Cesati: RESOCONTI DI LETTERATURA ITALIANA
La funzione S. E altri esperimenti di critica sveviana
di Riccardo Cepach
editore: Cesati
pagine: 174
«Svevo è una macchina per pensare»
«Queste mie carte argute». Sei studi su Giuseppe Parini
di Riccardo Donati
editore: Cesati
pagine: 144
Il volume affronta lo studio dell'opera in prosa e in versi di Giuseppe Parini da una prospettiva multiculturale e interdiscip
Arti transitabili. Letteratura e cinema
di Thea Rimini
editore: Cesati
pagine: 186
I rapporti inter artes hanno da sempre caratterizzato il discorso culturale e ancor di più contraddistinguono quello contempor
Sette e Ottocento irregolari. Casanova, Conti, Quadrio, Nievo, Imbriani, Carducci
di Rinaldi Rinaldo
editore: Cesati
pagine: 156
L'immaginario e il romanzesco, l'utopia, la bizzarria e la satira, il rifiuto della storia in nome dell'estraneità e della mal
L'aura dantesca
Metamorfosi intertestuali nei Rerum Vulgarium Fragmenta di Francesco Petrarca
di Kuon Peter
editore: Cesati
pagine: 287
«Non ho scritto che un romanzo solo». La narrativa di Italo Svevo
di Massimiliano Tortora
editore: Cesati
pagine: 168
L'ipotesi che sorregge questo libro è tanto semplice quanto economica
Le passioni del metodo. Le teorie, le poetiche e le narrazioni di Federico De Roberto
di Giovanni Maffei
editore: Cesati
pagine: 375
La riflessione sulla letteratura di Federico De Roberto, per la sua ricchezza e l'originalità, è stata tra le più notevoli in
Rappresentazione e memoria. La «quarta» guerra d'indipendenza
editore: Cesati
pagine: 229
L'idea della guerra che coronava o addirittura legittimava l'epopea risorgimentale circolava per ragioni culturali e spesso an
Danteum. Studi sul Dante imperiale nel Novecento
di Martino Marazzi
editore: Cesati
pagine: 177
Lungo il corso del Novecento - e con particolare intensità nel periodo fra le due guerre - Dante è stato letto come un autore "imperiale": intellettuale interprete, attraverso la sua poesia e il suo pensiero, di una visione autocratica del potere; celebrarlo diventò presto una delle forme di espressione del consenso di massa. Di quella vicenda critica si ricostruiscono i caratteri e il significato, soffermandosi sulla rete di rapporti e interessi attiva dietro il progetto del Danteum, un Tempio da erigere su via dei Fori Imperiali a Roma su disegno di Lingeri e Terragni. La disfatta di quel modello si può misurare con l'assai diverso dantismo che fiorì, come estremo atto "umanistico", nei campi di concentramento. Ma anche in altri contesti reinterpretare Dante venne a significare una ricerca di identità culturale e un'autoattribuzione di autorità: si propone quindi di rileggere la presenza di Dante fra i letterati italoamericani come una delle forme più peculiari di affermazione della dignità della loro cultura. Il volume si chiude con un'ampia discussione della fertile scena degli studi danteschi americani, i quali testimoniano come non a caso il settore umanistico del più strutturato apparato educativo dell'Occidente mostri di considerare centrale, per la propria strategia culturale, un autore come Dante che rappresenta tuttora un modello di riferimento per un'interpretazione "imperiale" del sapere.
Non solo quel ramo
Cinque saggi su «I Promessi Sposi» e uno sul canto V dell'«Eneide»