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Libri di Natsume Soseki

Qui e là in Manciuria e Corea

di Natsume Soseki

editore: Lindau

pagine: 192

Il 3 settembre 1909 Natsume Sôseki, che è ormai uno scrittore famoso, si imbarca a Ôsaka sul piroscafo Tetsureimaru alla volta
24,00

Piccoli racconti di un'infinita giornata di primavera

di Natsume Soseki

editore: Lindau

pagine: 144

I 25 "Piccoli racconti di un'infinita giornata di primavera" apparvero sull'"Osaka Asahi Shimbun" a partire dal 1909, e venner
14,50

Il mio individualismo

di Natsume Soseki

editore: Duepunti edizioni

pagine: 186

Il Giappone ha vissuto tra Ottocento e Novecento una profonda crisi di identità, trovando la forza di intraprendere un percors
12,00

Io sono un gatto

di Natsume Soseki

editore: Beat

pagine: 479

Il Novecento è appena iniziato in Giappone, e l'era Meiji sta per concludersi dopo aver realizzato il suo compito: restituire
9,90

Fino a dopo l'equinozio

di Natsume Soseki

editore: Neri Pozza

pagine: 336

Keitaro è un ragazzo romantico, geneticamente insofferente alla mediocrità e con un'ardente passione per l'inusuale
18,00

Anima

di Natsume Soseki

editore: Neri Pozza

pagine: 248

11,36

Il cuore delle cose

di Natsume Soseki

editore: Neri Pozza

pagine: 233

Il romanzo narra del rapporto tra un giovane studente e un maestro che vive in una condizione di totale isolamento all'interno della nuova società giapponese, immersa nella frenetica corsa verso l'occidentalizzazione. Di fronte all'emergere dell'egoismo e della vanità come nuovi valori imperanti, non resta, per il maestro, che rifugiarsi nella virtù del riserbo, del distacco e della serena indifferenza. Un'opera che, nei suoi temi (il suicidio come estremo gesto di protesta, la disperata ricerca del perduto "cuore delle cose", il malinconico rimpianto della tradizione) anticipa gli argomenti di tutta la moderna letteratura giapponese.
14,46

Il signorino

di Natsume Soseki

editore: Neri Pozza

pagine: 160

Bocchan: così si chiama in giapponese questo celebre romanzo di Natsume Soseki, che costituisce forse l'opera più letta nel Giappone moderno. Bocchan è il nome affettuoso che si usa in Giappone per rivolgersi a un bambino maschio. Le domestiche, ad esempio, chiamano bocchan il bambino della famiglia presso cui prestano servizio. È un nome che potrebbe corrispondere al nostro "signorino", se non fosse molto meno formale e deferente e, soprattutto, se non assumesse una sfumatura negativa quando, usato ironicamente, prende il significato di ragazzino immaturo, irresponsabile, ingenuo. Il personaggio, che è all'opera in queste pagine, è inguaribilmente bocchan, un "signorino" nella duplice accezione del termine giapponese. In età infantile, disprezzato dal padre e ignorato dalla madre che gli preferisce il fratello più grande, viene chiamato affettuosamente bocchan da Kiyo, la domestica di casa, una donna all'antica che considera il legame con lui alla stregua di quello che univa servitore e padrone in epoca feudale. Diventato adulto, resta un "signorino" dall'aria svagata, dalla mancanza di rispetto per l'etichetta, dalla disarmante sincerità. Insegna matematica ad allievi chiassosi e zucconi e in mezzo a insegnanti che non sono altro che un branco di caproni arroganti, disonesti e ipocriti. Dovrebbe rassegnarsi e capire che l'ipocrisia sta diventando norma nel Giappone moderno, ma non cessa un solo istante di difendere con impulsività e commovente ingenuità l'antico senso dell'onore.
14,50

E poi

di Natsume Soseki

editore: Neri Pozza

pagine: 287

È l'inizio del ventesimo secolo e in Giappone l'Era Meiji, l'epoca del grande Rinnovamento, avanza impetuosa con le sue sconvolgenti modernizzazioni. Daisuke appartiene a una nobile famiglia, agli "aristocratici designati dal Cielo", e tuttavia è fiero di essere considerato un trentenne moderno, un dandy che legge il poeta italiano D'Annunzio, si diletta con le pagine così sfacciatamente decadenti della letteratura occidentale ed è lontanissimo dallo spirito antico del Giappone. Questa vita tenuta al riparo dai conflitti crolla inevitabilmente il giorno in cui Michiyo, la giovane moglie di Hiraoka, un vecchio compagno d'università caduto in disgrazia, ricompare a Tokyo. Michiyo emana una vaga impressione di malinconia, uno struggimento irresistibili per Daisuke, che trasforma d'incanto l'affetto sempre nutrito per lei in una passione irrefrenabile. Dalla sua frequentazione della letteratura francese, Daisuke sa che il tormento, l'angoscia dell'adulterio sono sentimenti per eccellenza moderni. Sa, tuttavia, anche che la modernità del Giappone non è tale da permettere di infrangere, senza imbattersi in un duro castigo, i sacri vincoli di una condotta morale trasmessa da millenni. Per la prima volta nella sua vita, però, Daisuke trova il coraggio di andare incontro al proprio destino: decide di rifiutare il matrimonio combinato che gli propone il padre e di dichiarare il suo amore a Michiyo.
16,50

Anima

di Natsume Soseki

editore: Se

pagine: 224

"Fin dalle sue più lontane origini c'è, nella cultura orientale, una forte tendenza a rifuggire dalle complicazioni volgari della vita sociale per cercare rifugio entro la natura serena. La nostra parola giapponese Bunjin, letterato, rimane avvolta da un sentore di eremitaggio. Si dice: 'Vivere in armonia con il fiore, l'uccello, il vento, la luna'. Si dice anche: 'Il vento e la corrente'. E queste due parole, per così dire, racchiudono tutta la nostra estetica. Tale è anche la prima tendenza di Soseki, che si esprime in lui non in una forma facile e popolare, ma nella sua essenza più profonda. E probabilmente essa avrebbe definitivamente isolato Soseki dal consorzio civile, se non vi fosse stata in lui un'altra tendenza, quella infinitamente umana, che, a tratti, fa dell'eremita-letterato un romanziere nel senso occidentale del termine. La portata dell'opera di Soseki lo attesta. E tuttavia, inestricabile contraddizione, mai il successo dei suoi romanzi più umani ha potuto far discendere Soseki da quelle altezze solitarie da cui l'eremita che era in lui guardava il genere umano. È questo il duplice movimento in cui Soseki non ha mai potuto impedirsi di oscillare. 'Anima', uscito nel 1914, è un romanzo di genere psicologico. Verso la fine si trova questa frase: 'La sola cosa profonda che io abbia sentito è il peccato che grava sull'uomo'. Per avere profondamente sentito questo peccato, un uomo si rinchiude nella solitudine, e finisce per uccidersi." (Tanika Tetsuzo)
23,00

Dieci notti di sogni

di Natsume Soseki

editore: Jouvence

pagine: 53

Presentato per la prima volta in traduzione italiana, "Dieci notti di sogni" è considerato il romanzo più poetico di Soseki, capace di trasmettere, con la levità delle atmosfere oniriche, l'intimità di un confronto a cui l'uomo moderno non può sfuggire, quello con il nulla. Il nulla, nelle dieci notti, è ciò che si sottrae all'abbraccio, ciò che compare, ma non si può afferrare, non si può conoscere con il corpo. Il nulla, in fondo, è ciò di cui sono fatti i nostri sogni e solo la scrittura può, da svegli, aiutarci a cogliere e a rivivere il momento evanescente in cui "sembra che le cose esistano, ma non esistono".
6,00

Raffiche d'autunno

di Natsume Soseki

editore: Lindau

pagine: 217

Dopo aver lavorato per sette anni come professore in una scuola media, Shirai Doya ha abbandonato l'insegnamento per dedicarsi
19,00

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