Libri di Giovanni Floris
Il gioco
di Giovanni Floris
editore: Solferino
pagine: 416
Quando Rossella Catrambone, studentessa modello, scompare, è inevitabile che i sospetti si appuntino sui due ripetenti bulli d
L'alleanza. Noi e i nostri figli: dalla guerra tra i mondi al patto per crescere
di Giovanni Floris
editore: Solferino
pagine: 240
Un gruppo di adolescenti è radunato in cima a una discesa, su un tratto chiuso della tangenziale di Roma
L'invisibile
di Giovanni Floris
editore: Rizzoli
pagine: 237
Antonio e Fausto non potrebbero essere più diversi: il primo, cinquant'anni in jeans e T-shirt, vive di lavoretti in un appart
Ultimo banco. Perché insegnanti e studenti possono salvare l'Italia
di Giovanni Floris
editore: Solferino
pagine: 210
È il primo banco e l'ultimo, è il banco di prova
Ultimo banco. Perché insegnanti e studenti possono salvare l'Italia
di Giovanni Floris
editore: Solferino
pagine: 208
È il primo banco e l'ultimo, è il banco di prova
La prima regola degli Shardana
di Giovanni Floris
editore: Feltrinelli
pagine: 336
A Prantixedda Inferru, nel cuore dell'Ogliastra, è un'estate da quarantacinque gradi all'ombra (ma senza l'ombra) quando Raffa
La prima regola degli Shardana
di Giovanni Floris
editore: Feltrinelli
pagine: 335
A Prantixedda Inferru, nel cuore dell'Ogliastra, è un'estate da quarantacinque gradi all'ombra (ma senza l'ombra) quando Raffaele, Giuseppe e Sandro arrivano nel paesino con una missione molto improbabile: far rinascere la locale squadra di calcio e vincere la Coppa Sarda. Problema numero uno: il sindaco corrotto del paese e un milionario senza scrupoli remano contro, e con grande energia. Problema numero due: uno degli amici forse sta giocando contro la sua stessa squadra. Problema numero tre: quale sarà mai la prima regola degli Shardana? In una trama ricca di colpi di scena, Giovanni Floris sorprende tutti con una nuova declinazione della commedia all'italiana: la commedia alla sarda. Al centro, quattro personaggi: Giuseppe, il giornalista stanco di intervistare politici e che sogna il riscatto calcistico; Raffaele, imprenditore che ha vissuto un'unica stagione da leone e sogna la riscossa; Sandro, il buffone senza macchia e senza paura che sogna di diventare come Dario Fo; Michela, la ragazza dagli occhi verdi decisa a salvare gli amici da se stessi - mentre sogna Raffaele. E sullo sfondo di una Sardegna al di là di ogni luogo comune: un Presidente per caso, un Cavaliere furente, un amore contrastato, una squadra arcobaleno, uno scontro tra mafiosi rom e spacciatori genovesi, un campione del mondo in vacanza, uno zoppo sulla fascia destra... E l'amicizia. Quella che lotta per tenere insieme la vita, in campo e fuori.
Quella notte sono io
di Giovanni Floris
editore: Rizzoli
pagine: 235
La memoria è un animale strano. Passi una vita a cercare di domarla, a convincerti che ci sei riuscito, e poi basta un attimo per renderti conto che sei solo un illuso. Per Stefano quell'attimo arriva insieme a un telegramma che lo porta indietro di ventisette anni, alla notte che lo ha reso l'uomo che è: una convocazione, di questo si tratta,, un appuntamento con il passato che non può più rimandare. Insieme a lui al casale, in quel tranquillo weekend estivo, ci sono loro, gli amici del liceo, ed è dalla maturità che non si vedono: Margherita, che come lui - lo capisce dalla luce nel suo sguardo - non si è perdonata, Silvia e Lucio, che invece si sono perdonati tutto, e poi Germano, che di quel gesto assurdo, forse, non ha ancora capito nulla. A riunirli è stata la madre di Mirko, il ragazzo troppo diverso da loro che in quella maledetta gita hanno trasformato prima in vittima e poi in nodo irrisolto di giganteschi sensi di colpa. Ma è subito chiaro che il pomeriggio sarà più lungo del previsto, perché, come su un palcoscenico, sfilano davanti ai loro occhi spaesati i protagonisti di quei giorni, in un processo finalmente in grado di mettere a nudo una verità che nessuno degli imputati ha mai immaginato. Giovanni Floris raccoglie le domande che ci pongono i troppi casi di violenza tra i giovanissimi e ne fa un romanzo sulla responsabilità che abbiamo nei confronti del nostro futuro. Perché non esistono vittime e carnefici se sappiamo riconoscere il diritto di essere tutti diversi.
Il confine di Bonetti
di Giovanni Floris
editore: Feltrinelli
pagine: 216
Un'ultima notte da leoni con gli amici di sempre, una soltanto. Cosa può esserci di male? E invece il notaio Ranò, facoltoso borghese romano, si ritrova in cella, e poi davanti a un magistrato. E la verità viene fuori. Non solo il racconto della folle serata in cui è naufragata la reunion, ma, come un fiume in piena, la confessione di una vita, delle avventure di un ragazzo e del suo eterogeneo drappello di compagni. Con al centro di tutto lui, il grande amico che ce l'ha fatta, Marco Bonetti, famoso regista finito con lui in carcere... Nella "confessione" di Ranò si dipana così un percorso di formazione illuminato da una grande amicizia maschile, tra catastrofi sentimentali e bravate al limite del decoro, vacanze sbagliate e meravigliose, giri in motorino nel gelo di una Roma vissuta e amata. Come abbiamo perso di vista i sogni di quando eravamo giovani? Qual è il confine tra adolescenza e vita adulta, tra possibilità e rimpianto, tra successo e tradimento? E quando è troppo tardi per capirlo? La storia del notaio Ranò e del regista Bonetti è anche la storia di una generazione, i ragazzi degli anni ottanta: quelli del riflusso, della televisione commerciale, del pentapartito, del crollo delle ideologie mondiali. Ma anche quelli, forse gli ultimi, che hanno vissuto l'adolescenza come un periodo magico e pieno di possibilità, con l'idea di potercela fare, contando solo sulle proprie forze.
Il confine di Bonetti
di Floris giovanni
editore: Feltrinelli
pagine: 216
Un'ultima notte da leoni con gli amici di sempre, una soltanto
Decapitati. Perché abbiamo la classe dirigente che non ci meritiamo
di Giovanni Floris
editore: Rizzoli
pagine: 314
La nostra classe dirigente non ci piace più, e non solo a noi. Sono stati sfiduciati dalla stampa mondiale, dal mercato e a guardarli in faccia si nota che sono piuttosto sfiduciati loro stessi. Suonano lontane le parole di Alcide De Gasperi: "Badate che nella vita pubblica non importerà tanto quello che voi direte, ma quello che voi sarete". In questi sessanta anni, chi lo ha ascoltato? In pochi, tra i politici di oggi; ed in pochi anche tra noi cittadini, che li abbiamo scelti e tollerati. Ora i nostri capi si stanno incamminando sul viale del tramonto ed è una vera e propria emorragia. Politica, economia, cultura: da dove viene la crisi di leadership che ha decapitato l'Italia? Alla ricerca di spiegazioni, esempi, idee, Giovanni Floris si imbarca in un'avventura nella storia della nostra repubblica. Osserva le eterne dicotomie d'Italia, incarnate tanto da Cavour e Garibaldi quanto da Agnelli e Marchionne, o da Totti e Baggio. Analizza capi del male come Totò Riina e capi del bene dal carisma universale come Giovanni Paolo II. Ci ricorda le volte in cui ci siamo affidati (sbagliando) all'Uomo del Destino, e quelle invece in cui abbiamo messo sul ponte di comando leader normali: i De Gasperi e i Pertini, i Ciampi e gli Amato che, magari senza emozionarci tanto, hanno saputo tirarci fuori da momenti di crisi gravissima. Non ci serve un Uomo della Provvidenza, suggerisce Floris, ci serve una nuova dirigente tutta intera.
Zona retrocessione. Perché l'Italia rischia di finire in serie B
di Giovanni Floris
editore: Rizzoli
pagine: 247
Nel 2009, nessun italiano in classifica, tra le cinquanta figure che hanno plasmato il decennio o i fra i cento libri dell'anno. "Zero tituli". A costruirci un'immagine di simpatici ma inetti cafoni non sono solo antichi stereotipi, ma anche fatti e comportamenti reali. Tanto per cominciare il maggior debito pubblico dell'UE, 1821.9 miliardi di euro. Ma anche tasse tra le più alte, la giustizia più lenta, infrastrutture inefficienti e costosissime. In tutta Italia ci sono 230 chilometri di rete metropolitana; nella sola Londra, 408. Per un contenzioso su un assegno a vuoto impieghiamo 645 giorni; in Olanda, 39. Per avviare un'impresa ci vogliono circa 5000 euro e 62 giorni di scartoffie; in Usa, 170 dollari e 4 giorni. Nell'indice di libertà economica strutturato dal "Wall Street Journal" siamo al 74° posto, dietro al Botswana. E negli ultimi dieci anni la qualità della nostra vita è peggiorata. Esportiamo più giovani professionisti di chiunque altro, un esodo di cervelli da quasi due miliardi di dollari. Giovanni Floris illustra con dati, inchieste, aneddoti e notizie quello che nessuno ha il coraggio di dirci: quanto siamo caduti in basso, e come è successo. Rivela come ci vedono davvero gli altri Paesi e quanti investimenti mancati ci costa questa immagine. Chiede conto a una politica che non rimuove gli ostacoli alla crescita e ha smesso di fare il nostro interesse. Perché ormai, per l'Italia, navigare in zona retrocessione non è più solo imbarazzante. Può essere fatale.