Libri di P. Nori
Diavoliade
di Michail Bulgakov
editore: Mattioli 1885
pagine: 96
Nel mezzo del tumulto del suo tempo, il comune cittadino sovietico si ritrova confuso sulla sua identità
Mosca-Petuskì. Poema ferroviario
di Venedíkt Eroféev
editore: Quodlibet
pagine: 207
Questo romanzo, che Erofeev chiamava "poema ferroviario" perché si svolge in uno stato di estasi superalcolica tra la stazione di Mosca e quella di Petuskì, è stato uno dei libri più letti nella Russia dell'ultima era sovietica; circolava clandestinamente di lettore in lettore dal 1973, e fu pubblicato quello stesso anno in Israele in russo. In Russia fu ammesso ufficialmente e integralmente solo dopo il 1990, incontrando un successo e un apprezzamento enorme (Limonov ne parla con malcelata invidia e denigrazione): sembra che per desiderio dell'autore il libro dovesse costare quanto una bottiglia di vodka. Romanzo più che mai illustrativo dell'insofferenza per il regime morente, e del sordo, sotterraneo, costante boicottaggio messo in atto dalla popolazione, in particolare dalla larga popolazione di alcolizzati. La traduzione di Paolo Nori gli restituisce la vivezza del parlato anche gergale e la soffusa tragica comicità.
Repertorio dei matti della città di Parma
editore: Marcos y marcos
pagine: 157
"Uno era un direttore d'orchestra, nato vicino al Parco Ducale. Era uno che, per dire, quando venne nominato senatore a vita rispose al presidente della repubblica con un telegramma con scrìtto 'No, grazie'. Raggiunta la fama, si era trasferito in America, e i teatri facevano a gara per averlo; i musicisti un po' meno, dato che era solito rivolgersi loro dicendo: 'Look at me, teste di cazzo'."
Tre giusti
di Nikolaj Leskov
editore: Marcos y marcos
pagine: 253
Quando Nikolàj Leskóv è morto, nel 1895, Lev Tolstoj ha detto: "Il tempo di Leskóv deve arrivare, Leskóv è lo scrittore del futuro". A leggere questi racconti ("L'angelo sigillato", del 1873, "A proposito della Sonata a Kreutzer", scritto nel 1890 e pubblicato, postumo, nel 1899, e "L'uomo di sentinella", del 1887), si direbbe che quel futuro lì siamo noi. "Leskóv ci ha lasciato tutta una serie di racconti leggendari, al cui centro è la figura del giusto: raramente un asceta, quasi sempre un uomo semplice e attivo, che diventa santo, a quanto pare, nel modo più naturale del mondo." (Walter Benjamin)
Repertorio dei matti della città di Torino
editore: Marcos y marcos
pagine: 157
"Uno telefonava ai vicini per dire che dalla sua finestra vedeva un quadro storto e per favore di drizzarlo, se no non riusciva a dormire."
Repertorio dei matti della città di Roma
editore: Marcos y marcos
pagine: 197
"Una volta uno è entrato in una libreria. Dopo essersi guardato intorno per un po'ha detto: ma qui vendete solo libri?"
Repertorio dei matti della città di Bologna
editore: Marcos y marcos
pagine: 208
"Una era anziana e viveva sola vicino al fiume e si chiamava Albertina e un giorno cominciò a dire a tutti che la dovevano chiamare Arturo perché lei in realtà era nata uomo e poi da giovane si era fatta l'operazione per diventare donna e i soldi glieli aveva dati il padre che era l'inventore del dado da brodo." Gli autori del "Repertorio dei matti della città di Bologna" sono: Giorgio Busi Rizzi, Alba Ciarleglio, Milvia Comastri, Cinzia Dezi, Paola Falossi, Angelo Fioritti, Irene Forti, Rossella Hakim, Chiara Lambertini, Enrico Losso, Alessandro Massacesi, Elisabetta Mongardi, Mauro Orletti, Davide Paganini, Alfonso Posillipo, Paolo Ricci, Graziano Santoro, Morena Sartori, Chiara Spaziani, Laura Ventura.
Repertorio dei matti della città di Milano
editore: Marcos y marcos
pagine: 175
"Panzeri la spia marocchina si calava gocce pure di acido lisergico sulle zollette di zucchero. Era convinto che i genitori fossero delle spie inviategli dallo stato del Marocco. Girava in pigiama con uno spolverino antipioggia color cammello, sia d'estate sia d'inverno: parlava sempre sottovoce per non farsi sentire dal nemico. Talvolta non tornava a casa per giorni, dormiva in macchina. Capitava che i genitori, anziani, andassero a recuperarlo al parchetto per riportarlo a casa con lui che urlava e si dimenava inveendo contro lo spionaggio marocchino."
Tre matti
editore: Marcos y marcos
pagine: 154
"Tre matti" mette insieme tre racconti, uno di Gogol', che si intitola "Le memorie di un pazzo", è del 1835 e comincia così: "In data odierna è successo un fatto straordinario"; uno di Dostoevskij, che si intitola "II sogno di un uomo ridicolo", è del 1877 e comincia così: "Sono un uomo ridicolo. Adesso dicono che sono matto. Sarebbe anche una promozione, magari, se non fosse che per loro son rimasto ridicolo come prima"; uno di Tolstoj, che è del 1903 e si intitola "Memorie di un pazzo" e comincia così: "Oggi mi han portato a visitare alla direzione di governatorato, e ci son stati diversi pareri. Han litigato e alla fine han deciso che non sono pazzo".
Oblomov
di Ivan Goncarov
editore: Feltrinelli
pagine: 574
La vita passa davanti al giovane, ricco Ilia Ilyic Oblomov. Gli passa davanti il benessere, garantito dalla tenuta di Oblomovka, gli passa davanti la quotidianità sempre uguale, spesa spostandosi da un comodo divano all'altro in preda a sterili pensieri astratti. Gli passa davanti la possibilità di dar corpo ai sogni idealistici della gioventù, su sollecitazione del vitalissimo amico Stolz. E gli passa davanti l'amore, incarnato dalla bella e sensibile Olga. In un linguaggio che nulla ha da invidiare alla perfezione di Puskin o al feroce realismo di Gogol', Goncarov dà forma a un universo apparentemente immobile ma in realtà freneticamente vivo di osservazioni, pensieri e annotazioni, sostanziando uno dei massimi capolavori della letteratura russa.
Ma il mondo, non era di tutti?
editore: Marcos y marcos
pagine: 159
Il nostro mondo, è in grado di proteggere qualcuno dalla sua solitudine? Ha senso, oggi, in Italia, l'articolo primo della dichiarazione dei diritti dell'uomo, quello che dice che "Tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in dignità e diritti. Sono tutti dotati di ragione e coscienza e devono agire gli uni con gli altri con uno spirito di fraternità"? Otto racconti sui confini di: Violetta Bellocchio, Emmanuela Carbé, Francesca Genti, Carlo Lucarelli, Monica Massari, Giuseppe Palumbo, Antonio Pascale, Gipi.
Umili prose: I racconti di Belkin-La dama di picche-Kirdzali-La figlia del capitano
di Aleksandr Puskin
editore: Feltrinelli
pagine: 233
Oltre che per le opere di poesia e di teatro, Puskin è considerato un classico anche per i suoi racconti che hanno lasciato una potente impronta sulla narrativa russa successiva, al punto che autori come Tolstoj ne raccomandano la lettura e lo studio. "I racconti di Belkin", che furono tradotti in francese da Mérimée, rappresentano semplici figure, dai sentimenti autentici, in una narrazione lineare e con splendide scene di sfondo. Sono cinque racconti che l'autore attribuisce a un certo Ivan Petrovic Belkin, che li avrebbe uditi raccontare e poi trascritti: sono la storia di un duello rimandato e di un rancore covato nel tempo, quella di un amore contrastato tra una ricca fanciulla e un semplice fante, quella di un fabbricante di bare e del suo invito ai morti ad andarlo a trovare, quella di un padre vedovo lasciato solo dall'unica figlia, e quella di una nobile di provincia che inganna in amore il povero vicino. "La dama di picche" è uno dei racconti più caratteristici di Pu.kin: mescolando alla narrazione realistica elementi fantastici, narra dell'ossessione, fino alla follia, di un giovane per il segreto di una contessa che vince sempre alle carte. "La figlia del capitano" è un romanzo storico ispirato alla rivolta di Pugacëv. Chiude il volume il racconto "Kirdzali".