Lindau: Le comete
Toh, quante donne!
di Franca Valeri
editore: Lindau
pagine: 240
Franca Valeri, in oltre cinquant'anni di professione, ha recitato in teatro, al cinema, alla radio e in televisione, è stata autrice di testi e regista (anche di opere liriche). Il volume raccoglie un buon numero di monologhi tra i più cari al pubblico, una serie di esilaranti articoli scritti per alcuni quotidiani e tre atti unici, fino a oggi inediti. Un caleidoscopio di battute e situazioni spiritose, di incontri e ricordi, di tipi ameni e stravaganti che compongono una originalissima antropologia del presente e una galleria di ritratti straordinaria, su tutti la Signorina Snob, la signora Cecioni e la Cesira.
Hitchcock. Il laboratorio del brivido
di Italo Moscati
editore: Lindau
pagine: 275
Da sempre il grande regista inglese è etichettato con formule che spesso lasciano il tempo che trovano
Idoli. Storia di Ava, Grace, Ingrid, Rita, Audrey e Marilyn
di Frédéric Martinez
editore: Lindau
pagine: 171
Ava Gardner, Grace Kelly, Ingrid Bergman, Rita Hayworth, Audrey Hepburn, Marilyn Monroe: bastano i loro nomi per evocare immediatamente bellezze mozzafiato, il glamour di ambienti eleganti ed esclusivi, e film che hanno fatto la storia del cinema. Entrate nell'immaginario collettivo, le abbiamo amate nei ruoli che si sono rivelati più riusciti, ne abbiamo seguito la carriera e i successi, ne abbiamo conosciuto la vita privata e gli amori, almeno per quello che ci veniva raccontato dai giornali dopo essere passato al filtro degli uffici stampa delle compagnie cinematografiche. Ma chi si nascondeva dietro quei volti che hanno incarnato le fantasie di tanti e che ormai sono divenuti autentiche icone? Quali sentimenti celavano i sorrisi smaglianti e il trucco perfetto? Quali speranze e quali desideri animavano quelle vite perennemente esposte alle luci della ribalta? Nel racconto sapientemente orchestrato da Martinez, l'immagine di queste grandi attrici riacquista una profondità tutta umana. Al mito si sostituisce la donna, con il suo carico di fragilità e di passioni, di sogni e di delusioni, ma proprio per questo capace di esercitare un fascino tanto più irresistibile.
Anna Magnani. Un urlo senza fine
di Italo Moscati
editore: Lindau
pagine: 222
Sulla sua vita si sono spese molte parole, ma le sue origini restano avvolte dal mistero. Lei stessa si è spesso divertita a contraddire i dati ufficiali riguardo all'anno di nascita (prima 1910, poi 1912 e infine 1908, quello effettivo), al luogo (Alessandria d'Egitto secondo l'Enciclopedia dello spettacolo, in realtà Roma) e ai suoi genitori, in particolare al padre, che rimane ignoto (secondo l'amico e collega Paolo Stoppa era un egiziano, un pascià di cui la madre sarebbe stata concubina). Affidata alla nonna, Anna Magnani crebbe inquieta e insofferente dell'educazione autoritaria del collegio in cui si ritrovò a studiare. Soltanto nell'arte trovò una via di fuga e di salvezza: amava andare al cinema e cantare, studiò pianoforte al Conservatorio di Santa Cecilia e, infine, incontrò il teatro, il suo amore più grande. Si iscrisse così alla Scuola Eleonora Duse, che frequentò sotto la direzione di Silvio D'Amico per cui la Magnani aveva "un temperamento felice". Il teatro assorbì i suoi turbamenti e nello stesso tempo le diede modo di liberare la sua vulcanica e poliedrica energia, trasformandola da ragazza in attrice. E di lì iniziò una folgorante carriera, che dalla rivista la portò al cinema, a fianco dei più grandi registi e attori italiani. Fragile e dura, dolce e Irruente, divertente e drammatica, comprensiva e gelosa, attraverso le pagine di questa biografia Anna Magnani si rivela oggi più che mai l'attrice eterna che attraverso le sue interpretazioni non smette di "guardarci dentro".
Greta Garbo. Star per sempre
di Italo Moscati
editore: Lindau
pagine: 244
Nata Greta Gustafsson in un sobborgo di Stoccolma da una famiglia molto povera, la ragazza comune "dal volto di luna", tanto timida quanto caparbia, sarà destinata a diventare la Divina, l'immortale femme fatale che alimenterà i sogni di molti uomini, l'eroina delle storie d'amore di celluloide di cui molte donne, le "donne nuove" del '900, vorranno condividere il destino. Fellini definì la Garbo "una fata severa, fondatrice di un ordine religioso chiamato Cinema" ed era vero. Fu un'ammaliatrice - e non solo nelle pellicole -, ma fu anche una monaca: verginale, austera e con un'incredibile disciplina nel lavoro di attrice. Il suo talento fu enorme e spesso mal riconosciuto. Partendo dagli esordi nel silent movie, proseguendo al ritmo incalzante del jazz con l'avvento del sonoro e arrivando sino al 1941, anno dell'inaspettato addio alle scene della Divina, Moscati traccia un ritratto originale e appassionato della donna e dell'attrice, che attraversa e coincide con il '900, l'epoca dei totalitarismi e della seconda guerra mondiale. L'epoca in cui, più che in tutte le altre, si aveva bisogno di proiettarsi in una realtà diversa, sognando nel buio della sala di un cinema, rapiti dalla luce della bellezza di una vera dea.
Praga al tempo di Kafka. Una guida culturale
di Patrizia Runfola
editore: Lindau
pagine: 280
In un'esperienza di viaggio confluiscono esigenze anche molto diverse, come differenti possono essere gli esiti che da essa scaturiscono. Il viaggio che Patrizia Runfola ci propone è molto particolare: sul filo di un racconto suggestivo e intenso rivive un momento preciso nella storia di Praga, cioè quelli che potremmo definire gli anni di Kafka. Si tratta di un periodo di grande vivacità creativa, nato dalla magia dell'incrocio di lingue e tradizioni diverse (ceche, tedesche ed ebraiche), e dall'interesse appassionato per quanto avviene nel resto d'Europa in ambito letterario, artistico e poetico. Insieme a Kafka, Max Brod, ai fratelli Capek, a Jaroslav Hasek, a poeti come Nezval e Werfel, ma anche ad architetti, pittori e scenografi, entriamo nelle case, nei circoli letterari, nelle redazioni delle riviste, nei caffè e nei teatri della città, diventando spettatori partecipi di amicizie, amori e storie, molto spesso destinate a concludersi con la morte o la fuga in Palestina e in America. Il tramonto dell'impero austro-ungarico, la prima guerra mondiale e il montare della furia devastatrice di Hitler incombono infatti sulla vita di tutti. Quella che l'autrice ci propone è una felice immersione in un mondo che sarà presto cancellato dalle tragiche vicende della storia. Con una conversazione con Claudio Magris e un testo di Gérard-Georges Lemaire.
L'arte del lusso
Breve trattato sul lusso, seguito da un catalogo ragionato di luoghi, oggetti, atteggiamenti e pensieri
di Colonna D'Istria Robert
editore: Lindau
pagine: 186
Mantenendosi ben lontano dalle esibizioni volgari così caratteristiche della nostra epoca, "L'arte del lusso" è essenzialmente
Il segreto di Chanel n° 5. La storia del più famoso profumo del mondo e di chi l'ha creato
di Tilar J. Mazzeo
editore: Lindau
pagine: 328
Soprannominato le monstre (il mostro) dagli esperti del settore, con il suo colore ambrato, la bottiglia Art Déco e una fragranza senza tempo, Chanel N°5 è il profumo più venduto al mondo. Arrivato sul mercato nei primi anni '20, è uno dei prodotti di lusso più desiderati del XX e XXI secolo. Ma che cosa si nasconde dietro questa parabola senza termini di paragone, che non accenna a imboccare la sua fase discendente? L'indagine di Tilar J. Mazzeo ci accompagna indietro nel tempo, attraverso la vita di Coco Chanel, la brillante, controversa e tenace creatrice e imprenditrice, senza la quale questo profumo non sarebbe mai esistito. Il lettore si ritrova tra le piantagioni di rose e nei campi di gelsomino in cui comincia la vita di questa fragranza; poi nei laboratori e nelle sale riunioni dove il suo aroma si intreccia per sempre alla sensualità e agli affari. E arriva infine in Rue Cambon 31, il fiore all'occhiello dell'impero di Coco, il negozio in cui dopo la guerra i soldati americani correvano per acquistare un po' di quel magico elisir capace di evocare il lusso e il romanticismo di Parigi da portare alle loro ragazze negli Stati Uniti. Ma la storia di Chanel N°5 non è soltanto quella di una straordinaria avventura imprenditoriale, ancora oggi in piena fioritura: è la storia di uno stile inconfondibile che rappresenta per ogni donna la quintessenza dell'eleganza e di un modo di vivere a un tempo sobrio, pratico ed estremamente raffinato.
Lettere a un giovane danzatore
di Maurice Béjart
editore: Lindau
pagine: 64
Maurice Béjart, uno dei protagonisti della scena del '900, scrive a un giovane danzatore: che cos.è la danza? quali sono i suoi strumenti? che cosa distingue un semplice esecutore da un interprete? La sbarra, lo specchio, il palcoscenico, il pavimento definiscono il contesto di un'arte specifica, ma il discorso supera questo ambito circoscritto e investe la dimensione dell'essere. Gli esercizi alla sbarra, che sono la base del lavoro quotidiano, rappresentano molto più che la ripetizione infinita di passi e movimenti: sono una presa di coscienza. La sala danza diventa allora un luogo di meditazione e preghiera, dove si ritrova il contatto con l'Assoluto. Il rapporto con lo specchio, prima, e quello con il pubblico di fronte al palcoscenico, poi, rimandano alla consapevolezza di sé, alla perfetta capacità di giudizio dell'occhio interiore, alla differenza che un osservatore percepisce fra chi ha interiorizzato i movimenti e le coreografie al punto da farli propri e in qualche modo ricrearli e chi ha imparato bene ogni cosa ma appare freddo e anonimo nell.esecuzione. Al di là della sala danza e del palcoscenico si delinea un altro percorso, che riguarda l'Uomo. La danza come la vita, o forse, meglio, la vita come la danza, diventa una ricerca inesausta e infinita, dove le domande trovano poche risposte definitive e anzi sollecitano nuove indagini e riflessioni. Trovare cercando e cercare trovando.