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Archinto: Lettere

Lettere al boia. Scrivere a Stalin

editore: Archinto

pagine: 147

Dagli anni del Terrore staliniano, un'epoca della quale restano pochissimi documenti privati, ci arrivano oggi queste lettere rimaste nascoste per decenni negli archivi sovietici. Sono le voci di alcune vittime che cercavano di sfuggire all'arresto, o si riconoscevano colpevoli, o chiedevano pietà (più raramente giustizia) per sé, i propri cari, il proprio paese. Erano scrittori, intellettuali, militari, diplomatici, dirigenti politici caduti in disgrazia. Si rivolgevano all'unica persona che sarebbe potuta intervenire in loro favore, la stessa, peraltro, cui dovevano la loro condanna: Stalin. Tranne in un caso, non li salvò dal boia nessuna di queste lettere, che restituiscono una visione tremenda della società sovietica negli anni dello sterminio di massa.
16,00

Lettere a Jean Marais

di Jean Cocteau

editore: Archinto

pagine: 464

35,00

Incontri. Corrispondenza 1939-1969

editore: Archinto

pagine: 200

Nell'agosto 1939 quando, con il telegramma di Roberto Longhi, inizia questo epistolario trentennale, Giuliano Briganti ha 21 a
18,00

Due scritti. La valle oscura & Noi americani

di Wystan Hugh Auden

editore: Archinto

pagine: 75

Il poeta anglo-americano Wystan Hugh Auden (1907-1973) è stato uno degli scrittori più prolifici, versatili e controversi del
14,00

«Su letti di asfodelo». Lettere a Caroline Fitzgerald

di Henry James

editore: Archinto

pagine: 110

Si presentano qui diciannove lettere - fino ad ora sconosciute e inedite - di Henry James a Caroline Fitzgerald (1865-1911) e
18,00

Sii fedele. Corrispondenza 1925-1935

editore: Archinto

pagine: 309

"Sei treu, sii fedele!" sussurra Alberich a Hagen nella I scena del II atto del "Crepuscolo degli dei", e Berg in una cartolina aveva mandato a Adorno il passo con il monito, citando però la musica senza le parole, e mettendo in imbarazzo il giovane allievo che tardò a riconoscerla. Fedele Adorno fu davvero, anche dopo la morte di Berg: fedele innanzitutto all'intuizione che lo aveva spinto nel 1925 a sceglierlo come insegnante di composizione, essendo fin da allora (prima del successo del "Woozzeck") ben consapevole della straordinaria grandezza del compositore viennese. Berg fu per Adorno il punto di riferimento negli anni della più intensa vocazione di compositore; il giovane Adorno fu per Berg un intellettuale capace di riconoscere e divulgare la grandezza dei protagonisti della Scuola di Vienna e un musicista dotato di autentico talento compositivo. Con una nota di Paolo Petazzi.
24,00

Lettere a Merline

di Rainer Maria Rilke

editore: Archinto

pagine: 117

Questa selezione delle lettere del poeta praghese documenta gli esordi della relazione con Merline fino al compimento del suo
14,00

La mia Austria. Ricordi (1892-1937)

di Berta Zuckerkandl

editore: Archinto

pagine: 199

Nel libro "La mia Austria", pubblicato per la prima volta in Italia, un'epoca leggendaria si anima e scorre dinanzi ai nostri occhi inducendoci alla riflessione, al di là dei soliti cliché del mito asburgico. L'autrice, Berta Zuckerkandl - figlia di Moriz Szeps, noto giornalista di origine ebraica fondatore dell'importante quotidiano "Neues Wiener Tagblatt" -, si dedicò giovanissima al giornalismo divenendo ben presto un'affermata esegeta della situazione politica e letteraria austriaca, ed entrando in contatto con il fior fiore dei protagonisti dell'epoca. Dopo il matrimonio con il noto anatomista Emil Zuckerkandl nel 1886, mise su, come era allora costume a Vienna, un "Salon" frequentato da autorevoli personaggi del mondo culturale come Schnitzler, Strauss, Schiele, von Hofmannsthal, Freud, Werfel e altri. Da giornalista, Berta s'impegnò soprattutto con i suoi articoli a favore della Secessione viennese rappresentata da Klimt, Kokoschka, Wagner, Mahler e Reinhardt e assistè alla nascita del Festival di Salisburgo. Nel 1938, dopo l'invasione dell'Austria e l'ingresso dei nazionalsocialisti a Vienna, Berta, ebrea, emigrò a Parigi, dove viveva la sorella Sophie; tuttavia nell'autunno del 1940 i nazisti occuparono la capitale francese e Berta riparò ad Algeri, dove risiedeva un figlio divenuto ufficiale dell'esercito francese. Fu allora che, stimolata dal giovanissimo nipote Emile, scrisse i "Ricordi".
25,00

Lettere alla vicina

di Marcel Proust

editore: Archinto

pagine: 70

Per otto anni, dal 1908 al 1916, Marcel Proust intrattiene una relazione epistolare con la signora Williams. Ciò che rende particolarmente intriganti le ventitré lettere rimasteci, pubblicate per la prima volta nel 2013, è che Proust non aveva mai parlato a nessuno né della donna, né della sua corrispondenza con lei. Chi è la signora Williams? Molto semplicemente una vicina dello scrittore. Abita come lui al 102 di boulevard Haussmann; ha sposato in seconde nozze un dentista americano con studio al secondo piano del palazzo, proprio sopra l'appartamento di Proust, mentre la coppia vive al terzo piano. Di notte, Proust lavora o combatte contro le ricorrenti crisi d'asma; di giorno, cerca di recuperare il sonno perduto, e dunque il silenzio e la quiete gli sono indispensabili. Lo studio dentistico al secondo piano e i lavori di ristrutturazione al terzo incrinano però il precario equilibrio che governa le giornate dello scrittore. A Proust non resta che rivolgersi alla gentile vicina per chiedere qualche ora di tregua. Il rumore dà il via allo scambio di lettere, ma queste acquisiscono presto anche una vita propria. In esse Proust dispiega il suo senso dell'umorismo e la sua maestria di architetto di frasi incantatorie lasciando più di una volta il lettore con l'impressione di trovarsi davanti a una pagina della "Recherche". E, d'altra parte, Proust apprezza molto le lettere raffinate e brillanti della signora Williams.
14,00

A presto, dunque, e a sempre. Lettere 1955-1990

editore: Archinto

pagine: 306

Il volume presenta in forma integrale la corrispondenza inedita tra Elena Croce e Maria Zambrano: documento straordinario sia del pensiero della Zambrano, le cui lettere costituiscono un autentico laboratorio filosofico, sia della scrittura di Elena Croce, di cui le lettere mettono in luce quelle qualità che la fanno partecipe della migliore tradizione memorialistica. L'apparato critico ricostruisce l'ordito delle vicende biografiche, culturali, sociali e politiche su cui l'epistolario s'intesse, delineando eventi e processi che hanno segnato la storia del Novecento e che trovano un vivido riflesso nelle considerazioni appassionate e lucide delle autrici.
20,00

Ineffabile nostalgia. Lettere al fratello (1931-1985)

di Emil M. Cioran

editore: Archinto

pagine: 140

I destini dei fratelli Cioran, uniti in gioventù dalla passione intellettuale e dal fervore politico, si separano sul finire degli anni Trenta. La guerra mondiale e la cortina di ferro che taglia l'Europa in due blocchi contrapposti, li costringeranno a quarant'anni d'esilio forzato. L'uno, Emil, meteco a Parigi, nel cuore di quel "paradiso desolante" che è diventato ai suoi occhi l'Occidente; l'altro, Aurel, prigioniero in patria, in una Romania ormai simile a un grigio inferno "che non è più di nessuno". I due fratelli affidano alla sorte incerta e vulnerabile della missiva il desiderio di sentirsi uniti, nonostante la Storia stessa cospiri contro di loro. Dalle lettere ad Aurel emerge un altro Cioran, per certi versi inedito. Benché animato da un orrore gnostico per la procreazione, di fronte alle sofferenze dei congiunti il "persuasor di morte" cambia registro, rivelandosi di volta in volta provvidenziale medico dell'anima, consulente familiare e scrupoloso... farmacista. Sotto il segno della malinconia - eredità a un tempo familiare e culturale - Cioran si riconcilia col fondo romeno della sua anima ed è colto da un'"ineffabile nostalgia" per i luoghi incontaminati dell'infanzia, metafora del suo sradicamento metafisico.
18,00

Lettere dal fronte a Mario Puccini

di Giuseppe Ungaretti

editore: Archinto

pagine: 68

Tra le migliaia di soldati italiani impegnati nel 1917 sul fronte isontino, si trovano due scrittori già amici da qualche anno: Mario Puccini, ufficiale in servizio presso il Comando supremo della III armata, e Giuseppe Ungaretti, soldato semplice nel 19° reggimento, dove milita sin dal novembre del 1915 e dove ha maturato le drammatiche esperienze militari ispiratrici delle poesie del "Porto sepolto", pubblicato sul finire del 1916. E dell'accoglienza critica ricevuta da questo libriccino scrive Ungaretti in una delle prime lettere indirizzate a Puccini tra l'aprile e il dicembre di quell'anno funesto; come pure scrive, polemicamente, di d'Annunzio, che fa "le pose plastiche in ginocchio davanti ai feretri dinanzi al fotografo sempre immancabile". Ma in queste lettere Ungaretti racconta anche la sua vita difficile al fronte "macerato di malinconia" e tanto in cattiva salute da essere dichiarato inabile alle fatiche di guerra; per questo sarà avviato a un corso per diventare ufficiale contro la sua volontà di rimanere soldato tra i soldati, ritenendosi inadeguato a comandare e a dare ordini. E poi arriva Caporetto, che in una lettera di novembre Ungaretti racconta in tutta la sua drammaticità: "buttato via come una pietra da una violenza bruta" dopo aver visto "schiantati" tanti "docili, poveri compagni".
16,00

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