Libri di B. Garavelli
La Divina Commedia. Purgatorio
di Dante Alighieri
editore: Rizzoli
pagine: 468
Emerso dall'oscurità e dalle sofferenze dell'Inferno, Dante è pronto a proseguire il proprio incredibile cammino nell'Aldilà,
La Divina Commedia. Inferno
di Dante Alighieri
editore: BUR Biblioteca Univ. Rizzoli
pagine: 437
Capolavoro fondante della letteratura mondiale, la "Commedia" è opera di inesauribile potenza fantastica. La descrizione dantesca dell'Inferno ha forgiato il nostro immaginario: quella cavità buia, in cui ristagna un'aria fosca attraversata da lamenti è, per i lettori di oggi come per quelli di oltre sette secoli fa, il luogo elettivo del male. Mentre scendono da un girone al successivo Dante e Virgilio si imbattono in una galleria di personaggi capaci di imprimersi a fuoco nella memoria: la passionale Francesca da Rimini, l'orgogliosa eresia di Farinata degli Uberti, la curiosità insaziabile di Ulisse, il conte Ugolino e la sua atroce storia. Canto dopo canto, il viaggio del pellegrino Dante verso la salvazione ci conduce nel centro congelato della terra, all'origine del male, per uscire infine a riveder le stelle. Il commento di Bianca Garavelli offre un prezioso approfondimento e scioglie i passaggi più complessi. Ogni canto è introdotto da una presentazione ispirata ai riassunti introduttivi della "Commedia" "secondo l'Antica Vulgata".
Libro della pace col poema di Giovanna d'Arco
di Christine de Pizan
editore: Medusa Edizioni
pagine: 221
Il Libro della pace è un testo per molti aspetti originale e sorprendente. È stato scritto da un'autrice, Christine de Pizan, abituata a muoversi in un universo maschile, una scrittrice e poetessa che ha sempre affrontato nella sua scrittura i problemi del mondo femminile, difendendo da un punto di vista sociale e politico il ruolo delle donne nella colta e raffinata élite cortigiana della Francia del Quattrocento. Ma in questo caso Christine produce un'opera ancora più stimolante, per il suo tempo e anche per i lettori di oggi: un trattato sul buon governo, pieno di consigli acuti e concreti, e sempre mediati da un'autentica, profonda fede, su come ottenere e gestire l'imprendibile tesoro della pace. Dedicato al delfino Luigi di Francia, duca di Guyenne, e scritto in occasione della conquista di una pace sia pure non durevole nel tragico volgersi di eventi della Guerra dei Cento anni, presenta una sorprendente particolarità: è stato ultimato nel 1413, cioè cento anni prima di un altro trattato sul buon governo, destinato a diventare una pietra miliare nel suo genere, Il Principe di Niccolò Machiavelli. Il volume è arricchito da una breve, ma straordinaria opera in poesia: il Poema di Giovanna d'Arco, un testo unico, in quanto l'unico scritto quando l'eroina della travagliata Francia del Quattrocento era ancora in vita, ma anche l'ultimo di questa autrice, Scrive Bianca Garavelli nell'Introduzione.
Il dibattito sul «Romanzo della Rosa»
editore: Medusa Edizioni
pagine: 172
Nel 1236 Guillaume de Lorris scrive circa quattromila versi di un poema che intitola "Romanzo della Rosa". Non passa nemmeno mezzo secolo che un altro poeta, Jean de Meun, completa l'opera arrivando a comporre quasi ventiduemila versi. Ma è come se sotto lo stesso titolo fossero racchiuse due opere diversissime: la parte di Guillaume de Lorris, scritta con grazia e pudore, s'interrompe prima che avvenga l'unione amorosa con la Rosa, allegoria del sesso femminile, mentre quella di Jean de Meun narra la conquista della Rosa con un tono sfrontato dove si mette in scena una vera e propria unione carnale. In mezzo, molti personaggi che definiscono l'universo cortese in cui la donna è irraggiungibile e amata da lontano, mentre con Jean de Meun tutto diviene più dissacrante e quasi borghese. Un secolo dopo, la prima femminista moderna, Christine de Pizan, autrice della Città delle dame, scrive un'invettiva contro de Meun, e dall'altra parte trova l'umanista francese Jean de Montreuil, affascinato da un certo "paganesimo sorridente" del Romanzo. Fra i due anche il cancelliere Jean Gerson, che si schiera con Christine contro la manipolazione del Romanzo da parte di Jean de Meun. Questo libro riunisce tutte le parti dell'avvincente dibattito, i carteggi, i vari scritti dei protagonisti, a favore o contro il Romanzo della Rosa.
Dante e Beatrice
di Étienne Gilson
editore: Medusa Edizioni
pagine: 189
Perché Dante ha scritto la Commedia? Per amore. Mantenere una promessa d'amore, fatta nell'ultimo capitolo della "Vita Nuova", è la ragione principale per cui, secondo Étienne Gilson, l'altissimo Poeta di Firenze ha deciso di impegnarsi nell'impresa del suo capolavoro. Grande studioso di cultura filosofica medievale, l'autore dedica a Dante questi nove saggi, mostrandone il legame indissolubile, vitale sorgente d'ispirazione, con la "bambina di Firenze" che è il personaggio meno fittizio di tutta la Commedia. Spaziando dalla genesi delle "ombre" dell'aldilà allo studio dell'influenza di Dante sugli artisti francesi dei secoli successivi, Gilson offre un ritratto del poeta pieno di risvolti inattesi.