Hacca: Novecento
De l'infinito, universo e mondi. Manuale di esobiologia
di Sebastiano Vassalli
editore: Hacca
pagine: 328
Nei primi anni Settanta Sebastiano Vassalli è un autore che naviga dentro il grande mare della neoavanguardia e avverte nell'a
Capoversi su Kafka
di Franco Fortini
editore: Hacca
pagine: 94
"Potrebbero addirittura commuovere le parole che Franco Fortini rivolge a Kafka in un testo uscito sulla «Lettura» del 17 genn
La felicità è una cosa magnifica
di Pasquale Festa Campanile
editore: Hacca
pagine: 63
"Che Pasquale Festa Campanile fosse uno scrittore anomalo rispetto al proprio tempo ce lo suggeriscono i quattro racconti pubb
La masseria
di Giuseppe Bufalari
editore: Hacca
pagine: 400
Alcuni anni fa l'assistente sociale Giuseppe Bufalari fu inviato con una delicata missione in partibus infidelium: ossia a preparare il tribale agglomerato umano vivente all'ombra di una lontana masseria lucana alle magnifiche sorti della riforma e del progresso. Il Bufalari andò, insegnò, ma molto di più apprese per conto suo: apprese quale profondo contatto con la natura fosse presente in quei sottouomini ligi a superstizioni d'ogni genere e a stregonerie non contraddette dal persistente culto del quasi onnipotente San Rocco. Ora che la masseria non c'è più e su quel luogo è un grande bacino idrico; ora che quei regali miserabili stentano la vita in pianura, forse protetti e assistiti ma privi della magica pelle di capra (la melogna) necessaria alle fatture, lontani dai benefici genii dei loro lari (i "mummacielli") e privati, insomma, d'ogni per loro comprensibile ragione di vita, il Bufalari in un libro ch'è a mezza via tra il romanzo e il documentario - La masseria - ci racconta quella sua esperienza e scrive mostrando di aver compreso che ogni acquisto dell'uomo, ogni avanzamento del progresso è pagato da equivalenti perdite, anche se queste non appartengono alla sfera dell'economia.
Era l'anno del sole quieto
di Bernari Carlo
editore: Hacca
pagine: 361
Si ha un bel dire che a contare sono le storie
I terroni in città
di Compagna Francesco
editore: Hacca
pagine: 364
C'è davvero qualcosa di curioso in questo 'I terroni in città' di Francesco Compagna, dal titolo al tempo stesso secco e accat
Racconti del giorno e della notte
di Giuseppe Bonura
editore: Hacca
pagine: 276
"Giuseppe Bonura è stato un grande autore di racconti. Per vocazione e per necessità, com'è giusto che sia, perché il Novecento - il secolo al quale Bonura ha voluto conservarsi fedele con furiosa ostinazione - ha metodicamente costretto gli scrittori a misurarsi con i rigori della ferialità e addirittura con le spietatezze del mercato. Altra definizione discutibile, quest'ultima, che tuttavia trova una giustificazione almeno parziale nell'insistenza con cui, negli ultimi anni della sua vita, Bonura ha denunciato lo strapotere del "capitalismo energumeno", in un crescendo di invettive che costituiva in effetti una continua variazione del tema che, fin dall'esordio, gli era parso decisivo: il feroce dissidio che, nell'era industriale e post-industriale, oppone l'individuo alla massa. Era la sua cifra nel tappeto, la sua successione di Fibonacci." (dalla prefazione di Alessandro Zaccuri)
Gymkhana-Cross
di Luigi Davì
editore: Hacca
pagine: 316
"Davì pubblica i racconti di "Gymkhana-Cross" nel 1957, nella collana dei "Gettoni" di Einaudi diretta da Elio Vittorini. A ventotto anni il giovane collegnese apprendista meccanico da quando ne aveva quattordici, ha attraversato la guerra in calzoni corti e vive le prime scintille di rinascita, e sta per entrare a far parte - per pochi anni - di quella Fiat che già marcia a grandi passi per far crescere Torino e le sue industrie. Ci fu un tempo, dunque, in cui la classe operaia aveva un suo piccolo paradiso. Giornate lunghe in fabbrica - si lavorava anche il sabato, e senza tante recriminazioni - ma anche serate spensierate a caccia di fanciulle assai poco disponibili, bevute all'osteria con gli amici - le memorabili cappe di fumo stagnante appena sopra il mezzo litro di vinaccio allappante - e poi tante chiacchiere, tante illusioni, mentre gioventù passava e le ambizioni si tramutavano in un onesto matrimonio con prole e casetta in periferia. Il mondo raccontato da Luigi Davì in questa raccolta di storie minime - minimaliste, si direbbe adesso - è proprio quello di un ipotetico giovanotto d'altri tempi che, seppure con nomi diversi, sembra rincorrersi attraverso tutte le piccole vicende di vita quotidiana che costituiscono l'antologia ideale di un mondo antico e appartato, appena dietro l'angolo e ancora ben visibile nelle foto in bianco e nero dei nostri genitori. Vita di fabbrica - con scherzi goliardici inclusi e voglia di costruire qualcosa..." (Sergio Pent)
La tigre domestica
di Buzzi Giancarlo
editore: Hacca
pagine: 245
La pubblicità come sintomo dell'età del bisogno e della necessità dei consumi
L'Italia dei poveri
di Russo Giovanni
editore: Hacca
pagine: 380
Operai, contadini, emigranti, sacerdoti, prostitute, turisti sono i personaggi di questa Italia dei poveri
Dio di levante
di Raffaele Nigro
editore: Hacca
pagine: 412
"È sempre difficile - lo era diciassette anni fa, quando "Dio di levante" è venuto per la prima volta alla luce, lo è ancora di più oggi - concepire la narrativa quale estremo rimedio alla gran macchina del tempo che stritola e riduce tutto in polvere. Una letteratura da cliché impone regole spietate: la frantumazione dell'epica, l'apologia della cronaca, il destino degli individui quale discesa (senza ritorno) negli inferi. Eppure, per fortuna, non mancano esempi di scritture che anziché riprodurre la realtà, trasferendola pari pari nelle pagine dei libri, preferiscono reinventarla o riscriverla secondo le regole dell'epopea orale, secondo gli archetipi della tradizione omerica. Su questa traiettoria si dispone tutta l'opera di Raffaele Nigro, di cui "Dio di levante" rappresenta un suggestivo tassello, a partire dal suo protagonista, Pomponio Cantatore, marinaio e cantastorie vissuto a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento, uomo avido di esplorazioni geografiche, perennemente a caccia di favole e di leggende attraverso cui colmare la solitudine della propria fame creativa. Durante la sua vita Pomponio visita luoghi lontani e sconosciuti, incontra persone dal destino curioso ed eccentrico, si fa cantore e interprete dell'immenso bagaglio di memorie che proliferano sulle coste del Mediterraneo. Fino a quando, però, con il cambio di secolo, la civiltà dei miti segna il passo di fronte alla civiltà della tecnica che si fa strada con l'invenzione della macchina da presa." (Giuseppe Lupo)
Era di maggio
di De Seta Cesare
editore: Hacca
pagine: 245
In questo suo primo romanzo Cesare de Seta affronta un tema che finora era stato toccato più volte dalla saggistica, ma molto