Priuli & Verlucca: Babelis turris
Segni come parole. Il linguaggio perduto
di Ausilio Priuli
editore: Priuli & Verlucca
pagine: 215
Nell'ambito delle diverse culture preistoriche e protostoriche che hanno prodotto cultura figurativa, gli iconogrammi e ideogrammi condivisi dalla comunità culturale o dal gruppo sociale erano di tipo convenzionale, cioè di comune conoscenza ed uso e al contempo analogici, cioè capaci di evocare relazioni tra il concetto, l'oggetto concreto, l'evento, il mito e la loro rappresentazione. Le opere incise, scolpite, intagliate, plasmate, graffite e dipinte scoperte oramai in tutto il mondo e oggetto in questi ultimi cento anni di analisi - sovente da noi erroneamente definite artistiche -in realtà, per coloro che le hanno realizzate, sono "storia sacra" e meta-linguaggio. I segni, che forse per comodità spesso definiamo simboli, sono infiniti e sono il frutto della sottigliezza metafisica del linguaggio e della sua struttura articolata. Ma i simboli non sono dei semplici "segni" in quanto quei "segni" sono significanti di significati, cioè sono la materializzazione grafica di concetti, idee, sentimenti, emozioni, conoscenze, concezioni del mondo materiale e soprannaturale, sintesi grafica di storie umane, di eroi, di miti e di dei, quindi sono carichi di contenuti che in genere ci sfuggono in quanto espressioni linguistiche di comunicazione di culture molto lontane dalla nostra e delle quali non conosciamo più i codici di lettura.
Montagna in musica
di Andrea Gherzi
editore: Priuli & Verlucca
pagine: 287
Questo libro è dedicato ai rapporti fra musica e montagna: esamina le più significative composizioni ispirate alla natura alpestre, passa in rassegna i musicisti che ebbero occasione di compiere scalate e gli alpinisti che coltivarono studi musicali; nonché la visione da parte di questi personaggi dei due diversi ambiti nella loro interazione. Un viaggio agli albori delle moderne concezioni turistiche, fra musicisti romantici e novelli alpinisti, ma anche semplici viaggiatori, pittori, filosofi, poeti: tutti attratti dall'emozione dei nuovi paesaggi montani. Nei due CD allegati vengono esemplificati i diversi ambiti presi in esame, operando un'approssimativa distinzione tra filone colto (la cosiddetta musica classica o d'autore) e popolare (o folk), all'interno dei quali si è attinto ai repertori più diversi, strumentali e vocali. Soprattutto la varietà ha guidato la scelta dei soggetti: tra le figure sbozzate troviamo pastori, cacciatori, alpigiani con la marmotta, sciatori, soldati, laghi alpestri. Ranz e Jodel vengono proposti nella veste naturale originaria e in alcune elaborazioni di cui sono stati oggetto in età moderna.
Trecento anni di farmacia in Piemonte
di Pierangelo Lomagno
editore: Priuli & Verlucca
pagine: 300
La farmacia vanta, quale arte sanitaria autonoma e specifica, circa mille anni di vita. In questo lungo periodo ha dato origine a una cultura tecnico-scientifica, multiforme e affascinante, che non solo ha prodotto farmaci che hanno profondamente inciso sulla salute delle popolazioni ma ha dato origine anche a strumenti e oggetti di altissimo pregio artistico, fra i quali spiccano vasi, mortai e arredi lignei. Questo libro esamina l'evoluzione dell'arte farmaceutica in Piemonte dal 1600 ai giorni nostri, cogliendone sia gli aspetti più strettamente tecnici e professionali, sia quelli sociali, economici e artistici. Per ogni periodo storico si evidenziano i rapporti tra la farmacia e la realtà politica e sanitaria del momento e se ne valutano le componenti tecniche, culturali, economiche e organizzative. A partire dall'inizio del XIX secolo l'esame si estende anche all'industria farmaceutica, diretta filiazione della farmacia.
La collezione Ivat Istituto Valdostano per l'Artigianato Tipico. Ediz. italiana e francese
editore: Priuli & Verlucca
pagine: 168
Dagli anni Cinquanta ai giorni nostri, le Istituzioni valdostane hanno raccolto differenti manufatti, costituendo di fatto una collezione ricca e rappresentativa del percorso degli artigiani valdostani negli ultimi due secoli. La collezione, di proprietà regionale, è affidata all'IVAT, e consta di circa 400 manufatti, legati alla cultura del quotidiano. Pubblicato in occasione dell'apertura del MAV, il Museo dell'Artigianato Valdostano che verrà inaugurato nel 2008.
Portacote delle Valli trentine. Dal cozar al coder. Ediz. italiana e francese
editore: Priuli & Verlucca
pagine: 110
Alpini. Ortigara & dintorni
editore: Priuli & Verlucca
pagine: 112
Un fotografo, Enzo Rela, asiaghese e alpino, si fa strada da solo nel grande fiume in piena dell'adunata senza retorica e frasi fatte, andando alla ricerca di un sorriso, di un attimo fuggente, di un'espressione autentica. Gli fa eco Mario Rigoni Stern, alpino e asiaghese anche lui, indimenticabile memorialista di guerra sempre sensibile al richiamo antico della naja alpina, dei suoi valori veri, dei suoi ricordi. È una sorta di diario intimo in cui la voce del fotografo e quella dello scrittore si mettono in sintonia affrontando la commozione propria dei campi di battaglia come la gran baraonda della festa, fino a trovare un equilibrio difficile, eppure pressoché perfetto, tra le solennità delle onoranze ai caduti e i richiami camerateschi della farmacia alpina. Un racconto per immagini, per riflettere - in un'epoca di profonde e irreversibili trasformazioni - sul mondo degli alpini nella sua globalità: complesso patrimonio di storia, di valori e di simboli, vero e proprio modo di essere, stile di vita.
Bastoni. Materia arte potere
editore: Priuli & Verlucca
pagine: 380
Molti materiali sono stati impiegati per la realizzazione dei bastoni. Sovente l'uso di un particolare materiale trova ragione d'essere in peculiari realtà socio-economiche o geografiche. In alcuni casi era richiesta una complessa lavorazione, come per il corno o per la tartaruga; in altri casi la diffusione dei bastoni era condizionata da mode nate in ambiti ristretti, come i bastoni in galuchat prodotti a Parigi durante il periodo Déco. Non meno diffusi dei materiali naturali erano quelli derivati dall'attività umana: guttaperca, carta, vetro, gomma, bakelite ne sono alcuni esempi. Fin dall'antichità bastoni variamente colorati e decorati hanno sempre costituito insegne di comando e attributi di dignità o cariche tanto civili, quanto militari ed ecclesiastiche. Il bastone, segno forte di potere e autorità, accompagna il cammino dell'uomo e resterà nei secoli legato prima di tutto al suo significato originario di "ciò che sostiene", divenendo poi segno e rappresentazione dello status e del ruolo di chi lo avrebbe portato. Il volume esce in contemporanea con l'omonima mostra (Siena, complesso museale Santa Maria della Scala, 16 giugno-26 agosto 2006).
Il mondo alpino di Estella Canziani. Piemonte, Savoia, Valle d'Aosta
editore: Priuli & Verlucca
pagine: 200
All'inizio del XX secolo una giovane inglese della buona società, ricca, originale e dallo spirito libero, parte alla scoperta delle Alpi. Ignorando le cime e le località alla moda, si addentra nelle valli più remote, si ferma nei villaggi sperduti, vive duramente con la gente del posto. Osserva. E dipinge. Dipinge senza sosta tutto ciò che vede, con minuzia e precisione. Certamente le cime e le foreste, i villaggi e i giardini. Ma soprattutto i montanari: nel loro contesto quotidiano, in casa e in chiesa, catturando l'incantevole riflesso dei costumi femminili e l'umile semplicità dei lavori domestici. Epigona della scuola preraffaelita, le sue tavole dai colori luminosi e penetranti restituiscono la poesia e la dura serenità della realtà alpestre.
Un'idea di Roma
editore: Priuli & Verlucca
pagine: 144
In una scansione storica fortemente simbolica per la cultura occidentale, Gabriella Arduino, rinnovando la plurisecolare tradizione dei pittori venuti a Roma dal nord, ricostruisce nei quadri e nei disegni raccolti in questo libro la sua personale visione della città. Il testo di Maurizio Pallante l'accompagna in un itinerario nello spazio e nel tempo, tra le vicende storiche individuali e sociali racchiuse nei suoi monumenti che Roma racconta soltanto a chi sia disponibile a risalire diacronicamente i decenni e i secoli del loro farsi. Ne scaturisce un ritratto della città intrigante e insolito, in cui le sensibilità dei due autori concorrono a delineare un'idea di Roma. Una delle tante che la città ha suggerito e suggerirà a chi le dedichi, parafrasando le parole di Dante, un po' del suo studio e del suo amore.