Per molti aspetti della vita personale e sociale
nell’Italia di oggi si può parlare di un confine
sottile, ossia rarefatto, se non addirittura inesistente,
fra legalità e illegalità. Il confine
costituisce non solo una metafora del discrimine
fra due universi morali e normativi (il
lecito e l’illecito), ma anche un tratto specifico
della modernità, uno spazio fisico-temporale,
che esalta il desiderio e la libertà dell’uomo
contemporaneo di stabilire autonomamente
orizzonti e direzioni di senso. Tutto questo
riguarda, in modo specifico, l’odierna realtà
giovanile. Stili, ‘riti’, comportamenti dei giovani,
non di rado, si collocano in bilico, su una
linea di confine ‘mobile’ e di significati disomogenei.
Da una parte si collocano quelli ispirati
a logiche di costruttività, responsabilità,
apertura sul futuro, dall’altra stanno quelli
legati a evasione, ‘sperimentalismo’, disillusione.
Certi ‘scollinamenti’ di confine talvolta
prefigurano passaggi senza ritorno, viaggi di
sola andata, privi della possibilità di riprendere
il cammino da capo. Di ciò si è discusso
nel convegno «Il confine sottile. Culture
giovanili, legalità, educazione», promosso il
26-27 novembre 2009 dal Centro Studi per
l’Educazione alla Legalità (Università Cattolica,
sede di Brescia). Il volume ne propone gli atti,
articolandoli in tre Sezioni: approfondimenti
psico-sociologici e pedagogici; fenomenologia
del confine; ‘buone pratiche’.
Biografia dell'autore
Luciano Caimi, ordinario di Storia della pedagogia
e dell’educazione nell’Univer sità Catto -
lica del Sacro Cuore, sede di Brescia, dirige,
presso la medesima sede, il Centro Studi per
l’Educazione alla Legalità, istituito nell’anno
accademico 2002-2003. Per le edizioni di Vita
e Pensiero ha curato le seguenti pubblicazioni
del Centro: Coscienza ambientale e educazione
alla legalità, 2006; Cittadini in crescita.
Tra famiglia, scuola e comunità locale, 2008.