Libri di Porfirio
Sentenze. Testo greco a fronte
di Porfirio
editore: Garzanti
pagine: 240
Quando, sul finire del III secolo, Porfirio fece il suo ingresso nella scuola romana di Plotino, varcò la soglia di un luogo s
Sullo Stige. Testo greco a fronte
di Porfirio
editore: Bompiani
pagine: 485
Questo è uno scritto allegorico, pervenuto in frammenti, in cui il filosofo neoplatonico del IV secolo d
Vangelo di un pagano
Testo greco a fronte
di Porfirio
editore: Bompiani
Fedele interprete e diffusore della filosofia di Plotino, Porfirio (233-305 ca
Sentenze. Testo greco a fronte
di Porfirio
editore: Garzanti
pagine: 231
Le "Sentenze" sono una delle testimonianze speculativamente più rilevanti del rapporto tra Plotino e Porfirio
Commentario al "Parmenide" di Platone
Saggio introduttivo, testo con apparati critici e note di commento
di Porfirio
editore: Vita e pensiero
pagine: 172
I frammenti del commentario al Parmenide di Platone, che presentiamo in edizione bilingue, erano pervenuti anonimi in un palinsesto della Biblioteca di Torino, andato distrutto all’inizio del secolo.
Pierre Hadot, curandone l’edizione, attribuisce questo commentario a Porfirio: il contenuto filosofico è estremamente denso e significativo, poiché l’autore, interpretando le prime due ipotesi del Parmenide platonico, identifica in ultima analisi l’uno (il principio, nella tradizione platonica) e l’essere (il Principio, nella tradizione aristotelica): in questo modo Porfirio diviene forse l’unico filosofo greco in cui i due grandi paradigmi della metafisica classica, l’henologia e l’ontologia, vengono a coincidere.
La prima ipostasi (l’Uno puramente Uno) viene definita come Essere interiore all’Ente, come puro Agire e come Idea dell’Ente; invece la seconda ipostasi (l’Uno che è, o Intelligenza) viene definita come Ente che partecipa all’Essere, come prima Forma e come Intelligenza che pensa se stessa in un movimento di processione e di conversione. Questa dottrina porfiriana, rielaborata da Mario Vittorino e da Agostino, è importantissima anche per comprendere come i materiali della filosofia greca siano stati utilizzati dai Padri per una prima formulazione teologica del dogma della Trinità: i principi descritti da Porfirio verranno infatti identificati con le persone della Trinità. Quest’opera, quindi, insieme alla monografia di P.Hadot, Porfirio e Vittorino, che viene pubblicata parallelamente a questa, è destinata a rivalutare Porfirio sia sotto il profilo strettamente filosofico, nella sua autonomia e originalità rispetto al maestro Plotino, sia per quel che riguarda gli influssi della sua dottrina nella Patristica.
Sentenze. Testo greco a fronte
di Porfirio
editore: Garzanti
pagine: 230
In genere quest'opera è ritenuta posteriore alla convivenza con Plotino ma le congetture sulla datazione possono essere moltep
Perché non mangiare gli animali. Astinenza dagli animali
di Porfirio
editore: Bompiani
pagine: 192
Direttamente dal III secolo dopo Cristo un vero e proprio manifesto del vegetarianismo
Astinenza dagli animali
Testo greco a fronte
di Porfirio
editore: Bompiani
pagine: 564
Si tratta del principale testo filosofico dell'antichità che propone e giustifica la dieta vegetariana, del resto già praticat
L'antro delle ninfe
Testo greco a fronte
di Porfirio
editore: Adelphi
pagine: 285
La letteratura classica nasconde alcune gemme che, per circostanze varie, non sono conosciute in maniera adeguata
Contro i cristiani. Testo latino, greco e tedesco a fronte
di Porfirio
editore: Bompiani
pagine: 615
Verso la fine del III secolo, al tempo di Diocleziano, il filosofo neoplatonico Porfirio scrisse un trattato "Contro i Cristiani" in cui prendeva di mira la nuova fede con un accurato esame storico, filologico, filosofico e teologico dell'Antico e del Nuovo Testamento. Già nel secolo precedente, al tempo di Marco Aurelio, il medioplatonico Gelso aveva scritto un'analoga opera anticristiana, per dimostrare che Gesù Cristo non può essere né il Logos dei filosofi greci né il Messia dei profeti ebrei, una tesi poi confutata da Origene di Alessandria. Porfirio non si limitò a riprendere gli argomenti di Gelso, ma si preoccupò di andare oltre e di rispondere a Origene sia sulla possibilità di conciliare la filosofia greca con il cristianesimo, sia sulla correttezza dell'uso ermeneutico dell'allegoria per interpretare le Scritture. L'opera fu proscritta da Costantino poco prima del Concilio di Nicea (325 d.C.), e definitivamente data alla fiamme in ogni sua copia nel 448 d.C. per ordine congiunto di Teodosio II e Valentiniano III, i due nipoti di Teodosio che regnavano rispettivamente sull'Impero d'Oriente e d'Occidente. Se ne persero così le tracce. Nel 1916, il teologo tedesco Adolf von Harnack ne raccolse i frammenti superstiti, attingendo ai Padri della Chiesa che si cimentarono in confutazioni delle tesi porfiriane (in particolare Eusebio di Cesarea, Macario di Magnesia, Girolamo e Agostino), e nei decenni successivi furono scoperti ulteriori frammenti in altri autori e in nuovi papiri.
Filosofia rivelata dagli oracoli. Con tutti i frammenti di magia, stregoneria, teosofia e teurgia. Testi greci e latini a fronte
di Porfirio
editore: Bompiani
pagine: 727
Prima traduzione italiana di tutte le opere in cui Porfirio, filosofo neoplatonico allievo di Plotino, si cimentò nell'edificazione di una filosofia religiosa pagana alternativa al Cristianesimo, con l'esplicito intento di conferire una valenza mistica agli antichi responsi oracolari e alle pratiche magico-astrologiche, e di dare una valenza simbolica alle statue degli dèi; nella "Filosofia degli oracoli" troviamo la prima interpretazione allegorica degli Oracoli caldaici presentati come una rivelazione divina tipica dello zoroastrismo ellenizzato; nel trattato "Sul ritorno dell'anima" troviamo la spiegazione di come la "teurgia", una versione pagana della "grazia", possa agire sulla parte irrazionale dell'anima per purificarla e prepararla all'unione con il divino; nel trattato "Sulle immagini degli dèi" troviamo una simbologia filosofica applicata alle statue delle divinità greche, che in tal modo da "idoli" possono diventare autentiche "icone"; nella "Lettera ad Anebo" troviamo l'esposizione della precisa valenza della magia e della teurgia, in contrapposizione al suo allievo Giamblico. Se la "teurgia" serve solo per la parte inferiore dell'anima, e la "teologia" per la parte intellettuale, il punto di arrivo finale per Porfirio è la "teosofia", la piena e compiuta sapienza divina che riempie di sé l'anima ormai purificata e pronta alla henosis con il Principio.