Rid Gracëv (1935-2004), prosatore, poeta e saggista, agli inizi degli anni Sessanta è una delle grandi promesse della letteratura di Leningrado. Vera Panova lo celebra come il più brillante autore della nuova generazione. I contemporanei, tra cui Andrej Bitov, Iosif Brodskij e Sergej Dovlatov ne riconoscono l'indiscusso talento, ma la sua consacrazione a metà anni Sessanta è vanificata da due forze ineffabili: la censura e la pazzia. Adamcik è il suo testo narrativo più emblematico. Non sarà mai pubblicato in URSS. Scritto nel 1962, è una rivisitazione neorealista del "piccolo uomo" di tradizione pietroburghese, un "piccolo Adamo" calato in una sovietica quotidianità operaia e alienante. Per Rid Gracëv la nevrosi esistenziale dei suoi eroi-Sisifo muterà presto in psicosi personale. La sua parabola letteraria, dissoltasi nell'anonimato, merita di essere riscoperta, dando voce qui a una delle pagine meno note e più originali della narrativa russa del secondo Novecento.
Adamcik. Un eroe neorealista nella Russia sovietica

Titolo | Adamcik. Un eroe neorealista nella Russia sovietica |
Autore | Rid Gracev |
Curatore | M. Sabbatini |
Traduttore | M. Capossela |
Argomento | Storia, Religione e Filosofia Storia |
Collana | Saggi E Studi |
Editore | Pisa university press |
Formato |
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Pagine | 103 |
Pubblicazione | 2019 |
ISBN | 9788833391922 |
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