Libri di Max Frisch
Omobono e gli incendiari-Andorra
di Max Frisch
editore: Mondadori
pagine: 276
"Omobono e gli incendiari", scritto per la radio nel 1953 e adattato per la tv e il teatro cinque anni dopo, è una dark comedy
Montauk
di Max Frisch
editore: Mondadori
pagine: 180
Un fine settimana a Long Island in compagnia di una donna: è questo lo spunto che permette a Max Frisch di comporre uno dei su
Homo faber
di Max Frisch
editore: Feltrinelli
pagine: 219
Il "resoconto" di Walter Faber inizia con un atterraggio d'emergenza nel deserto di Tamaulipas, in Messico
Alla fine dell illuminismo. Interviste e colloqui
di Max Frisch
editore: Meltemi
pagine: 250
Il grande scrittore svizzero Max Frisch si racconta in una serie di interviste che coprono l'intero arco della sua vita creati
Stiller
di Max Frisch
editore: Mondadori
pagine: 402
L'americano mister White viene fermato al confine svizzero: la polizia lo identifica come Anatol Stiller, noto scultore scompa
Homo faber
di Max Frisch
editore: Feltrinelli
pagine: 219
Il "resoconto" di Walter Faber inizia con un atterraggio d'emergenza nel deserto di Tamaulipas, in Messico
Frammenti di un terzo diario
di Max Frisch
editore: Casagrande
pagine: 218
Nell'agosto 2009 le pagine culturali dei giornali di lingua tedesca annunciavano il ritrovamento di un diario inedito di Max Frisch. La notizia era tanto più sensazionale in quanto per Max Frisch quella del diario è sempre stata, sin dai "Fogli dal tascapane" (1939), una forma letteraria privilegiata, a mezzo tra la narrazione (non solo autobiografica) e la riflessione sulla propria epoca e la condizione umana in generale. Uscito da Suhrkamp, l'editore storico di Frisch, nel 2010, il libro è ora proposto per la prima volta in traduzione italiana e costituisce un invito a riscoprire uno dei più grandi scrittori del secondo Novecento europeo, ma anche a riflettere su argomenti che, apparentemente rimossi per qualche decennio, si ripresentano a noi in tutta la loro drammatica attualità: la logica coercitiva del potere, la minaccia atomica (non più solo di origine militare), la totale sfiducia nei confronti della classe politica e il senso di impotenza e smarrimento che ne consegue. A questi temi si aggiungono quelli più personali della vecchiaia, della sofferenza e della morte (attraverso la narrazione degli ultimi mesi di vita dell'amico Peter Noli), ma anche dell'amore, perché il diario, redatto negli anni 1982-83 e ambientato tra New York, una valle del Cantone Ticino e la città natale di Zurigo, è anche la cronaca di una delle numerose relazioni sentimentali che segnarono la vita di Frisch, quelle tormentate "storie di donne" che furono in molti, all'epoca, a rimproverargli.
Homo faber. Resoconto
di Max Frisch
editore: Feltrinelli
pagine: 186
Ingegnere pragmatico e razionale, privo di radici affettive che lo ancorino a un luogo o a una famiglia, indifferente a tutto ciò che non è spiegabile con la logica e insensibile a tutto ciò che è istintivo, religioso umanistico. Autentico campione della civiltà tecnologica, si ostina a non vedere ciò che non può capire. Nel corso di una crociera, Faber incontra una ragazza cui si lega sentimentalmente. Quando scopre in lei la figlia mai conosciuta, è ormai troppo tardi. Il romanzo viene ora proposto in edizione speciale per i cinquant'anni di Giangiacomo Feltrinelli Editore.
Corrispondenza
editore: Casagrande
pagine: 217
Il volume raccoglie le lettere che si scambiarono i due maggiori scrittori svizzeri del Novecento, amici, legati da una reciproca attrazione intellettuale, diversissimi per carattere, spesso in conflitto tra loro, fino alla definitiva rottura degli ultimi anni. L'epistolario inizia nel dopoguerra, quando il già affermato Frisch scrive al giovane Dürrenmatt complimentandosi con lui per la sua prima pièce. L'ammirazione degli inizi cede il passo prima a una fertile collaborazione, poi alle critiche e alle incomprensioni. Al di là del burrascoso rapporto tra i due scrittori, le lettere testimoniano anche del comune antifascismo, del malessere civile, delle passioni letterarie e teatrali che animarono i due scrittori.
Fogli dal tascapane
di Max Frisch
editore: Casagrande
pagine: 133
Una natura accogliente, il sentimento della patria, un esercito tutt'altro che eroico, l'attesa di un'invasore, il Fuhrer, che per fortuna non verrà. Fra il 1939 e il '40, il militare svizzero Max Frish vive in prima persona la minaccia nazista passando dalle esercitazioni alla solidarietà cameratesca, dalla coscienza della precarietà umana alle chiacchiere nelle osterie ticinesi.
Sono, ovvero un viaggio a Pechino
di Max Frisch
editore: Marcos y marcos
pagine: 144
Si tratta di un romanzo breve e piuttosto importante, in cui sono bene espressi tutti i temi del primo Frisch. Il confronto fra sé e il mondo, l'alienazione del soggetto alla ricerca di un senso e di un'entità superiore. E sulla ricerca del senso questo romanzo si sofferma parecchio. Si tratta di un viaggio immaginario. Pechino è una sorta di meta ultima, qualcosa di invisibile e di irragiungibile. Raggiungere Pechino significa raggiungere la felicità. Sono e Io partono alla volta della Cina, dove dovranno mettere in scena un copione surreale, difficile, piuttosto pesante, di fronte a un pubblico di cui ovviamente non sanno nulla, neppura la lingua.
Il mio nome sia Gantenbein
di Max Frisch
editore: Feltrinelli
pagine: 292
"Il romanzo di Max Frisch, 'Il mio nome sia Gantenbein', inizia con la morte, accidentale, di Felix Enderlin, che risulterà po