Il mulino: Fondaz. per la scuola Compagnia San Paolo
I linguaggi della contemporaneità
editore: Il mulino
Processo al liceo classico. Resoconto di un'azione teatrale. Torino, Teatro Carignano, 14 novembtre 2014
editore: Il mulino
pagine: 167
C'è chi sostiene che il liceo classico debba essere abolito perché obsoleto, inutile o perfino dannoso e chi sostiene, invece, che sia l'unica scuola in grado di sviluppare la capacità di analisi e fornire quindi gli strumenti per affrontare con successo le complessità del presente. Chi ha ragione? Per cercare una risposta equilibrata, fondata sulle argomentazioni talvolta provocatorie, ma sempre stimolanti dei detrattori e su quelle, mai dogmatiche, dei sostenitori, la Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo ha organizzato un "processo al liceo classico". Ne sono stati protagonisti, assieme a un Pubblico ministero e a un Avvocato difensore d'eccezione (l'economista Andrea Ichino e lo scrittore, semiologo e filosofo Umberto Eco), alcuni testimoni altrettanto d'eccezione (matematici, scienziati, filosofi e scrittori), una vera e propria Corte, e tanti licei classici. Tante voci, tante diverse opinioni, tante valide ragioni hanno potuto esprimersi e alla fine la Corte ha emesso la sentenza: iL liceo classico è assolto dalle accuse ma, se vuole superare la crisi delle iscrizioni, dovrà aprirsi alle innovazioni, abbandonare certe rigidità d'impostazione e affiancare allo studio dei classici altre materie, indispensabili per affrontare la società del futuro.
Bambini che imparano meno? Gli effetti della riforma Gelmini nella scuola primaria
editore: Il mulino
pagine: 142
Attraverso la riduzione del numero degli insegnanti della scuola primaria, la riforma Gelmini, nota anche come riforma del Maestro unico, si proponeva di raggiungere tre obiettivi: riallineare alla media europea il rapporto tra alunni e insegnanti; consentire una migliore articolazione degli orari scolastici, per meglio armonizzazione le esigenze della vita lavorativa e della vita familiare e per accrescere le possibilità di partecipazione al lavoro delle madri; contenere la spesa pubblica. Il tutto senza peggiorare i livelli di apprendimento degli alunni. A tre anni dall'emanazione della riforma cosa è davvero accaduto? Abbiamo ottenuto la convergenza verso le medie europee e la riduzione dei costi, ma in misura inferiore rispetto alle aspettative iniziali; gli effetti sulla partecipazione al lavoro delle madri sono stati trascurabili; ma, soprattutto, si sono verificate conseguenze indesiderate sull'apprendimento degli scolari. Perché? Il lettore troverà in questo libro una rigorosa descrizione degli effetti della riforma e delle ragioni per cui tale intervento, almeno sul versante della funzionalità del sistema scolastico, non ha avuto esiti positivi.
Un giorno di scuola nel 2020. Un cambiamento è possibile?
editore: Il mulino
pagine: 229
La diffusione e l'evoluzione permanente delle tecnologie dell'informazione stanno determinando un profondo rivolgimento - se n
Innovazione e buone pratiche nella scuola
editore: Il mulino
pagine: 322
Perché le "buone pratiche" stanno suscitando tanto interesse nell'ambito del dibattito sulla scuola italiana? Perché confronta
Apprendere e innovare
editore: Il mulino
pagine: 213
In un mondo post-industriale in cui l'interazione in rete e la dimensione informatica vanno assumendo un ruolo centrale, e in cui si esigono dagli individui nuove competenze, la scuola è chiamata a svolgere un ruolo di primo piano, che comporta cambiamenti profondi rispetto a quanto oggi comunemente si pratica entro le mura delle aule e degli istituti scolastici. Le strategie prospettate nel volume si basano sulle più recenti ricerche nel campo delle scienze dell'apprendimento, e si caratterizzano come modalità innovative nell'organizzazione dell'insegnamento e nella strutturazione delle attività, miranti alla costituzione di contesti innovativi di apprendimento in grado di permettere agli alunni di sviluppare competenze adeguate all'epoca in cui viviamo. Un processo in cui la scuola non viene concepita come un'entità passiva, che debba semplicemente adeguarsi a quanto la società o l'economia richiedono, ma piuttosto come un soggetto in grado di interagire in modo strutturato e proficuo con l'ambiente che la circonda, e di sviluppare, facendo ricorso a studi scientifici in tema di apprendimento, modalità didattiche e organizzative dal carattere innovativo che le permettano di interpretare validamente il proprio ruolo sociale.
Sovranità, decentramento, regole. I livelli essenziali delle prestazioni e l'autonomia delle istituzioni scolastiche
editore: Il mulino
pagine: 217
Fra i problemi che il nostro paese deve affrontare nella riorganizzazione del sistema di istruzione e formazione, raramente viene citato quello relativo all'individuazione dei Livelli essenziali delle prestazioni (LEP). Eppure la costruzione di una cittadinanza unitaria "sociale" come limite al potere "politico" di differenziazione costituisce uno dei problemi cardine di ogni sistema realmente decentrato. Le formule utilizzate in alcune costituzioni europee per legittimare una competenza dello Stato finalizzata a soddisfare i LEP sono il frutto dell'espansione dell'idea saldamente radicata nelle costituzioni democratiche di eguaglianza sostanziale, che implica non solo interventi dei pubblici poteri ma ancor più esige che gli stessi interventi siano finalizzati a rimuovere le disuguaglianze di fatto. In questo volume si cerca di mettere in evidenza come l'introduzione di norme federalistiche renda non più rinviabile la precisa individuazione dei LEP. In altri termini non è possibile sviluppare la forma federalista dello Stato e decidere di conseguenza di assicurare il mantenimento di standard adeguati in alcuni campi fondamentali (sanità, assistenza e, appunto, istruzione) senza definire preliminarmente i LEP. Il punto di equilibrio va individuato nei contenuti con cui riempire quanto prescritto dalla Costituzione, da leggere in termini di difesa dei diritti e di adempimento degli obblighi di prestazione, piuttosto che come la semplice definizione di competenze dello Stato.
La scuola bene di tutti
editore: Il mulino
pagine: 204
Cosa si intende quando si dichiara che "la scuola è un bene di tutti"? Questo libro lo spiega basandosi su tre tesi fondamentali: la scuola è una istituzione troppo importante per poter essere "di parte" e non può essere concepita come oggetto di scontro politico; nella scuola si pongono i tasselli di quella cittadinanza che è alla base del bene sociale; infine, la scuola dev'essere aperta in egual misura a tutti e ordinata a misura di ciascuno. Gli autori trattano alcuni dei nodi problematici della scuola italiana: educazione civica e formazione della cittadinanza attiva, equità e strategie idonee per garantirla, educazione interculturale, promozione della creatività, impiego di metodologie cooperative. E concludono affermando che la strategia più efficace per far sì che la scuola sia davvero "bene di tutti" è quella di lavorare con le scuole e per le scuole, promuovendo la diffusione delle "buone pratiche" e sostenendo la valorizzazione professionale dei docenti e dei dirigenti scolastici. Un libro destinato non solo agli addetti ai lavori, ma a tutti quanti hanno a cuore le sorti della scuola italiana.
Personalizzare l'insegnamento
editore: Il mulino
pagine: 190
Questo agile volume mette a disposizione i risultati di una discussione internazionale fra studiosi ed esperti di vari paesi (Francia, Germania, Regno Unito, Danimarca, Canada) su un tema che apre nuove prospettive al sistema dell'istruzione, e al sistema educativo più in generale: la "personalizzazione" dell'insegnamento. Un approccio innovativo, che sposta il centro di gravità del processo educativo. Se il modello attuale vede un soggetto che eroga dall'alto - a un recettore tendenzialmente passivo prestazioni uniformi, standardizzate, indifferenziate, massificate, il modello positivamente discusso e proposto nel volume assegna un ruolo essenziale al destinatario del servizio, mirando al suo coinvolgimento attivo, e mobilitandone le capacità, potenzialità e risorse personali: da quelle cognitive a quelle sociali e creative. Ciò che ad uno stesso tempo meglio incontra le esigenze della società odierna, meno statica e uniforme rispetto a quella del passato, e meglio riflette il carattere dinamico delle aspirazioni e dei progressi degli individui.
Giovani a scuola. Un'indagine della Fondazione per la Scuola realizzata dall'Istituto Iard
editore: Il mulino
pagine: 336
La scuola italiana, oggi ancor più di un tempo, rappresenta una istituzione di frontiera rispetto ai mutamenti che attraversano la società, sospesa tra la necessità di trasmettere alle nuove generazioni i saperi e la cultura tradizionale e il bisogno non meno rilevante di mettere in grado i propri studenti di integrarsi efficacemente all'interno del mondo produttivo del futuro. Proprio questa sospensione tra presente e futuro e la sua fondamentale rilevanza strategica per i destini della società la pongono costantemente al centro del dibattito politico. I saggi presentati in questo volume si propongono di riconoscere ed interpretare le opinioni e i vissuti di una delle tipologie di attori fondamentali che costituiscono il sistema-scuola: gli studenti. Come vivono la scuola gli studenti italiani? Quali sono le attese che vengono riposte in essa? Quali le speranze per il futuro? E come sta cambiando la scuola dal loro punto di vista? Grazie a un'indagine rivolta agli studenti di scuola superiore di tutto il territorio nazionale, promossa dalla Fondazione per la Scuola e realizzata dall'Istituto Iard, viene offerto un approfondimento non solo sui percorsi scolastici degli intervistati, ma soprattutto sugli atteggiamenti, le valutazioni e le attese dei giovani rispetto a questo ambito relazionale e socializzativo centrale per la costruzione dell'identità individuale.