Longo Angelo: Memoria del tempo
Dante oltre l'allegoria
di Alberto Casadei
editore: Longo Angelo
pagine: 272
In questo volume l'autore propone gli ultimi risultati delle sue ricerche dantesche, che hanno mirato sin dal 2009 a scandagli
La consolazione della letteratura. Un itinerario fra Dante e Boccaccio
di Sebastiana Nobili
editore: Longo Angelo
pagine: 257
La stesura del capolavoro, sia per Dante che per Boccaccio, nasce da un trauma: l'esilio nel primo caso, la peste nel secondo
Dante a Verona 2015-2021
editore: Longo Angelo
pagine: 320
Verona è la città che più a lungo ha visto Dante quale ospite, nel primo esilio, allorché sono maturate le opere del "Convivio
Dante e la retorica
editore: Longo Angelo
pagine: 274
Il volume raccoglie i contributi di alcuni tra i maggiori specialisti italiani e internazionali di Dante, che oltre a definire
Lectura dantis bononiensis
di Benvenuto da Imola
editore: Longo Angelo
pagine: 735
Nell'Italia del Trecento la diffusa Commedia di Dante Alighieri divenne presto un cult che tutti avevano a portata d'orecchio
Dante. Dalla «mirabile visione» a «l'altro viaggio». Tra «Vita nova» e «Divina commedia»
di Nicolò Mineo
editore: Longo Angelo
pagine: 204
Nell'attuale fase degli studi danteschi, in cui è quanto mai fervido l'interesse alla produzione lirica, sia vitanovistica che
Enrico VII, Dante e Pisa
editore: Longo Angelo
pagine: 520
Buonconvento (Siena), 24 agosto 1313: la morte inaspettata di Enrico VII di Lussemburgo infrange per sempre i sogni ghib llini di chi, come Dante, aveva intravisto nell'imperatore la speranza più concreta di una risoluzione politica, l'incarnazione di quel secondo 'astro' teorizzato dal Poeta nella Monarchia. In quello stesso anno il trattato politico dantesco veniva ultimato a Pisa, la città scelta da Enrico VII c me sede della sua corte imperiale in Italia. È a Pisa che Dante apprenderà la tragica fine dell'imperatore, ammantata dal sospetto di un vero e proprio delitto politico; è qui che assisterà alle solenni esequie e alla sepoltura dell'"alto Arrigo" all'ombra della Torre, nel Duomo pisano. Il volume raccoglie gli Atti del Convegno internazionale dedicato a "Enrico VII, Dante e Pisa", svoltosi in occasione del settimo centenario della morte dell'imperatore e della stesura della Monarchia. I ventitré saggi, a firma di storici del Medioevo e studiosi di Dante, offrono un quadro completo delle connessioni tra l'imperatore, il poeta e la città toscana, con molte novità, dossier e documenti inediti.
L'umana «commedia» di Dante
di Erminia Ardissino
editore: Longo Angelo
pagine: 168
Dante offre nel suo poema una visione dinamica dell'essere umano, che trova la sua forma ideale nella poetica nel viaggio e nell'apertura della terzina. Tale dinamica deriva dalla concezione della vita come tensione continua verso la perfezione dell'individuo, tensione causata da un desiderio che non può essere soddisfatto se non nella sua ragione ultima, che è la "base" o il "fine di tutt'i disii". Da questo istinto, che implica libertà assoluta e si alimenta di speranza, nasce l'agire, che attua il divenire nella storia, secondo forme molteplici, di cui una delle più rappresentative è l'amore. L'immaginazione e la poesia con la loro visionarietà concorrono a mostrarne la direzione e la fattibilità. Offrendo inedite interpretazioni, il saggio discute alcuni aspetti dell'antropologia dantesca come appare nella Commedia, oggetto privilegiato dell'analisi. Ogni argomento è discusso anche con opportuni riferimenti alle altre opere, soprattutto al trattato filosofico e al libello giovanile. L'avvio è dato da alcuni riusi della poesia di Dante nella contemporaneità, che provano come la Commedia sia un affascinante e straordinario specchio della condizione umana.
Carlo Magno in Italia e la fortuna dei libri di cavalleria
editore: Longo Angelo
pagine: 512
Questo volume raccoglie gli Atti del convegno Carlo Magno in Italia e la fortuna dei libri di cavalleria, tenutosi a Zurigo fra il 6 e l'8 maggio 2014. Nelle diverse sezioni si ripercorrono i momenti più significativi della storia della letteratura cavalleresca di materia carolingia in Italia, a partire dalla circolazione nel Medioevo dei testi ispirati alla Chanson de Roland, attraverso i capolavori del Rinascimento - il Morgante, l'Innamorato, il Furioso, la Liberata - e oltre, nei secoli della fiorente produzione in versi e in prosa che ha affascinato non solo il pubblico delle piazze, ma anche i sempre più avidi lettori delle opere a stampa, per raggiungere infine le soglie della contemporaneità. Gli interventi sono firmati dai maggiori specialisti in materia: Ottavio Besomi, Riccardo Bruscagli, Maria Luisa Meneghetti, Maria Grazia Capusso, Marco Infurna, Frej Moretti, Marco Villoresi, Stefano Carrai, Cristina Montagnani, Francesco Ferretti, Paola Casella, Antonia Tissoni Benvenuti, Cristina Dondi e Neil Harris, Luca Degl'Innocenti, Tina Matarrese, Andrea Canova, Gabriele Bucchi, Jane E. Everson, Daniela Delcorno Branca, Leslie Zarker Morgan, Marina Beer. Dedichiamo questo volume alla memoria di Cesare Segre.
Rime con commento
di Tomaso da Faenza
editore: Longo Angelo
pagine: 232
Tra i romagnoli che, nel De vulgari eloquentia, "a proprio poetando divertisse audivimus", tra coloro cioè che con merito poetico si allontanarono dal proprio volgare, Dante individua Tomaso da Faenza, giudice in attività dagli anni Sessanta del Duecento sino, probabilmente, ai primissimi del Trecento, autore di quattro canzoni e nove sonetti secondo le testimonianze dei canzonieri delle origini e del ms. 4 della Società Dantesca Italiana. Nel corpus spiccano i non facili componimenti in tenzone, con Monte Andrea, Giovanni dall'Orto (contro i quali la specializzazione tomasiana si fisserà sulla difesa di Amore), Cino da Pistoia e Onesto da Bologna (coinvolti in una celebre, ma fumosa, tenzone politica), che delineano il faentino come rilevante, benché non principale, rimatore centro-settentrionale. La nuova edizione critica che qui si propone raccoglie per la prima volta tutta la produzione di Tomaso, comprendendo altresì le rime dei corrispondenti, e presenta un ampio apparato esegetico vòlto al commento puntuale dei testi sinora imperfettamente editi o interpretati. Presentazione di Furio Brugnolo.
Libro delle tre scritture
di Bonvesin de la Riva
editore: Longo Angelo
pagine: 291
Bonvesin da la Riva è il più illustre poeta in lingua padana del Duecento. Contemporaneo di Dante, visse a Milano, dove divenne celebre come filantropo e come finanziatore di ospedali cittadini. Aderì all'ordine religioso degli Umiliati e si rivolse all'ammaestramento del popolo, fondando scuole e dedicandosi alla scrittura. Bonvesin fu un autore molto prolifico: scrisse opere in latino e nella propria lingua volgare, cioè nel milanese del Duecento. Il più celebre testo in latino di Bonvesin è senz'altro il "De magnalibus urbis Mediolani", una lode delle meraviglie di Milano, ricchissima di dati e di informazioni. Il capolavoro in lingua volgare è invece il "Libro delle tre scritture", che appartiene al genere delle "visioni", cioè delle rappresentazioni letterarie dell'aldilà: una tradizione che annovera numerosi precedenti arabi e mediolatini. La visione dell'inferno e del paradiso di Bonvesin si distingue però da altri analoghi testi medievali per la vivacità delle figure e per la complessa architettura strutturale, che richiama alla mente la "Commedia" di Dante Alighieri, di poco posteriore. Al posto della raffigurazione del purgatorio Bonvesin preferisce raccontare la passione di Cristo, l'evento cardine della storia dell'umanità, che ha spalancato agli uomini proprio le porte del paradiso. Questa edizione del "Libro" è per la prima volta corredata da un ampio apparato di note che permettono al lettore di accedere "dentro" al testo, per apprezzare la singolarità della sua lingua.