Più che mai nella nostra epoca, priva di
fondamenti e legami affidabili, l’esperienza
del tempo è diventata problematica:
tendiamo a concentrarci sul presente,
dimenticando il passato e faticando
a generare futuro, come se volessimo
rimuovere lo scorrere inesorabile
del tempo. Eppure questa è da sempre
esperienza universale dell’umano: i
nostri giorni, uno dopo l’altro, «passano
in fretta e volano via», dice un salmo.
Le luminose meditazioni di Pietro
Bovati su alcune figure bibliche dell’attesa
(come Giovanni Battista o Maria
di Nazareth) muovono da questa fondamentale
consapevolezza della caducità
della vita, che però non ha come
esito obbligato la rassegnazione malinconica
o la ricerca avida di ogni fugace
soddisfazione. Il vivere nel tempo può
infatti colorarsi di toni diversi: la gratitudine
per il passato, l’apprezzamento
cordiale del presente, la fiduciosa
disposizione verso il futuro che ci viene
incontro. Questa sapienza che gusta il
tempo assegnatoci è possibile perché i
giorni dell’uomo, da quando il Figlio è
venuto tra noi, sono anche i giorni di
Dio, aperti al compimento di ogni promessa
e speranza. È quanto la nascita
di Dio dentro la trama della storia
umana le dischiude, infallibilmente e
senza pentimento.
Biografia dell'autore
Pietro Bovati, gesuita, è stato per molti
anni docente di Esegesi e teologia
dell’Antico Testamento al Pontificio
Istituto Biblico di Roma. Dal 2008 è
membro della Pontificia Commissione
Biblica. Tra i suoi libri: Ristabilire la giustizia.
Procedure, vocabolario, orientamenti,
Roma 2005; «Così parla il Signore
». Studi sul profetismo biblico,
Bologna 2008; Parole di libertà. Il messaggio
biblico della salvezza, Bologna
2012.