Nell'accoglienza dell'altro - dello straniero, dell'ospite - ogni civiltà mostra il suo volto. In questo senso la questione dell'ospitalità è decisiva per comprendere ciò che avviene nel crinale tra la legge che una cultura esprime per darsi un ordine e l'esigenza di giustizia che essa reca nondimeno con sé e che non coincide mai con l'esercizio puro e semplice della legge e della sua giurisprudenza. La decisione per o contro l'ospite decide dei territori nella loro concretezza, li attraversa con confini, muri, delimitazioni di filo spinato. È nei varchi di questa decisione sovrana che trova spazio la possibile accoglienza dell'ospite, la cui venuta interrompe il muro di controlli, di diffidenze, di identità che ciascuno - singolo o istituzione - edifica attorno a sé. Nel doppio senso della parola italiana "ospite" si riflette proprio questo fatto: l'accoglienza dell'altro è quell'esperienza in cui i confini tra me e l'altro divengono incerti e incerta la percezione se in un certo senso non si sia sempre ospiti dei propri ospiti, di coloro che si è accolti sotto il proprio tetto.
L'ospitalità, l'infrangersi

Titolo | L'ospitalità, l'infrangersi |
Curatori | G. Solla, R. Panattoni |
Collana | Con-tratto, 3 |
Editore | Marietti 1820 |
Formato |
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Pagine | 208 |
Pubblicazione | 2006 |
ISBN | 9788821185564 |
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