Liguori: Letterature
Crimini familiari e scena teatrale. Ibsen, Pirandello, De Filippo
di Ivan Pupo
editore: Liguori
pagine: 242
Una lettura ravvicinata, compiuta in un'ottica "investigativa", di alcuni testi-campione tratti da Ibsen, Pirandello ed Eduardo, diventa in questo libro un'occasione per radiografare i fantasmi della famiglia borghese, o piccolo-borghese, circolanti sui palcoscenici italiani ed europei tra Otto e Novecento, e per mettere in evidenza il risvolto delittuoso delle trame e degli ambienti deputati alla loro messa in scena. A passare in rassegna mascalzonate e malsani pensieri, tiri mancini giocati da consanguinei insospettabili, ipocrisie che etimologicamente rinviano alla recita, pulsioni e ossessioni indicibili, veri e propri mostri del privato, violenze e segreti sulfurei, nevrosi e crudeltà, disordini endogamici e revenants, ci si sente nel bel mezzo del cuore di tenebra di una casa da incubo, sospesa sull'orlo di un baratro. Prefazione di Roberto Alonge.
Montale e l'allegoria moderna
di Romano Luperini
editore: Liguori
pagine: 184
Costantemente, in tutto l'arco della sua produzione, Montale ha posto il problema del senso della vita e del modo di esprimerlo, passando dal simbolismo giovanile all'allegorismo umanistico e infine all'allegoria vuota dell'ultima produzione. Questo libro mostra tale parabola attraverso saggi panoramici generali, che definiscono il profilo complessivo del poeta, e saggi di analisi specifica di singoli componimenti e di aspetti particolari della ricerca montaliana. Si considerano così la questione del posto di Montale nel canone novecentesco, del suo rapporto con Leopardi, della significazione simbolica e di quella allegorica, e si commentano alcuni testi-chiave come "Corno inglese", "Il balcone", "Nuove stanze".
Raccontare l'altro. L'Oriente islamico nella novella italiana da Boccaccio a Bandello
di Raffaele Girardi
editore: Liguori
pagine: 176
In un Mediterraneo-crocevia, metafora di un dilemma complesso, una sindrome della frontiera, del confine oscuro, si misura con il bisogno del varco, con la spinta storicamente ineluttabile allo sconfinamento, all'apertura coraggiosa verso una "meraviglia" ignota. Alla tradizione novellistica - dal Novellino a Bandello, passando per il laico ecumenismo di Boccaccio e dei suoi epigoni - è toccato tener vivo, in antagonismo con la tradizione esemplare, il senso multiforme di un tale confronto-dilemma, facendone una dialettica di civiltà. I vari modi di costruire l'immagine dell'Altro sono infatti figure perturbanti di uno specchio che rimanda in Occidente incertezze morali e dubbi conoscitivi tutti interni alla coscienza cristiana.
«Però convien ch'io canti per disdegno». La satira in versi tra Italia e Spagna dal Medioevo al Seicento
editore: Liguori
pagine: 335
I dodici lavori qui raccolti sono il frutto della collaborazione di un gruppo d'ispanisti e d'italianisti, i quali hanno inteso illustrare alcuni significativi episodi del processo con cui, nelle rispettive letterature peninsulari, si originò e sviluppò il genere della satira in versi, dalla fase tardo medievale, quando l'esperienza satirica, per solito caratterizzata dalla vocazione all'invettiva o dal più profondo legame con la morale religiosa, procede in maniera autonoma nei diversi ambiti "nazionali", all'epoca moderna, allorché il rapporto tra le diverse tradizioni nazionali, con l'intreccio di prestiti, confronti e talvolta furti, diventa intenso a partire dalla nuova forma classicista e oraziana, individuata da Ariosto.
Novecento plurale. Scrittori e lingua
di Maria Antonietta Grignani
editore: Liguori
pagine: 232
Il libro considera un ventaglio di soluzioni stilistiche nella narrativa del Novecento, dal pastiche a effetto umoristico di G
Eroi intellettuali e classi popolari. Nella letteratura italiana del Novecento
di Guido Baldi
editore: Liguori
pagine: 374
Le indagini contenute nel volume, dedicate ad alcune delle opere più significative degli scrittori del Novecento italiano, si concentrano intorno a diversi nodi tematici, tra gli altri: il personaggio dell'intellettuale dinanzi ai problemi proposti dall'affacciarsi della modernità in Italia tra fine Ottocento e primi del secolo successivo; il rapporto dell'intellettuale con la donna del popolo, che nella sua irriducibile alterità è il reagente che porta alla luce le sue contraddizioni, le sue impotenze, le sue mistificazioni; l'ipotesi problematica di una "funzione Verga" nella letteratura novecentesca, verificata su alcuni testi narrativi caratterizzati dalla presenza del mondo contadino e di un narratore di livello "basso".