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Einaudi: Frontiere Einaudi

M. Una metronovela

di Stefano Bartezzaghi

editore: Einaudi

pagine: 280

Tra arrivi e partenze, amicizie lunghe una vita e disincontri quotidiani, orizzonte superiore e orizzonte inferiore, ricordi tenaci e attimi mancati, Stefano Bartezzaghi ci conduce in un insolito viaggio sentimentale nella sua città. E la sua lingua-cornucopia scava nell'ovvio e nel mediocre del quotidiano e dell'oggetto comune per produrre riverberi insoliti, lampi di ricordi, nuovi angoli di osservazione, storie frivole e serie di persone note o del tutto sconosciute che insieme a Milano ci raccontano anche un'altra possibile città. Magari la nostra.
20,00

Roth scatenato. Uno scrittore e i suoi libri

di Claudia Roth Pierpont

editore: Einaudi

pagine: 412

"Roth scatenato" è la biografia di un peso massimo della letteratura americana contemporanea: il frutto di una collaborazione lunga dieci anni fra l'autrice, Claudia Roth Pierpont (che con lo scrittore non intrattiene alcun grado di parentela), e Philip Roth. La Pierpont ricostruisce - per la prima volta in modo tanto organico e documentato - la vita letteraria di Roth e la genesi delle oltre trenta opere da lui partorite in mezzo secolo di quasi ininterrotta attività. Importantissimo, qui, è proprio l'aggettivo "letteraria": se dal dato strettamente biografico non è infatti mai possibile prescindere del tutto quando si analizza la produzione artistica di uno scrittore, nel caso di Roth la contiguità dei due piani ha sempre rischiato di ingenerare, sia nel lettore comune sia nella critica, una pericolosa quanto feconda e ben sfruttata confusione. Una delle difficoltà di scrivere delle opere e della vita di Roth, dunque, sta proprio nello scoprire dove possono iniziare e finire queste maschere e cosa rivelano quando vengono sollevate. Non a caso, infatti, Nathan Zuckerman a un certo punto "dice" al suo autore: "la mia ipotesi è che tu abbia scritto così tante metamorfosi di te stesso da non sapere più né chi sei né chi sei mai stato. Ormai non sei altro che un testo ambulante". Ma ovviamente Philip Roth è molto di più di "un testo ambulante": sotto le tante maschere della letteratura c'è un uomo complesso, spesso ferito dalla vita ma che non ha mai smesso di cercarla, e amarla...
22,00

Il museo del mondo

di Melania G. Mazzucco

editore: Einaudi

pagine: 240

Ogni quadro, ogni opera vista in una chiesa o esposta in una galleria, lascia qualcosa a chi la guarda
33,00

Il progetto Kraus

di Jonathan Franzen

editore: Einaudi

pagine: 235

"La vera rabbia, la rabbia come stile di vita, mi rimase estranea fino a un pomeriggio di aprile del 1982". Jonathan Franzen aveva ventidue anni, si trovava in Germania con una borsa di studio ed era diretto a Berlino, dove avrebbe seguito un corso su Karl Kraus. Leggere i saggi dello scrittore viennese, per il giovane Franzen, fu come scoprire un'altra lingua straniera celata all'interno del tedesco. Tra il 1899 e il 1936, attraverso la rivista "Die Fackel", Karl Kraus si era imposto nel mondo culturale germanofono come il Grande Odiatore, censore della banalità e della manipolazione, fustigatore del giornalismo dozzinale. Ammirato da Benjamin e Kafka, oscuro e criptico, Kraus era nondimeno un profeta lungimirante, e in questo libro Franzen mette in evidenza tutta l'attualità del suo pensiero. Il principale obiettivo polemico di Kraus era la macchina infernale dei giornali, "il disonesto abbinamento degli ideali illuministi con l'incessante e ingegnosa ricerca di profitto e potere". In modo simile, nota Franzen, nel consumismo tecnologico di oggi, in internet e nei social media, trionfa una retorica umanistica fatta di "creatività", "libertà", "connessione", "democrazia" che crea dipendenza e asseconda i peggiori istinti delle persone (molto di più di quanto non abbiano mai fatto i giornali). Rivisitando la propria passione giovanile, Franzen ne prende in una certa misura le distanze....
19,50

Trittico. Tre studi da Francis Bacon

di Jonathan Littell

editore: Einaudi

pagine: 143

Ci sono occasioni in cui non serve essere un addetto ai lavori per comprendere a fondo un'opera d'arte. Specie se quello a cui si mira non è tanto l'analisi di una tecnica o l'esegesi di un significato, quanto piuttosto la ricostruzione di una grammatica del pensiero. Di Jonathan Littell conoscevamo finora il registro narrativo (il monumentale "Le Benevole"), saggistico ("Il secco e l'umido") e quello del reportage, giocato anch'esso sul filo della narrazione in continuo dialogo però con una realtà spesso atroce e complessa (i taccuini ceceni e siriani). "Trittico" ci propone un nuovo volto dello scrittore, che non contraddice i precedenti ma anzi li integra grazie a un serrato confronto, emozionale e stilistico, con le immagini. E non con immagini qualsiasi, ma con quelle della pittura di Francis Bacon, un artista che ha affrontato, con una tecnica inconfondibile e unica, molti dei fantasmi della modernità, dall'angoscia all'incomunicabilità, e soprattutto il grande tema del corpo. Bacon è anzitutto un pittore di figure deformate che sono in realtà specchio dei fantasmi interiori. Armato di un amore intenso per la sua opera, di un'intelligenza acuta e supportato da uno studio approfondito, Littell articola la riflessione sulla vita e sulle opere di Bacon attraverso tre diversi punti di vista, regalandoci così il suo personalissimo "Trittico".
23,00

Le antiche vie. Un elogio del camminare

editore: Einaudi

pagine: 408

Gli uomini sono animali, e come tutti gli animali anche noi quando ci spostiamo lasciamo impronte: segni di passaggio impressi
22,00

Il costo della vita

Storia di una tragedia operaia

di Ferracuti Angelo

editore: Einaudi

pagine: 212

Porto di Ravenna, cantieri navali Mecnavi, 13 marzo del 1987
19,00

Quasi una preghiera

editore: Einaudi

pagine: 150

Tu sai Signore che io amo pregarti seguendo i ritmi stagionali, perché la preghiera non è una petizione astratta o un parlare
18,50

La tigre. Un'avventura siberiana di vendetta e sopravvivenza

di John Vaillant

editore: Einaudi

pagine: 392

Ti uccide prima ancora di toccarti. Il suo ruggito è come un terremoto che sembra provenire da ogni direzione, un suono forgiato dall'evoluzione per stroncare il sistema nervoso delle vittime. Ma quando vuole può essere silenziosa come la neve che cade: un proverbio della taiga dice che "quando tu riesci a vederla, lei ti ha già visto cento volte". È la tigre siberiana, il predatore più intelligente e letale del pianeta. Dopo l'uomo. Quella mattina Jurij Trush, un veterano dell'esercito sovietico ora a capo dell'Ispettorato Tigre, ricevette una chiamata allarmante: un uomo, più volte sospettato di bracconaggio, Vladimir Markov, era stato assalito nei dintorni di Sobolonje, piccola comunità di tagliaboschi nel cuore della foresta. Siamo nell'estremo oriente siberiano, non lontani dal confine cinese: il Primorje è una prova generale di inferno nascosta sotto la superficie di uno dei territori più belli del globo. Ed è anche l'ultimo santuario della tigre dell'Amur. Quando Trush giunse sul luogo dell'aggressione scoprì che, malgrado gli oltre trenta gradi sotto zero, la neve si era sciolta completamente: al centro del cerchio scuro di sangue erano posate una mano mozza e una testa senza volto. Inizia cosi il racconto di un'incredibile e spaventosa caccia alla tigre, dei giorni passati nella foresta e nella tundra siberiane sotto la perenne minaccia della belva, delle gesta dell'animale che arriverà ad assediare l'intero villaggio, e dell'uomo destinato ad affrontarla.
20,00

I posseduti. Storie di grandi romanzieri russi e dei loro lettori

di Elif Batuman

editore: Einaudi

pagine: 309

"Cos'è che ami, quando sei innamorata? I suoi vestiti, i suoi libri, il suo spazzolino da denti. Tutti i beni di consumo, che prima erano estranei, vengono magicamente riabilitati come aspetti della persona. Dopo che Evgenij Onegin scompare nel settimo capitolo, Tat'jana comincia ad andare in visita nella sua tenuta abbandonata. Guarda i segni che ha lasciato sul biliardo, la sua biblioteca, il suo frustino, "tutto le pare inestimabile". "Chi era dunque lui?" domanda riflettendo sui suoi libri, esaminando i segni lasciati sui margini dall'unghia del suo pollice". Il nostro rapporto con la letteratura non è forse sottomesso alla stessa costellazione sentimentale? Non è, anche questa, un'allegoria della lettura? Come Tat'jana cerchiamo tra le pagine di un libro le tracce di un personaggio e del suo autore, tentiamo di ricostruire, a partire da un'assenza, un'essenza. Esponendoci al rischio inevitabile, incalcolabile - del disastro, del fallimento. Allora "I posseduti", come il romanzo e come la critica letteraria (generi a cui allo stesso tempo appartiene e che trascende), è il racconto di una storia d'amore. Come il protagonista della "Montagna magica" di Thomas Mann, che arriva in un sanatorio svizzero per una visita di tre settimane al cugino e vi rimane per sette anni a causa, si può dire, dell'amore, così Elif Batuman a tutto pensava tranne che a dedicarsi alla vita accademica: eppure resterà a Stanford sette anni per un dottorato sulla forma del romanzo russo.
20,00

Stregato dal suo fascino. Roberto Rossellini in India

di Dileep Padgaonkar

editore: Einaudi

pagine: 265

"India è la creazione del mondo". Con queste parole Jean-Luc Godard salutava nel 1959 l'uscita di "India Matri Bhumi", uno dei film più misconosciuti e più straordinari di Roberto Rossellini. A cinquant'anni di distanza, Dileep Padgaonkar ricostruisce l'" avventura indiana" del maestro del neorealismo, un'avventura destinata a cambiare in profondità non solo il suo modo di fare cinema ma anche la sua vita privata. Attingendo ai ricordi dei protagonisti, a interviste e articoli dell'epoca, e a testimonianze inedite raccolte di prima mano, l'autore segue Rossellini a partire dal difficile periodo della crisi sentimentale e professionale con Ingrid Bergman fino al nuovo equilibrio raggiunto con la scelta coraggiosa e impopolare di dedicarsi ai film didattici per la televisione, e con il complicato menage familiare ricostruito intorno a Sonali Dasgupta, la donna conosciuta e amata a Bombay. Nel mezzo, a rivoluzionare ogni cosa, c'è l'India, un'India osservata non con le lenti dell'ideologia o dell'esotismo ma con un'eccezionale disponibilità a lasciarsi toccare e mettere in discussione da un popolo che Rossellini trova "profondamente razionale" e di una dolcezza e mitezza sorprendenti. Nel suo lungo viaggio il regista italiano sceglie di proposito di vedere quel che gli altri dell'India non vedono, e di raccontare quel che gli altri dell'India non raccontano.
19,50

Storia di Chiara e Francesco

di Chiara Frugoni

editore: Einaudi

pagine: 200

Due ragazzi benestanti, colti, imbevuti di letture - soprattutto lui - di nobili cavalieri e amori cortesi. Ma quando un giorno questi due giovani, destinati a ereditare gli onori del loro stato sociale, volsero lo sguardo sulle cose degli uomini, videro un mondo che tradiva il messaggio del Vangelo e lo rifiutarono. Decisero, in momenti diversi, di spogliarsi delle loro ricchezze e, nudi, di abbracciare una nuova vita per gli ultimi. Quelle di Chiara e Francesco furono due esistenze che si intrecciarono strettamente pur percorrendo, ciascuno dei due santi, cammini differenti. Lo scopriamo direttamente dalle loro voci, dai loro scritti, a cui Chiara Frugoni dedica in questo libro uno spazio del tutto nuovo. Facendo parlare direttamente i protagonisti, la Frugoni fa del lettore un compagno di strada di Chiara e Francesco, permettendogli di accostarsi al loro generoso progetto e alle resistenze, ai tradimenti, ai compromessi con cui i due dovettero fare i conti per rendere reale la loro utopia. Del resto è una storia, quella di Chiara e Francesco, che col passare dei secoli nulla ha perso della sua travolgente novità. Al contrario, è come se il tempo trascorso non smettesse di sottolinearne la radicale modernità: il rapporto con i poveri, e quindi col denaro e il potere; il ruolo non subalterno della donna; la funzione dei laici nell'istituzione religiosa; l'importanza del lavoro manuale in servizio del prossimo e come garanzia di libertà; la relazione con fedi diverse.
19,00

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