La liberazione della donna e della generazione
non può essere vera senza una seria riflessione
antropologica ed etica. Ma il tortuoso
cammino che tale liberazione ha percorso e
sta percorrendo, enfatizzando in modo unilaterale
la volontà soggettiva, ha rischiato di
perdere l’etica per strada: un’etica smarrita
della liberazione, nel duplice senso di un’etica
che non sa più dove andare, confusa, e di
un’etica che è stata persa, a volte per assenza
di pensiero.
Sono passati poco più di tre decenni dalla
nascita di Louise Brown e le biotecnologie
legate alla generazione umana sono ormai
vissute e rappresentate solo nella loro dimensione
tecnico-pratica, spesso banalizzate nel
campo delle offerte mediche disponibili.
Occorre però fare il punto su due aspetti: il
fatto che, pur considerando tutte le variazioni
sul tema oggi offerte in ambito tecnoscientifico,
tutti noi siamo comunque sempre ‘nati
di donna’; il riconoscimento che la generazione
extracorporea veicola (ed è il frutto di) una
concezione dell’essere umano e delle sue relazioni,
di riflessioni sull’identità, di teorie della
giustizia. Recuperare la pregnanza di pensiero
sottesa ed implicita a tutto questo è centrale
e umanamente irrinunciabile.
Cercando di ricostruire criticamente la storia
del pensiero femminile che ha accompagnato
la nascita e lo sviluppo delle nuove tecnologie
riproduttive, questo testo prende in esame
l’apporto di Simone de Beauvoir, mettendo in
luce la ricaduta del suo pensiero sull’interpretazione
delle nuove biotecnologie e sulla
traiettoria della comprensione del rapporto
tra maternità e libertà. Il filo conduttore scelto
è quello della relazione – tra i generi, col
proprio corpo, tra gli esseri umani –, prospettiva
e punto di partenza fecondo per la comprensione
dei beni in gioco nella procreazione
umana.
Biografia dell'autore
Elena Colombetti è ricercatrice di Filosofia
morale all’Università Cattolica del Sacro
Cuore e membro del Comitato Scientifico del
Centro di Ateneo di Bioetica. Nella medesima
università insegna Filosofia morale nella
Facoltà di Scienze della Formazione e Bioetica
in vari corsi post-lauream. È autrice di
Incognita uomo. Corpo, tecnica, identità (Vita
e Pensiero, Milano 2006) e di svariati saggi tra
i quali: Il consiglio difficile. Sulla possibilità
della consulenza etica (2004); La riabilitazione
della coscienza tra soggettività e soggettivismo.
Note sul significato di “agire in scienza
e coscienza” (2009); Singolarità e universalità
nel linguaggio dei diritti umani (2010);
Progettualità e natura: una riflessione etica a
partire dal pensiero di Simone de Beauvoir
(2010); Libertà e ragione nel dibattito bioetico:
appunti sulla contraddittorietà apparente dell’esigenza
razionale (2011).