Libri di Manlio Sgalambro
Contro la musica
di Manlio Sgalambro
editore: Carbonio editore
pagine: 85
«Contro la musica», il pamphlet che suscitò grandi discussioni alla sua uscita e che fu foriero della lunga collaborazione tra
Della misantropia
di Sgalambro Manlio
editore: Adelphi
pagine: 160
I più alti spiriti sono stati misantropi osserva Manlio Sgalambro in questo suo ultimo libro
Marcisce anche il pensiero
Frammenti di un poema
di Sgalambro Manlio
editore: Bompiani
pagine: 93
Marcisce anche il pensiero è uno spaccato temporale - l'ultima mezz'ora della sua vita - del filosofo Immanuel Kant
Crepuscolo e notte
di Manlio Sgalambro
editore: Mesogea
pagine: 80
Mai pubblicato in volume prima d'ora, scritto nel 1959 per la rivista catanese "Incidenza", "Crepuscolo e notte" è il saggio che precede di parecchi anni " La morte del sole" (1982). Acuta disamina della questione dell'estetica nella filosofia da Kant a Jaspers così eloquentemente si conclude: "Bisogna allontanarsi dall'infinita inquietudine di Kierkegaard e di Nietzsche, insiste Jaspers, e cercare di nuovo la pace di Kant e di Spinoza; ma, non ha detto lui stesso che "ai confini del giorno ci parla qualcosa d'altro" e che "il non avergli dato ascolto non ci lascia in pace"? e poi, se i confini tra il giorno e la notte non sono mai stabili e sicuri non è, forse, che non c'è nessun giorno e c'è solo il crepuscolo e la notte?".
Del delitto
di Manlio Sgalambro
editore: Adelphi
pagine: 182
"Se è vero che le vicende della sua vita sono parte integrante dell'importanza di Socrate, si deve comunque dare tutto il rilievo possibile al fatto che egli morì assassinato" dichiara perentoriamente Manlio Sgalambro. Tuttavia Platone "omette pietosamente quella parola", e dal canto suo Nietzsche afferma - certo a ragione - che "Socrate volle morire". Ma chi desidera morire, osserva Sgalambro, "si trova intrappolato in una insana contraddizione", giacché nello stesso tempo vuole vivere. E così fu anche per Socrate, che delegò infatti il compito a un "benefattore" (euergetikós) - così egli definì l'assassino - e con ciò introdusse una volta per tutte nella filosofia la figura dell'omicida. Eppure la speculazione filosofica ha per lo più evitato di porsi le domande cruciali che ne derivano: quale mistero cela il delitto in se stesso? Chi è l'assassino nella sua essenza? Domande che invece non teme di affrontare qui Sgalambro, tenace esploratore delle zone impervie del pensiero, spingendo lo sguardo verso quel punto dove l'espressione "'L'uomo è mortale' non significa in primis che 'l'uomo muore' - insigne banalità concettuale -, ma che l'uomo è datore di morte".
La conoscenza del peggio
di Sgalambro Manlio
editore: Adelphi
pagine: 171
All'uomo non conviene considerare, riguardo a se stesso e riguardo alle altre cose, se non ciò che è l'ottimo e l'eccellente;
Nietzsche. Frammenti di una biografia per versi e voce
di Manlio Sgalambro
editore: Bompiani
pagine: 71
Questi frammenti catturano il lettore e lo trascinano in un universo personalissimo, affollato di rimandi letterari e filosofici, di immagini lunghe un solo verso, di incanti improvvisi e altrettanto fugaci innamoramenti, di parole e di suoni, di lirismo e ironia in un continuo e apparentemente inesauribile vortice musicale. La lettura di Nietzsche è un'esperienza di immersione totale: la musicalità dei versi, l'evocazione continua di suoni, personaggi, il fascino di un mondo incantato e cristallizzato in un'immagine di nervosa armonia fanno di questo poema sull'ambiguità dell'esistere e su coloro che hanno tragicamente pensato tale ambiguità, un unicum nel panorama culturale italiano.
Trattato dell'empietà
di Manlio Sgalambro
editore: Adelphi
pagine: 176
"Osservare freddamente Dio - caldamente, lo fu già abbastanza". Per questa impresa, che è già di per sé un'empietà, Sgalambro si è scelto come invisibili protettori quei grandi teologi dimenticati, come Suárez o Melchor Cano, che sapevano trattare di Dio con cupa professionalità. Qui, come ancora in Spinoza e in Schopenhauer, Dio torna a essere il mondo nella sua profonda estraneità, nella sua avversione al soggetto, che attacca fino a ucciderlo, nella sua controfinalità.
De mundo pessimo
di Manlio Sgalambro
editore: Adelphi
pagine: 269
Una raccolta di scritti definiti dallo stesso autore "parerga che precedono, anziché seguire, un sistema ancora inesistente". Un viaggio attraverso schegge di pensiero che si presentano sotto forma di brevi trattati: "De mundo pessimo" sottopone a una critica radicale la vulgata pessimista, in modo da sottrarre al pessimismo quel "troppo umano" concernente solo la vita, per individuare così il pessimum della totalità; "Dialogo sul comunismo" oppone alle concezioni correnti l'idea di un "comunismo metafisico"; in "Della filosofia geniale" si pone il problema se la filosofia non debba essere sottratta all'università e restituita al genio; "Contro la musica" getta le basi di una critica dell'ascolto che prende le distanze da Adorno e Bloch.
Dell'indifferenza in materia di società
di Sgalambro Manlio
editore: Adelphi
pagine: 90
C'è un idolo dinanzi al quale i contemporanei, anche delle più opposte convinzioni, si mostrano bigotti: la società