Libri di Nigro Raffaele
Il cuoco dell'imperatore
di Raffaele Nigro
editore: La nave di teseo
pagine: 752
È il 1208 e Guaimaro delle Campane, originario di una famiglia di fonditori di Melfi, assiste all'uccisione di due carbonai eb
Il mondo che so. Viaggi in Italia
di Raffaele Nigro
editore: Hacca
pagine: 438
Dalla Genova di De André alle Langhe di Pavese, dall'Appennino della nostra Italia verticale al muro d'acqua dell'Adriatico, g
Civiltà Appennino. L'Italia in verticale tra identità e rappresentazioni
editore: Donzelli
pagine: 140
Spina dorsale del nostro paese, l'Appennino attraversa territori molto diversi tra loro, dalla Calabria silana ai monti lucani
Narratori cristiani di un Novecento inquieto
di Raffaele Nigro
editore: Studium
pagine: 128
"Vale la pena di apprezzare la tenacia letteraria dimostrata da [...] narratori cristiani i quali, anche quando la società letteraria li snobbava, si sentivano in pace con loro stessi nel voler scrivere bene e nel raccontare degli umili e degli sconfitti o di grandi figure esemplari della Chiesa. I grandi passaggi civili e religiosi dell'Italia repubblicana in cui vissero dal fascismo alla democrazia, dalla ricostruzione al consumismo, dal papato ieratico di Pio XII alla collegialità del Concilio Vaticano II - non furono fatti banali tanto è vero che continuano ad emanare, come brace sotto la cenere, un calore che scalda ancora la nostra storia. Leggere di scrittori italiani non dogmatici, ma nemmeno eretici, che insieme ai classici della letteratura praticavano i Vangeli, la patristica e gli autori francesi, le riunioni di partito e le redazioni o le chiese, vuol dire rivivere un'esperienza collettiva che oggi, nel settantesimo della Repubblica, appare ancora autentica. E questo libro di Nigro può essere letto come la mappa di una geografia letteraria che non risponde ai canoni di una scienza astratta ma a quelli della vita". (dalla premessa di Giuseppe Tognon)
Attenti al Sud
editore: Piemme
pagine: 113
Nel verbosissimo e infinito fiume di parole scritto e detto per raccontare il meridione d'Italia, luci e ombre non sono (quasi
Il custode del museo delle cere
di Raffaele Nigro
editore: Rizzoli
pagine: 281
In una Bari che profuma di fine estate, Andrea cerca di sopravvivere all'ultimo anno di liceo e ai tira e molla con la fidanzata, progettando la fuga verso un Nord che gli sembra carico di promesse. Finché il nonno, un intellettuale angosciato dal fallimento del Socialismo, gli propone un'insolita visita al museo delle cere. E lo fa con un'insistenza tale che è quasi impossibile contraddirlo. Perciò Andrea lo segue a Villa Carafa, l'antico e polveroso edificio che ospita il museo. Senza sapere che stanno per iniziare un viaggio dantesco destinato a cambiare per sempre le loro vite, e a destare nel giovane la passione politica. Perché all'improvviso la cera delle statue si farà carne e sangue, e i personaggi, bloccati in un eterno presente, prenderanno vita, ansiosi di strappare al corso inesorabile del tempo qualche istante ancora. Attraverso le loro voci straordinarie - quelle di Federico II, Leonardo Sciascia, Carmelo Bene, Cassiodoro e molti altri - nonno e nipote cammineranno per le strade della Ravenna bizantina, della Puglia infestata dai briganti, della Turchia infiammata dai conflitti della modernità, del Sacro romano impero devastato dalle invasioni barbariche. Sulle tracce di un passato che non accetta di essere dimenticato.
Dio di levante
di Raffaele Nigro
editore: Hacca
pagine: 412
"È sempre difficile - lo era diciassette anni fa, quando "Dio di levante" è venuto per la prima volta alla luce, lo è ancora di più oggi - concepire la narrativa quale estremo rimedio alla gran macchina del tempo che stritola e riduce tutto in polvere. Una letteratura da cliché impone regole spietate: la frantumazione dell'epica, l'apologia della cronaca, il destino degli individui quale discesa (senza ritorno) negli inferi. Eppure, per fortuna, non mancano esempi di scritture che anziché riprodurre la realtà, trasferendola pari pari nelle pagine dei libri, preferiscono reinventarla o riscriverla secondo le regole dell'epopea orale, secondo gli archetipi della tradizione omerica. Su questa traiettoria si dispone tutta l'opera di Raffaele Nigro, di cui "Dio di levante" rappresenta un suggestivo tassello, a partire dal suo protagonista, Pomponio Cantatore, marinaio e cantastorie vissuto a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento, uomo avido di esplorazioni geografiche, perennemente a caccia di favole e di leggende attraverso cui colmare la solitudine della propria fame creativa. Durante la sua vita Pomponio visita luoghi lontani e sconosciuti, incontra persone dal destino curioso ed eccentrico, si fa cantore e interprete dell'immenso bagaglio di memorie che proliferano sulle coste del Mediterraneo. Fino a quando, però, con il cambio di secolo, la civiltà dei miti segna il passo di fronte alla civiltà della tecnica che si fa strada con l'invenzione della macchina da presa." (Giuseppe Lupo)
Memorie e disincanti. Uomini e scritture del mezzogiorno
di Raffaele Nigro
editore: Di Girolamo
pagine: 320
Fernanda e gli elefanti bianchi di Hemingway
di Nigro Raffaele
editore: Rizzoli
pagine: 164
A metà degli anni Cinquanta, Ernest Hemingway è ormai prostrato da un'esistenza trascorsa sull'orlo del baratro
Santa Maria delle Battaglie
di Nigro Raffaele
editore: Rizzoli
pagine: 298
Federica ha diciotto anni, i capelli corti e neri, gli occhi verdi
Viaggio in Puglia
di Nigro Raffaele
editore: Laterza
Ho visto le più belle città del mondo, scrisse il filosofo inglese Berkeley ai primi del Settecento, dopo essersi spinto in ca
I fuochi del Basento
di Raffaele Nigro
editore: Rizzoli
pagine: 362
Al centro di questo struggente romanzo corale ambientato nel Sud (in Puglia, Basilicata, e Calabria tra il 1784 e il 1861) c'è