Libri di Derrick De Kerckhove
La rete ci renderà stupidi?
di Derrick De Kerckhove
editore: Castelvecchi
pagine: 48
Google ci rende veramente stupidi? A partire dalla celebre domanda posta dallo studioso americano Nicholas Carr, Derrick de Kerckhove, erede di Marshall McLuhan e guru dell'era digitale, si inoltra nell'universo della rete problematizzandone gli impatti sul nostro modo di pensare, sulle facoltà cognitive, sulle capacità mnestiche. Chi di noi non usa Google? Chi può vivere oggi senza la rete? Che conseguenze hanno sulla nostra vita Facebook e Twitter? De Kerckhove affronta il fondamentale cambiamento epistemologico che stiamo vivendo, che rivoluziona modi dell'essere nutriti per secoli quali pazienza, memoria, attenzione, ascolto, silenzio, lettura, per scoprire, attraverso le sue riflessioni, i pericoli ma anche le enormi potenzialità della rete.
Psicotecnolgie collettive. Meet the media guru
di Derrick De Kerckhove
editore: Egea
pagine: 92
"Il tuo pensiero avviene dentro o fuori la tua testa, o in entrambi i modi? Una mole sempre crescente di sapere si trova fuori dalla nostra testa, una porzione sempre maggiore di esso viene condivisa dall'utente e dal mondo esterno".
Il sapere digitale. Pensiero ipertestuale e conoscenza connettiva
editore: Liguori
pagine: 80
Il sapere digitale prende forma tra pubblico e privato, tra comunità e individuo, tra accesso condiviso e soggettività. Nell'era del tag e del social bookmarking ciascuno di noi diviene strumento e motore di ricerca, per se stesso e per gli altri. La Rete trasferisce ad ogni singolo utente una dimensione ipertestuale, attraverso la socializzazione dei nostri processi cognitivi on line. Il brain frame digitale si estende alla Rete.
Dall'alfabeto a internet. L'homme «littéré»: alfabetizzazione, cultura, tecnologia
di Derrick De Kerckhove
editore: Mimesis
pagine: 199
C'è una differenza radicale fra le culture orali e le culture della scrittura? Ci sono differenze specifiche fra i diversi tipi di scrittura? I diversi tipi di scrittura possono favorire l'emergere di specifiche attitudini culturali? Domande di questo tipo, che derivano direttamente dall'elaborazione di McLuhan sul tema della comunicazione e dei media, sono affrontate da Derrick de Kerckhove in questo libro. Sappiamo bene che la comparsa dell'alfabeto fonetico greco-romano ha favorito l'emergere di un nuovo modo di pensare la realtà, la persona e la società. Ma quali passaggi sono stati necessari, attraverso quali modalità queste trasformazioni sono emerse? E, per esempio, come si è evoluto il primo nucleo di autorappresentazione nato nel teatro greco fino a diventare il soggetto moderno? Se l'uomo non ha mai cessato di sperimentare su se stesso, sulla propria psiche, gli effetti di ritorno delle proprie invenzioni, questa sperimentazione ha assunto forme diverse a seconda degli strumenti di comunicazione di volta in volta fondamentali nelle varie civiltà. Dall'alfabeto a Internet, dunque, ci sono continuità e discontinuità. Ma se oggi siamo al tramonto dell'uomo alfabetico e all'emergere di una nuova formazione culturale e antropologica, ciò avviene perché è il linguaggio, lo strumento e l'ambito di mediazione fondamentale tra noi e il mondo, che sta cambiando con l'avvento della società in rete.
La civilizzazione video-cristiana
di Derrick De Kerckhove
editore: Feltrinelli
pagine: 232
De Kerckhove ricostruisce la storia dell'Occidente come un fitto intreccio di virate tecnologiche e trasformazioni della coscienza collettiva. L'alfabeto fonetico e la scrittura lineare hanno impresso la prima svolta fondamentale. Lo sviluppo della propensione occidentale all'astrazione ha origine con questa tecnologia che a livello neurologico si traduce in un'ipertrofia dell'emisfero sinistro. Ma sono soprattutto l'ebraismo e il cristianesimo ad appropriarsi di queste tecniche (Dio è il Verbo) e a forgiare la coscienza collettiva, creando una civiltà visuale. A conferma di questa tesi è ricordato l'irresisitbile impatto televisivo che papa Wojtyla ha saputo esercitare e il fenomeno americano del tele-evangelismo.
Transpolitica. Nuovi rapporti di potere e di sapere
editore: Apogeo
pagine: 235
Ogni rete di blogger, tribù urbana, comunità virtuale, flash mob o smart mob oscillante tra lo spazio fisico e quello elettronico genera una "comunicrazia", la quale si manifesta come la forma di potere liquida della postmodernità instaurata in ogni situazione in cui una comunità vibra all'unisono, in uno stato di comunione, attorno a una comunicazione. Tale configurazione vale e funziona nel tempo e nello spazio in cui si realizza una tale frizione. In questi casi la legge dello stato cede il passo alla legge del gruppo. Ciò fa sì che la sovversione maturata negli interstizi della vita quotidiana, all'ombra della politica o nell'undernet, tragga la sua linfa vitale dalla dimensione simbolica e affettiva ancor prima che politica. Da questa sensibilità "transpolitica" viene trasformata in rovine la spessa corazza della modernità. Le manifestazioni apparentemente più banali o frivole come Second Life, le chat line, i giochi di ruolo, gli scherzi e le buffonate dei nuovi joker liberano nell'etere i tanti fantasmi che compongono l'immaginario collettivo, e premono affinché esso plasmi la realtà fisica a sua immagine e somiglianza.