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Libri di Marina Lalatta Costerbosa

Günther Anders. Atomica. Vergogna. Totalitarismo tecnologico. Discrepanza. Mostruoso

di Marina Lalatta Costerbosa

editore: DeriveApprodi

pagine: 96

Allievo di Husserl, poi di Heidegger e Scheler
10,00

Orgoglio e genocidio. L'etica dello sterminio nella Germania nazista

editore: DeriveApprodi

pagine: 350

Negli anni Trenta e Quaranta del Novecento, nell'Europa sottomessa al giogo nazista, accaddero due fatti sconvolgenti. Decine di migliaia di persone "normali" si dedicarono all'assassinio di milioni di esseri umani inermi. Gran parte di una popolazione tra le più civilizzate collaborò a un genocidio perpetrato in suo nome. Assistette indifferente alle deportazioni. Ascoltò partecipe racconti che narravano di massacri di donne e di bambini e dello sterminio dei reclusi nei campi della morte. Come avvenne tutto ciò? Perché tanti vollero macchiarsi di crimini così orrendi? E soprattutto: come poterono considerarli, con orgoglio, gesti eroici, premesse di un'era gloriosa?
20,00

Il silenzio della tortura. Contro un crimine estremo

di Marina Lalatta Costerbosa

editore: DeriveApprodi

pagine: 129

"La sfida di questo libro è definire la tortura nella sua autentica natura, perché soltanto così è possibile ampliare lo spettro degli argomenti a favore della sua condanna e capire di che cosa c'è bisogno perché coloro che hanno subito torture possano riacquistare col tempo la salute, la capacità e il desiderio di riallacciare rapporti con il mondo: con gli altri e con la propria stessa storia di vita. Un veto coerente sulla tortura comporta la sua pubblica condanna, un divieto socialmente condiviso e preteso nei riguardi di ogni politica che più o meno direttamente vi faccia ancora ricorso. Fuori discussione è qualsiasi ipotesi di rilegalizzazione della tortura da parte di comunità fondate su concetti democratici di diritto e di autorità. Altrettanto ineludibile appare la traduzione giuridica delle ragioni di un divieto senza eccezioni, attraverso l'introduzione del reato di tortura in ogni Stato di diritto. Se si riconosce la natura della tortura e se non se ne banalizza strumentalmente la gravità, si comprenderà che non ci si può dire democratici senza al tempo stesso accettare che una fattispecie penale ne punisca il crimine. Questo libro cerca di offrire il proprio contributo al progetto di una società più giusta, perché non più disposta ad accettare una violenza brutale ed estrema, ancora oggi troppo tollerata".
15,00

Il diritto come ragionamento morale. Saggio sul giusnaturalismo contemporaneo e le sue applicazioni bioetiche

di Marina Lalatta Costerbosa

editore: Rubbettino

pagine: 232

Quale tipo di rapporto dovrebbe intercorrere tra diritto, morale e politica? Qual è la natura del diritto? Quali sono le implicazioni bioetiche di una visione giusnaturalista del diritto? Questi sono alcuni degli interrogativi ai quali il volume tenta di fornire una risposta, dando voce alle migliori espressioni del giusnaturalismo contemporaneo nella sua radicale eterogeneità. In questa prospettiva sono analizzate e sottoposte a critica le proposte non proceduraliste di John Finnis, Roger Brownsword, Deryck Beyleveld e Otfried Hoffe, e quelle proceduraliste di Ronald Dworkin, Jurgen Habermas e Robert Alexy. Questa seconda corrente interpretativa del nesso concettuale tra diritto, morale e politica viene infine difesa dall'autrice per le sue qualità normative, in sintesi riconducibili al fondamentale requisito di universalizzabilità e alle imprescindibili istanze democratiche.
18,00

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