò in Madagascar una colonia a cui diede il nome di Libertaria, che ben presto però venne spazzata via insieme al suo fondatore. Ma cosa sarebbe accaduto se Mission fosse sopravvissuto insieme alla sua utopica Libertaria? Da questa suggestiva ipotesi prende vita uno dei capolavori della produzione di Burroughs, un romanzo nel quale si avvicendano creature che provengono sia dal mondo reale che da quello fantastico o fantascientifico e che tracciano una nuova storia a partire dal XVII secolo per approdare a un futuro non remoto. (Prefazione di Fernanda Pivano)
Il biglietto che esplose
di William Burroughs
editore: Adelphi
pagine: 227
"È un viaggio lungo. A bordo ci siamo solo noi". Il viaggio cui allude William Burroughs nel "Biglietto che esplose", pannello finale della sua celebre tetralogia, non è solo quello interstellare del metamorfico protagonista Bradly. E anche il viaggio conclusivo di una specie - la nostra giunta a una sorta di resa dei conti. Stretto tra invasioni venusiane (l'"Operazione Altra Metà") volte a schiavizzarlo e una polizia segreta che vuole sotto-porlo a un controllo onnipervasivo, il Sapiens si destruttura e trasforma definitivamente in un'intercapedine organico-tecnologica, con ragazze-orchidea e ragazzi-raganella fluorescenti - veicoli di agenti virali e droghe alienanti -, registratori e telescriventi atti a manipolare istinti e linguaggi. Unico elemento di resistenza: gruppi clandestini come i partigiani diretti da Saturno. Intorno, uno scenario putrido e fantastico insieme - vero acme della visionarietà di Burroughs - con "città dalle consunte strade marmoree "sormontate da cupole di rame, immani terre verdi in cui ogni filo d'erba luccica" come incastonato nel cristallo "e stagni e canali artificiali" che riflettono galleggianti ornati di fiori", il tutto avvolto e tiranneggiato da un " buio pesto da pellicola sottoesposta ".
E gli ippopotami si sono lessati nelle loro vasche
editore: Adelphi
pagine: 179
13 agosto 1944: il giovane Lucien Carr, per difendersi dalle avances dell'amico David Kammerer, lo ammazza e ne getta il corpo