Libri di Jean Genet
Palestinesi
di Jean Genet
editore: Il Saggiatore
pagine: 264
Per Jean Genet la Palestina si divide in oppressi e oppressori, e non ha dubbi su chi ricopra l'uno o l'altro ruolo
Il funambolo
di Jean Genet
editore: Adelphi
pagine: 221
Un giorno in uno squallido scompartimento di terza classe, lo sguardo di Genet incontra quello di un ignoto viaggiatore dall'a
Querelle de Brest
di Jean Genet
editore: Il saggiatore
pagine: 318
Un marinaio omicida, Querelle, segreto oggetto di desiderio del suo capitano Sablon, si lascia andare a un calvario di esperie
Notre-Dame-des-Fleurs
di Jean Genet
editore: Net
pagine: 216
La trama sembra dare vita a una sorta di balletto rituale tra figure archetipiche: il Magnaccia, la Checca, l'Assassino, il So
Miracolo della rosa
di Jean Genet
editore: Il saggiatore
pagine: 379
Una prima descrizione di "Miracolo della rosa" la dà Genet stesso, nel 1943, in una lettera al suo editore, scritta dal carcer
Diario del ladro
di Jean Genet
editore: Il saggiatore
pagine: 253
Il «Diario del ladro» è un autoritratto particolare. Vi leggiamo i vagabondaggi di Jean Genet attraverso l'Europa negli anni trenta, i suoi amori passeggeri e tutte le attività di un marginale, di un piccolo delinquente, dalla prostituzione alla mendicità, dal traffico d'oppio all'estorsione. La scena si apre su "La Criolla", dancing bordello di Barcellona e, tra prigioni e meublé, esaurisce i suoi effetti nel baraccone di una fiera, il «Palazzo degli Specchi». Il ladro omosessuale muta identità nel corso dell'opera, sino a prendere le sembianze di un teppista che mette paura, deruba e ricatta i clienti, forte della sua giovinezza e dell'odio che prova per loro.
Quatre heures à Chatila-Quattro ore a Chatila
di Jean Genet
editore: Stampa alternativa
pagine: 64
In "Quattro ore a Chatila" Jean Genet porta la sua tragica testimonianza su quanto avvenne nei campi palestinesi di Sabra e Chatila, a Beirut, nel settembre 1982: duemila persone tra donne, bambini e vecchi, massacrate e mutilate da oscuri miliziani con l'appoggio di un generale all'apparenza buffo e inconcludente, ma in realtà mosso da un ambizioso piano di morte: Ariel Sharon.
Miracolo della rosa
di Jean Genet
editore: Il Saggiatore
pagine: 371
Scritto in carcere nel 1943-44 sui fogli forniti ai detenuti per la confezione di sacchetti di carta e ambientato nel penitenz
Diario del ladro
di Jean Genet
editore: Es
pagine: 279
"Jean Genet si è proposto la ricerca del Male, come altri si propongono quella del Bene. È una esperienza la cui assurdità si coglie a prima vista. Sartre l'ha ben sottolineato: noi cerchiamo il Male nella misura in cui lo prendiamo per il Bene. Una simile ricerca è fatalmente destinata alla delusione, o diventa farsa. Ma anche se destinata all'insuccesso, non presenta per questo un interesse minore. Si tratta inizialmente di una forma della rivolta per colui che è stato escluso dalla società. Abbandonato dalla madre, allevato in un brefotrofio, Jean Genet ebbe tanto meno la possibilità di integrarsi alla comunità morale, quanto più grande aveva il dono dell'intelligenza. Divenne ladro, e il carcere (dapprima la casa di correzione) fu il suo destino. (...) Per Genet, non è abietta la società, ma lo è lui stesso: egli potrebbe definire esattamente l'abiezione come ciò che egli è, in modo passivo, o addirittura con fierezza. Del resto, l'abiezione di cui è piena la società è poca cosa, poiché riguarda uomini corrotti solo in superficie, le cui azioni hanno sempre un "contenuto positivo". Se questi uomini avessero saputo raggiungere gli stessi fini con mezzi onesti, lo avrebbero preferito. Genet vuole l'abiezione, anche se essa porta soltanto la sofferenza: la vuole per se stessa, al di là dei vantaggi che vi trova, la vuole per una propensione vertiginosa all'abiezione, nella quale egli si perde, non meno totalmente del mistico che nell'estasi si perde in Dio." (Dallo scritto di Georges Bataille)