Liguori: Letterature
L'analfabeta musicale. Eugenio Montale da «Accordi» a «Prime alla Scala»
di Maria Silvia Assante
editore: Liguori
pagine: 248
Eugenio Montale tenne a lungo nascosti i suoi studi giovanili di cantante e l'antico sogno di poter calcare le tavole di un pa
Crimini familiari e scena teatrale. Ibsen, Pirandello, De Filippo
di Ivan Pupo
editore: Liguori
pagine: 242
Una lettura ravvicinata, compiuta in un'ottica "investigativa", di alcuni testi-campione tratti da Ibsen, Pirandello ed Eduardo, diventa in questo libro un'occasione per radiografare i fantasmi della famiglia borghese, o piccolo-borghese, circolanti sui palcoscenici italiani ed europei tra Otto e Novecento, e per mettere in evidenza il risvolto delittuoso delle trame e degli ambienti deputati alla loro messa in scena. A passare in rassegna mascalzonate e malsani pensieri, tiri mancini giocati da consanguinei insospettabili, ipocrisie che etimologicamente rinviano alla recita, pulsioni e ossessioni indicibili, veri e propri mostri del privato, violenze e segreti sulfurei, nevrosi e crudeltà, disordini endogamici e revenants, ci si sente nel bel mezzo del cuore di tenebra di una casa da incubo, sospesa sull'orlo di un baratro. Prefazione di Roberto Alonge.
Telos. Il finale nel romanzo dell'Ottocento
di Annalisa Izzo
editore: Liguori
pagine: 335
Come finisce un romanzo? Qual è una una buona conclusione narrativa? E dove comincia la fine? Questo libro tenta di rispondere a simili domande, affrontandole da punti di vista diversi. La ricerca storico-letteraria ripercorre le tappe del dibattito critico sviluppatosi intorno all'explicit romanzesco e ne discute le proposte principali, in particolare quella elaborata in ambito naturalista-verista. L'indagine metodologica verifica poi la pertinenza di alcuni canoni prescrittivi o descrittivi dell'organizzazione del finale (quelli offerti dalla retorica classica, ad esempio, dalla narratologia e dalla stilistica), interrogando anche alcune categorie critiche ad esso applicate (la teleologia, il "finale aperto", l´"happy ending") e riflettendo sulla possibile interdipendenza tra forme della conclusione e genere letterario (in particolare relativamente al romanzo pseudo-autobiografico). Da ultimo, l´analisi testuale - esercitata su un corpus di romanzi italiani e francesi del secondo Ottocento - consente di proporre un modello di lettura del finale romanzesco e di suggerirne una tipologia.
«Tutto è degno di riso...» Declinazioni del tragico nella letteratura italiana tra Ottocento e Novecento
editore: Liguori
pagine: 184
La verità difficile. Indagini su Verga
di Giuseppe Lo Castro
editore: Liguori
pagine: 157
Intorno ai grandi temi della violenza e della giustizia Verga ha scritto pagine scomode che squarciano il velo dei luoghi comuni: la violenza incombe sulla natura umana facendo resistenza alla cultura e alla morale; la giustizia, in tutte le sue forme, è sempre una mistificazione che cela violenza, sopraffazione e potere. Di questa "verità difficile", tenuta in secondo piano dalla critica Giuseppe Lo Castro insegue le tracce partendo da racconti meno noti, come il bellissimo "Tentazione!" Nella seconda parte del libro poi, la forza e l'urgenza della verità emerge in vitro nell'analisi dell'abbozzo del "Padron 'Ntoni", antefatto dei "Malavoglia"; mentre il finale del romanzo rivela, senza consolatorie illusioni regressive, le trasformazioni irrimediabili del mondo contadino, in sintonia con la conseguente spietata e distruttiva modernità del "Mastro-don Gesualdo".
«Però convien ch'io canti per disdegno». La satira in versi tra Italia e Spagna dal Medioevo al Seicento
editore: Liguori
pagine: 335
I dodici lavori qui raccolti sono il frutto della collaborazione di un gruppo d'ispanisti e d'italianisti, i quali hanno inteso illustrare alcuni significativi episodi del processo con cui, nelle rispettive letterature peninsulari, si originò e sviluppò il genere della satira in versi, dalla fase tardo medievale, quando l'esperienza satirica, per solito caratterizzata dalla vocazione all'invettiva o dal più profondo legame con la morale religiosa, procede in maniera autonoma nei diversi ambiti "nazionali", all'epoca moderna, allorché il rapporto tra le diverse tradizioni nazionali, con l'intreccio di prestiti, confronti e talvolta furti, diventa intenso a partire dalla nuova forma classicista e oraziana, individuata da Ariosto.
Racconti del palcoscenico. Dal Rinascimento a Gadda
di Paolo Puppa
editore: Liguori
pagine: 180
Il volume comprende nove saggi che indagano incroci tematici e strutturali tra palcoscenico e racconto in ambito per lo più italiano, ovvero tra grandi cicli narrativi e riscontri degli stessi sulla scena. Si va dalla presenza e persistenza lungo i secoli della sottana del prete, della figura dell'ingenuo e del duello tra carta e ribalta. Si prosegue poi con prelievi nel territorio pirandelliano operati da Eduardo e Pasolini, quindi ritratti monografici sui due Levi, Primo e Carlo, e su Gadda, sempre nello scambio tra racconto e plot drammaturgico.
Teatri di comportamento. La «regola» e il «difforme» da Torquato Tasso a Paolo Sarpi
di Guaragnella Pasquale
editore: Liguori
pagine: 200
Alle origini della modernità. Studi su Petrarca e Boccaccio
di Botti Francesco P.
editore: Liguori
pagine: 144
«Qui vive sepolto un poeta». Pirandello, Palazzeschi, Ungaretti, Marinetti e altri
di Saccone Antonio
editore: Liguori
pagine: 224
Rivitalizzazioni dell'arte consegnate ad uno spazio di morte: è il filo rosso su cui sono annodate le esperienze letterarie de