L’eroe virgiliano affronta vita e morte con pari tensione agonistica e – si direbbe – ‘estetica’. La gestualità che accompagna la fine del guerriero nell’Eneide concorre a fare della morte di questo non il semplice atto conclusivo del vivere, bensì il suo culmine, il momento drammatico e sublime in cui il senso dell’esistenza trova espressione esemplare e, nel contempo, negazione irrevocabile.
Biografia dell'autore
Massimo Rivoltella, oltre a essere ordinario di Lettere latine e italiane nella Scuola media superiore, insegna Lingua latina presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Collabora con la Scuola di Specializzazione per l’Insegnamento secondario del medesimo ateneo in qualità di docente di Didattica del Latino. Prima che all’Eneide ha dedicato la propria attività di ricerca soprattutto alla tragedia senecana.