Libri di Hugo von Hofmannsthal
Le parole non sono di questo mondo. Lettere al guardiamarina E. K., 1892-1895
di Hugo von Hofmannsthal
editore: Quodlibet
pagine: 130
Tra i carteggi tenuti da Hugo von Hofmannsthal (1874-1929), le lettere scambiate in gioventù con Edgar Karg (1872-1905) occupa
L'uomo difficile. Testo tedesco a fronte
di Hugo von Hofmannsthal
editore: Quodlibet
pagine: 230
Secondo il giudizio pressoché unanime della critica e degli storici della letteratura, L'uomo difficile (1921) costituisce il vertice della produzione e della maturità del poeta e drammaturgo austriaco Hugo von Hofmannsthal (1874-1929). Il protagonista della commedia, il conte Hans Karl Bühl, è uno scapolo facoltoso dell'aristocrazia viennese, appena rientrato dal fronte dopo il disastro della Grande Guerra. Nella apparente contraddizione tra il fascino innato, che lo rende seduttore involontario, e il suo "difficile" rapporto con la parola e con l'azione, troviamo riunite e risolte, per la prima volta in un unico personaggio, le "antinomie" hofmannsthaliane dell'esistenza: essere e divenire, fedeltà e metamorfosi, caso e necessità; ma soprattutto parola e silenzio, ove il silenzio è da intendersi come l'inesprimibile che affiora alla luce nello spazio a volte opaco della relazione, esposta per sua natura al rischio del malinteso, della falsificazione. Nella cornice insieme fatua e brillante di una serata mondana nella quale si decideranno i destini di Hans Karl e della giovane e volitiva Helene Altenwyl, si sbrogliano come per miracolo i nodi della vicenda.
Elettra. Testo tedesco a fronte
di Hugo von Hofmannsthal
editore: Garzanti
pagine: 238
"Elettra" andò in scena a Berlino, nel 1903: in pochi giorni ventidue teatri si assicurarono il lavoro, e si esaurirono tre ed
Hofmannsthal tradotto da Cristina Campo
di Hugo von Hofmannsthal
editore: Ripostes
pagine: 32
"Degli scritti giovanili - le prose di Loris - si sono scelti, nella versione di una giovanissima Vittoria Guerrini (la futura Cristina Campo), quelli che meglio valgono ad illuminare, per confessione diretta, lo sviluppo spirituale del poeta" (dalla premessa di Alessandro Tesauro).
Lettera di Lord Chandos
di Hugo von Hofmannsthal
editore: Mimesis
pagine: 209
La "Lettera di Lord Chandos", opera che il poeta e drammaturgo austriaco Hugo von Hofmannsthal pubblica nel 1902 e che si situa a pieno titolo all'interno del dibattito filosofico fra XIX e XX secolo sull'essenza e il ruolo del linguaggio, dibattito che in Germania e in Austria coinvolge, fra gli altri, autori quali Mauthner, Nietzsche, Wittgenstein e Mach, continua a costituire ancor oggi un punto di riferimento fondamentale nello sviluppo di tale riflessione. È possibile riconoscere come con il "Chandosbrief" si abbia a che fare non tanto con un caso di "scepsi linguistica", quanto piuttosto con uno dei momenti in cui il trionfò della parola, nel suo tentativo di rinvenire i propri fondamenti e i propri presupposti, assume la sua forma più alta e significativa: l'opera ci pone di fronte al mistero dell'uomo nel suo rapporto con quell'orizzonte di totalità che egli aspira a esprimere, e che questo volume tenta di ripercorrere in una dimensione comparativa fra la filosofia, la storia della letteratura, la poesia, la storia dell'arte, la psicologia e il pensiero politico.
Elena. Variazioni sul mito
editore: Marsilio
pagine: 224
Tra i tipi femminili tramandati dall'antichità, Elena rappresenta un unicum
Le nozze di Sobeide-Il cavaliere della rosa
di Hugo von Hofmannsthal
editore: Adelphi
pagine: 202
Nel 1959 usciva, nella Collana Cederna di Vallecchi, il quinto volume delle Opere di Hugo von Hofmannsthal. Volume a dir poco eccezionale, che proponeva nella traduzione di Landolfi il "Cavaliere della Rosa" - con cui la vicenda complessa e armoniosa dei rapporti fra Hofmannsthal e Strauss tocca il vertice della perfezione - e insieme il meno noto "Le nozze di Sobeide", un canto "così colmo di parole profonde e grandi su grandi e profonde cose umane" ha scritto Theodor Lessing "che nessuno l'ascolterà senza provarne meraviglia". Un dittico sapientemente giocato sui contrasti, dunque: all'incantevole leggerezza del Cavaliere fa da contrappunto la cupa bellezza di un dramma in versi dove la temeraria sincerità di Sobeide, che confessa al Ricco Mercante sposato per desiderio del padre il suo amore per il giovane Ganem, e la malinconica lungimiranza del vecchio, che sceglie di lasciarla libera, trovano grazie alla versione landolfiana accenti di alta poesia.