Libri di Alessandra Tarquini
La sinistra italiana e gli ebrei. Socialismo, sionismo e antisemitismo dal 1892 al 1992
di Alessandra Tarquini
editore: Il Mulino
pagine: 309
Questo libro ricostruisce i rapporti fra la sinistra italiana e gli ebrei, dal 1892, quando nacque il Partito socialista, alla
Storia della cultura fascista
di Alessandra Tarquini
editore: Il mulino
pagine: 248
Nel tratteggiare l'universo culturale fascista questo libro segue tre direttrici: la politica culturale del regime, la condizione delle diverse arti e discipline, l'ideologia che contrassegnò lo stato totalitario. Guardando alla politica culturale messa in atto dal partito e dal governo fascista l'autrice individua le scelte della classe dirigente al potere in Italia dal 1922 al 1945; concentrandosi sugli intellettuali e sugli artisti chiarisce la portata del contributo da essi fornito al fascismo. Viene così delineata l'ideologia fascista come un sistema di visioni, di ideali e soprattutto di miti, capace di orientare l'azione politica e di promuovere una precisa concezione del mondo.
Storia della cultura fascista
di Alessandra Tarquini
editore: Il mulino
pagine: 239
Nel tratteggiare l'universo culturale fascista questo libro segue tre direttrici: la politica culturale del regime, la condizione delle diverse arti e discipline, l'ideologia che contrassegnò lo stato totalitario. Guardando alla politica culturale messa in atto dal partito e dal governo fascista l'autrice individua le scelte della classe dirigente al potere in Italia dal 1922 al 1945; concentrandosi sugli intellettuali e sugli artisti chiarisce la portata del contributo da essi fornito al fascismo. Viene così delineata l'ideologia fascista come un sistema di visioni, di ideali e soprattutto di miti, capace di orientare l'azione politica e di promuovere una precisa concezione del mondo.
Il Gentile dei fascisti. Gentiliani e antigentiliani nel regime fascista
di Alessandra Tarquini
editore: Il Mulino
pagine: 381
Questo libro parla del rapporto che intercorse tra Giovanni Gentile e il fascismo dal 1922, quando il filosofo fu nominato Ministro dell'Istruzione nel primo governo Mussolini, al 1944 quando venne ucciso dai partigiani. L'autrice discute le varie reazioni, in termini di sostegno o di critica, che l'opera e il pensiero gentiliani suscitarono nel mondo fascista, fra esponenti del partito e membri del governo, filosofi, storici e giuristi, giovani fascisti e docenti universitari. Alcuni videro in Gentile il principale teorico del fascismo, lo difesero dalle critiche che egli ricevette negli anni fra le due guerre e ne condivisero il progetto politico e culturale. Altri, invece, che consideravano la sua influenza sulla cultura italiana un pericolo per il regime, lo avversarono strenuamente.