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Corbaccio: Exploits

Z. La città perduta

di David Grann

editore: Corbaccio

pagine: 386

Percy Harrison Fawcett è la versione british di Indiana Jones: altrettanto spericolato ma baffuto e con l'elmetto. All'inizio del Novecento, questa ex spia per conto del governo di Sua Maestà si trasforma in un eccezionale esploratore e compie una serie di incredibili spedizioni nel cuore dell'Amazzonia, ossessionato dalla ricerca dei resti di una civiltà sconosciuta, per secoli identificata con il mitico El Dorado. Si imbatte in tribù armate di frecce avvelenate, combatte contro coccodrilli, giaguari, pirafia, anaconda e insetti mortali. Nel 1925, durante l'ultima missione, scompare. Letteralmente. Nessuno saprà cosa ne è stato di lui. Molte spedizioni si sono susseguite, invano, alla ricerca dei suoi resti. Nessuna però è stata raccontata come questa di David Grann, giornalista pantofolaio, che decide di partire per l'Amazzonia per ripercorrere le tracce dell'ultimo, grande, esploratore vittoriano.
19,90

Da sola

La mia passione per gli ottomila

editore: Corbaccio

pagine: 303

Sono pochi gli alpinisti che hanno affrontato la sfida per eccellenza della loro disciplina: i quattordici ottomila
22,00

Dove gli uomini diventano eroi

di Jon Krakauer

editore: Corbaccio

pagine: 459

Patrick Daniel Tillman (1976-2004) è stato un famosissimo giocatore di football americano che in risposta agli attacchi dell'11 settembre abbandonò una folgorante carriera e si arruolò nei Rangers. Venne ucciso in Afghanistan da "fuoco amico". La morte di Tillman divenne una controversia nazionale quando si scoprì che il Pentagono non solo aveva tenuto nascoste per settimane le reali circostanze della sua morte, ma aveva intenzionalmente dato notizie false al fine di costruire un mito eroico per ottenere consenso dall'opinione pubblica sulla guerra. Krakauer racconta l'odissea tragica di Tillman mettendo in luce il suo carattere ed esaminando al tempo stesso le circostanze ancora poco chiare della sua uccisione. "La vita e la morte di Tillman hanno commosso milioni di persone. Questo libro non è una biografia, bensì il mio tentativo di comprendere i motivi profondi dell'animo umano. Come "Nelle terre estreme" anche qui desidero entrare nell'anima di una persona che ha tutto dalla vita e che vi rinuncia in nome di un ideale superiore." Basandosi sui diari e le lettere, sulle interviste alla moglie e agli amici, parlando con i commilitoni e recandosi personalmente in Afghanistan, Krakauer ci presenta il ritratto di una personalità complessa, fatta di umiltà, senso del dovere, patriottismo ma anche egocentrismo e machismo e ci regala un altro viaggio sconvolgente... nelle terre estreme.
18,60

Razzo rosso sul Nanga Parbat

di Reinhold Messner

editore: Corbaccio

pagine: 306

Scritto di getto nel 1970, all'indomani del più grande successo e della perdita più terribile - la salita del suo primo ottomila e la morte del fratello Günther che con lui aveva raggiunto la vetta del Nanga Parbat questo diario non avrebbe mai dovuto vedere la luce. Almeno secondo il capo spedizione, Karl Herligkoffer, che voleva essere il detentore dell'unica verità sulla "conquista" del Nanga Parbat. E che di fatto per anni accusò Messner di aver tradito lo spirito di gruppo, di non essere in realtà salito in cima, di aver scelto una via di discesa sbagliata e impossibile, di avere trascinato con sé il fratello meno in forma e di averlo abbandonato a morte sicura nei pressi della vetta. Ha taciuto tuttavia i suoi errori, primo fra tutti quello di aver usato un razzo di segnalazione di colore sbagliato, spingendo Messner a intraprendere l'ultimo tratto che lo separava dalla vetta senza attrezzare la via. Per decenni Messner ha urlato la sua verità, portando dentro di sé il dolore per la morte del fratello e per l'ingiustizia subita e solo con il ritrovamento del corpo di Günther, nel 2005, esattamente dove aveva detto che era stato travolto da una slavina, ha potuto ritrovare un po' di serenità. Nel frattempo è diventato il più grande alpinista di tutti i tempi. E ora, dopo quarant'anni, vuole tornare ancora una volta su quell'episodio terribile, con la testimonianza più diretta e immediata: il suo resoconto di allora.
22,00

K2

La montagna più pericolosa della Terra

editore: Corbaccio

pagine: 363

Con i suoi 8611 metri il K2 è la seconda montagna della Terra, nonché la più irraggiungibile
19,60

La montagna a modo mio

di Messner Reinhold

editore: Corbaccio

pagine: 357

La montagna a modo mio riassume il pensiero di Messner sulla vita che ha scelto
19,60

La montagna ed io

di Alexander Huber

editore: Corbaccio

pagine: 270

Alexander Huber: la perfetta armonia fra corpo e mente. A undici anni ha affrontato il suo primo quattromila, dal 1998 è arrampicatore professionista ed è considerato uno dei più bravi alpinisti al mondo. Con il fratello Thomas forma la famosa cordata Huberbuam ("i ragazzi Huber"). Insieme, Alexander e Thomas ottengono risultati straordinari, sulle grandi montagne del mondo così come sulle big wall della Yosemite Valley. Alexander è considerato uno dei pionieri dell'undicesimo grado nell'arrampicata sportiva e ha ripetutamente riscosso stupore e ammirazione con i suoi free solo mozzafiato. In questa appassionante autobiografia, Alexander Huber racconta i suoi successi più importanti, le sconfitte, le scelte giuste e quelle sbagliate, e mette a nudo i propri limiti - proprio lui che ha aperto parecchie vie spettacolari sulla roccia, che affascina con la sua creatività e caparbietà e sorprende per il modo in cui affronta il rischio. Parla di senso di responsabilità, delle tendenze più recenti nel mondo dell'alpinismo e di come il futuro degli sport alpini vada tutelato, tutti temi che emergono con immediatezza anche dalle conversazioni, che Alexander Huber ripropone nel suo libro, fra la giornalista Karin Steinbach e le persone - parenti e amici - che lo conoscono da vicino.
19,60

Malato di montagna

di Hans Kammerlander

editore: Corbaccio

pagine: 262

Chi è quest'uomo che non teme alcun rischio e che in montagna ha prestazioni quasi disumane? È lui stesso a parlarci di sé, a raccontarci la sua storia e il perché l'avventura estrema sia diventata per lui uno stile di vita. Hans Kammerlander ha cominciato a scrivere questo libro al campo base del Kanchenjunga, il primo dei tre ottomila che voleva scalare nella primavera del 1998, e lo ha continuato in ospedale dopo aver dovuto interrompere la sua "Trilogia" himalayana dal momento che, durante la sua discesa dalla montagna, gli si erano congelate le dita dei piedi. Ci racconta in modo coinvolgente la sua vita tra roccia e ghiacci, le sue avventure nella zona della morte, e della sua passione per la montagna che lo ha condotto, fin da giovanissimo, sulle più impervie pareti e sulle cime più alte del mondo.
19,90

Fiume di sangue. Un viaggio nel cuore infranto dell'Africa

di Tim Butcher

editore: Corbaccio

pagine: 399

Quando venne nominato corrispondente dall'Africa per il Daily Telegraph, Tim Butcher lesse il maggior numero di libri e articoli sull'argomento. L'unica costante che trovò nella tormentata storia di un continente dimenticato dalla crudeltà dei colonialisti belgi fino agli eccessi apocalittici di politici senza scrupoli -, di cui il Congo è l'emblema, fu il pesante fardello di sofferenza umana inflitto a generazioni di africani che sembrano condannati a vivere in un paese in cui le normali regole di sviluppo e progresso non sono ammesse. Ma ciò che fece crescere l'interesse di Tim per il Congo fu la scoperta che un altro reporter, Henry Morton Stanley, era stato inviato in Africa dal Telegraph più di un secolo prima. Per di più sua madre da bambino gli aveva raccontato di un viaggio che lei aveva fatto negli anni Cinquanta sul fiume Congo con un'amica. Per Tim il Congo diventa il totem che simboleggia l'Africa come continente mancato. In breve decide che la sua missione è partire sulle orme di Stanley per ripercorrere la rotta originale dell'esploratore, ma da solo. Zaino in spalla e poche migliaia di dollari nascosti negli stivali, dopo aver a lungo studiato le mappe dell'epoca coloniale e aver preso contatti con vari leader ribelli, Tim parte per il suo viaggio. Per tanti si tratta di un'avventura folle e suicida, ma Tim dentro di sé sa che per disfarsi del suo sguardo di sufficienza sull'Africa moderna e comprenderla correttamente, deve recarsi proprio lì dove tutto era cominciato.
20,00

Frêney 1961

Tragedia sul Monte Bianco

di Ferrari Marco A.

editore: Corbaccio

pagine: 235

Dalla Val Veny, poco sopra Courmayeur, il Monte Bianco appare come una cattedrale di neve e granito, su cui incombono seracchi
18,60

Vado a fare due passi

di Kerkeling Hape

editore: Corbaccio

pagine: 301

Ora potrei essere a casa, comodamente seduto sul mio divano preferito con una tazza di cioccolata bollente
17,00

La valanga di Selvapiana. La Grande Guerra: l'eroismo degli Alpini nelle Dolomiti del Comélico

di Italo Zandonella Callegher

editore: Corbaccio

pagine: 314

La "Strada degli Alpini" è una delle più belle vie ferrate dell'intero arco alpino e corre lungo il gruppo dolomitico del Popèra, nel Comèlico Superiore, in provincia di Belluno. Ancora oggi percorrerla significa percorrere con la memoria una delle pagine più importanti della prima guerra mondiale, quando lungo il Popèra si snodava il confine fra Italia e Austria. Italo Zandonella Callagher descrive un episodio dell'inverno 1916-1917, quando una valanga travolse più di quaranta riservisti impegnati a rifornire l'avamposto incaricato di conquistare il Passo della Sentinella. Il Passo, alla fine, fu conquistato ma all'inizio del 1917 incominciò il cedimento del fronte italiano che verrà spazzato via dalla grande offensiva austriaca nell'ottobre del 1917. Ma l'episodio della valanga per l'autore è semplicemente lo spunto per raccontare un pezzo di prima guerra mondiale combattuta dagli alpini, italiani e austriaci, di scalate effettuate con mezzi oggi impensabili e con la necessità di portare con sé pezzi di artiglieria pesante, rotoli di cavi telefonici per garantire i collegamenti, e approvvigionamenti per sopravvivere mesi in solitudine.
18,60

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