Libri di Ian Fleming
Chitty Chitty Bang Bang
di Ian Fleming
editore: Adelphi
pagine: 158
Chitty Chitty Bang Bang - la Paragon Panther rimessa a nuovo dall'eccentrico comandante Caractacus Pott - non è una macchina d
Si vive solo due volte
di Ian Fleming
editore: Adelphi
pagine: 240
Su James Bond, ormai, si direbbe calato il sipario: non è più neanche l'ombra dell'agente «duro e audace» - il migliore fra qu
Contrabbandieri di diamanti
di Ian Fleming
editore: La nave di teseo
pagine: 160
Nel pieno della Guerra Fredda, John Blaize, un agente segreto al servizio della International Diamond Security Organization, i
Thrilling cities
di Ian Fleming
editore: La nave di Teseo
pagine: 288
Tra il 1959 e il 1960 Ian Fleming, il creatore di James Bond, viene inviato dal "Sunday Times" a raccontare quattordici città
Al servizio di Sua Maestà. 007
di Ian Fleming
editore: Adelphi
pagine: 277
Quando sulla strada per Royale-les-Eaux James Bond si vede sorpassare e seminare da una Lancia Flaminia Spider Vignale, ancora
Solo per i tuoi occhi
di Ian Fleming
editore: Adelphi
pagine: 210
Per la prima volta Fleming si presenta a noi nelle vesti di scrittore di racconti: e le sorprese non mancano, anche se il prot
La spia che mi ha amata
di Ian Fleming
editore: Adelphi
pagine: 172
Se qualcuno gli avesse detto che era un romanzo sperimentale, Fleming lo avrebbe probabilmente inseguito con la frusta
Thunderball
di Ian Fleming
editore: Adelphi
pagine: 270
Dopo aver scritto Goldfinger - e molto prima che Broccoli e Saltzman, a Hollywood, cominciassero a darsi da fare - Ian Fleming
Goldfinger
di Ian Fleming
editore: Adelphi
pagine: 295
Può essere che Ian Fleming, come spesso gli accadeva, abbia usato Goldfinger per regolare qualche conto, o sublimare alcuni de
Il dottor No
di Ian Fleming
editore: Adelphi
pagine: 269
Dopo cinque romanzi, Ian Fleming confessò al suo amico Eric Ambler di avere finalmente capito quali fossero gli ingredienti base per una delle sue (delle loro) storie: «ragazze nude, spie, e armi nucleari», meglio se ospitate sulla stessa isola. Di isole adatte al sesto episodio di 007 Fleming ne aveva visitate parecchie, e la più attraente era senz'altro Great Inagua, nelle Bahamas: colonie di uccelli rari protetti dalla Audubon Society, grandi paludi, mangrovie, granchi giganti assai temibili - e guano ovunque. Anche la trama era già pronta, bastava prendere un trattamento per la televisione americana di qualche anno prima, mai realizzato, in cui Fleming aveva ipotizzato che una misteriosa, potentissima organizzazione criminale possedesse apparecchiature in grado di deviare i missili intercontinentali americani. Bisognava solo trovarle un capo, magari prestandogli qualche tratto di un cattivo per antonomasia, il dottor Fu Manchu, e il gioco era quasi fatto. Cosa mancava? Ah già, le ragazze nude, almeno una. Be', qui Fleming giocava sul sicuro, tanto da potersi permettere di non aspettare gli arzigogolati rituali di accoppiamento del suo 007, presentandoci Honeychile, appena uscita dall'acqua, nella stessa veste in cui, da allora, è impossibile non continuare a immaginarla.
I diamanti sono per sempre
di Ian Fleming
editore: Adelphi
pagine: 247
Chi conosce i libri di Ian Fleming sa che l'agente 007, in realtà, indaga sempre e soltanto sulle ossessioni private del suo autore. Come, qui, il commercio internazionale di diamanti, che Fleming scoprì leggendo un lungo pezzo uscito nel 1954 sul "Sunday Times" a proposito di un traffico di preziosi fra New York e la Sierra Leone (gli stessi set del romanzo) , e poi dedicandosi quasi per un anno a ricerche e interviste negli Stati Uniti. A leggerlo bene, "I diamanti sono per sempre" è quindi una specie di reportage romanzesco, e una delle sorprese che ci riserva sono le maniacali descrizioni di bar, ristoranti, alberghi, motel, autostrade, deserti americani: polaroid estremamente nitide, che messe l'una accanto all'altra raccontano un sogno che poco a poco si trasforma in un incubo - ad aria condizionata. Poi arrivano le sorprese che in fondo ci aspettiamo, come i crudeli rituali e le infernali macchinazioni della malavita americana, ricostruiti con la demoniaca precisione cui Fleming ci ha abituato. Un quadro già complesso, ma quando entra in scena la Bond Girl più spiccia e sentimentale di tutte, Tiffany Case, le cose si complicano quasi troppo - persino per Bond.
Casino Royale
di Ian Fleming
editore: Adelphi
pagine: 227
Il 15 gennaio del 1952, quando si siede alla scrivania di Goldeneye, la sua villa in Giamaica, Ian Fleming non ha idea di cosa scriverà. Parte dal nome del suo personaggio, rubato a un allora celebre ornitologo, e dal ricordo di una partita a carte al Casino di Lisbona, nel 1941. Il primo James Bond nasce così, ed è un romanzo molto diverso da come forse lo stesso Fleming amava raccontarlo. Le scene sono poche, non più di quattro, i veri personaggi anche meno. James Bond impareremo a conoscerlo meglio, perché qui è ancora nei panni - eleganti, spiritosi, crudeli - di Ian Fleming. Ma l'abominevole Le Chiffre, e il suo occhio quasi bianco, non li dimenticheremo, come difficile sarà scordare la Bond Girl forse più letale, la sublime Vesper Lynd. Tutto dunque comincia da qui, dall'odore nauseante di un casinò alle tre del mattino. E la speranza è che duri il più a lungo possibile.