Libri di Derek Walcott
Egrette bianche
di Derek Walcott
editore: Adelphi
pagine: 189
"Egrette bianche", la quattordicesima raccolta di poesie di Derek Walcott, fonde elegia e rapsodia, sul ritmo di temi ricorrenti come l'eredità coloniale e lo spettro dell'impero, l'approssimarsi della morte e la scomparsa degli affetti, l'insofferenza per il turismo ("una schiavitù senza catene, senza sangue sparso") e un amore per il viaggio vissuto nella consapevolezza - per citare Orazio - che "chi va per mare cambia cielo, non animo". Iosif Brodskij ha paragonato la poesia di Walcott alle onde di marea, a frangenti che montano, si ritirano e tornano a lambire la costa, mentre la magnificenza del suo linguaggio e la profusione di immagini evocano la lussureggiante natura delle Indie Occidentali. E il lettore non potrà che restare abbacinato a osservare "queste egrette / che incedono sul prato in truppe scomposte, bianche insegne / che arrancano derelitte; sono i rimpianti / scoloriti delle memorie di un vecchio, le loro strofe mai scritte. / Pagine che svolazzano come ali sul prato, segreti svelati".
Il levriero di Tiepolo. Testo inglese a fronte
di Derek Walcott
editore: Adelphi
pagine: 339
In versi che scivolano uno sull'altro come onde, il poema dispiega lento i suoi temi, come un romanzo. Parla della silenziosa preghiera dell'arte, della memoria che stinge come il colore dei dipinti. E dell'esilio, emblema di quel senso di estraneità che alcuni si portano dentro ovunque, in ogni istante. Come Walcott (Nobel per la letteratura 1992) e il suo conterraneo Pissarro, separati da cento anni di storia, ma appartenenti entrambi a minoranze etniche e religiose, metodista il primo, sefardita il secondo. Due esuli volontari, che hanno scelto i climi freddi di New York e di Parigi. Due artigiani dalle vocazioni parallele, devoti allo studio del paesaggio e della luce.