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Einaudi: L'Arcipelago Einaudi

La donna che trema

di Hustvedt Siri

editore: Einaudi

pagine: 210

Mentre legge un discorso in memoria del padre, scomparso pochi anni prima, Siri Hustvedt è vittima di uno strano attacco: il s
14,00

La ragazza perduta

di Mannuzzu Salvatore

editore: Einaudi

pagine: 131

Un racconto: l'insolito regalo di compleanno di un marito a una moglie che lo accusa di non amarla più
14,00

Due storie d'amore

di Mancinelli Laura

editore: Einaudi

pagine: 198

Il sogno di Crìmilde è rilettura di un antichissimo mito germanico accolto nei Nibelunghi, poema anonimo composto per le corti
14,00

Hôtel Baalbek

di Fred Wander

editore: Einaudi

pagine: 238

Marsiglia 1942: una città meravigliosa e corrotta, dominata dalla violenza, pervasa da oscuri traffici, immersa in un clima allo stesso tempo di esaltazione e di paralisi, una città in cui confluiscono migliaia di ebrei provenienti da ogni parte d'Europa, nella speranza di trovare un modo per fuggire Oltreoceano, per sottrarsi alla mortale presa della Gestapo. Uno dei punti di raccolta dei fuoriusciti è il Baalbek, un albergo di infima categoria, nei cui corridoi si susseguono le voci: è vero che i tedeschi stanno occupando anche il resto della Francia? e che la Deventer, una nave piena di profughi, è affondata? Fra gli ospiti di questo straordinario e fatale caravanserraglio c'è un giovane timido, innamorato contemporaneamente di due bellissime donne, Katja e Lily, innamorato della vita che ancora non conosce davvero. E lui, uno dei pochi sopravvissuti, a raccontare decenni più tardi di queste esistenze sull'orlo dell'abisso, a narrare le vicende di Jablonsky, di Sascha, di Jossip, del musicologo David Stern e della sua bionda moglie, della piccola Judith, cosi giovane e cosi seducente. È lui a rievocare, con grande immediatezza, un mondo che allora non riusciva ancora a immaginare con quale violenza e crudeltà sarebbe stato investito dalla storia.
14,00

Hazard e Fissile

di Raymond Queneau

editore: Einaudi

pagine: 64

Raymond Queneau fa parte del gruppo surrealista parigino dal 1924 al 1929. Tra le molte passioni che condivide con André Breton e i suoi amici, ci sono i romanzi di "Fantomas" e certo anche la magistrale versione cinematografica realizzata da Louis Feuillade. Queneau si appassionerà a tal punto all'eroe nero creato da Jean Souvestre e Marcel Allain da accarezzare il progetto di scriverne una biografia. Il libro non vedrà mai la luce, ma l'autore degli "Esercizi di stile" non resisterà alla tentazione di giocare, nel suo inimitabile modo, con gli ingredienti del feuilleton: ecco dunque "Hazard e Fissile", il primo esperimento narrativo di Raymond Queneau, ritrovato pochi anni fa tra le carte dello scrittore e finora inedito. Questo romanzo è un'esilarante parodia e una distorsione delle peripezie classiche del romanzo d'appendice: ci sono vilains dai nomi improbabili e dai modi bizzarri, ci sono donne nude e mascherate, pistole che scompaiono, eroi ed eroine senza macchia e senza cervello: e ci sono anche clown malinconici, omicidi, inseguimenti e agnizioni. E soprattutto c'è già tutto Raymond Queneau: gli esperimenti metaletterari, gli sberleffi al lettore, le visioni care all'immaginario surrealista, quasi provenissero dai dipinti di Delvaux o di Dali (diciassette piovre addomesticate!); e ancora, un colpo di scena ad ogni pagina, una sorpresa ad ogni paragrafo.
10,00

Il cimitero di pianoforti

di José Luís Peixoto

editore: Einaudi

pagine: 263

In questa cronaca familiare portoghese si alternano e sovrappongono le voci di un padre e di un figlio. Il primo, morto dopo una lunga malattia, ripercorre la propria esistenza, fatta di molte illusioni e molti fallimenti, e osserva, senza intervenire, il presente da cui ormai è escluso; il secondo rivive il passato e immagina il futuro mentre, ai Giochi olimpici di Stoccolma del 1912, partecipa alla maratona. Non avrà la gioia di conoscere il bambino che sua moglie sta per mettere al mondo: è destinato infatti a morire durante la corsa, stroncato da un'insolazione. Le parole di entrambi si mescolano nel ripercorrere un quadro atemporale e trascendente in cui l'esistenza si rivela mistero e solitudine. Al centro degli avvenimenti, la bottega di falegname di Francisco Lázaro che, tramandata di padre in figlio, nasconde una stanza tenuta sempre chiusa: è stipata di vecchi e malandati pianoforti, muti testimoni delle alterne vicissitudini della vita. Frammentario e solo apparentemente sconnesso, perché modellato sulla tortuosità del filo dei ricordi, lo stile virtuoso e musicale di Peixoto conduce il lettore nell'intimità più pudica e miserabile dei suoi personaggi, dove la tenerezza si scontra con la crudeltà, e la morte, nonostante tutto, concede spazio alla vita. Quella stanza chiusa, il cimitero dei pianoforti, è la metafora dell'esistenza, è quella zona d'ombra e di conforto in cui si recuperano gli stimoli necessari per andare avanti.
15,00

Nel caffè della giovinezza perduta

di Modiano Patrick

editore: Einaudi

pagine: 117

Parigi, Quartiere Latino
13,00

Solo un altro anno

di Krasikov Sana

editore: Einaudi

pagine: 240

Un tempo, avvistare la sagoma della Statua della Libertà all'entrata del porto di New York per molti immigrati era l'annuncio
15,00

I girovaghi

di Li Yiyun

editore: Einaudi

pagine: 401

Il primo giorno di primavera del 1979 non segna un passaggio di stagione come tutti gli altri per Fiume Fangoso, una cittadina industriale nel cuore della Cina: ottantamila abitanti stipati in casette cubiche dalle pareti sottilissime, vicoli sterrati, minuscoli cortili tutti identici fra loro. A incrociarsi, il mattino del giorno stabilito per l'esecuzione di una "controrivoluzionaria", sono i destini degli ultimi della città: maestro Gu e sua moglie, sfortunati genitori di Shan, la condannata, Tong, il ragazzino di campagna, il vecchio Hua e sua moglie, raccoglitori girovaghi di rifiuti e neonate abbandonate; oppure Nini, undicenne deforme dallo sguardo penetrante, e l'imbelle Bashi, con la sua insaziata curiosità verso le ragazzine, o il solitario vecchio Kwen, incattivito come il cane nero che tiene alla catena. Ma sarà un giorno decisivo anche per chi all'apparenza ha tutto ciò che si possa desiderare, come la bella Kai, annunciatrice del partito e moglie di Han, politico in ascesa. L'esecuzione della "controrivoluzionaria" porterà al pettine i nodi che aggrovigliano gli abitanti di Fiume Fangoso, i quali si ritroveranno dopo quindici giorni nella piazza principale, a testimoniare con un fiore bianco di carta velina la loro silenziosa ribellione. E dalla capitale giunge l'eco di un cambiamento, nel segno del Muro della democrazia...
18,00

Una giornata al monte dei pegni

di Loewenthal Elena

editore: Einaudi

pagine: 101

Una professoressa con i capelli a spazzola e un balordo che ce l'ha con il mondo intero
10,50

Bevete cacao Van Houten!

di Ornela Vorpsi

editore: Einaudi

pagine: 130

Quando si nasce nella "prigione chiamata Albania", esistono solo due modi di orientare lo sguardo. C'è quello del pittore Petraq, che cammina chino sull'asfalto e sembra rimpicciolire ogni giorno di più: è lo sguardo basso della colpa, di chi si vergogna della propria vecchiaia, ma anche della propria bellezza, o di un marito che ha troppa voglia di fare l'amore. E poi ci sono gli occhi puntati dritti verso formidabili orizzonti: è lo sguardo di Gazi che attraversa l'Adriatico e sogna di portare la sua musica in Italia, in Francia, negli Stati Uniti. Sono gli occhi di Teuta mentre stropiccia il foglietto su cui è segnato l'indirizzo che dovrebbe accoglierla a Roma, quelli di Sabrina inghiottita dal mare, e di Lumturi che si nutre delle pagine di Proust e Stendhal. Complice un tempo che sembra eterno, l'Albania smette di essere prigione per diventare limbo, uno stato transitorio nel quale si sopravvive coltivando "promesse d'altrove", fino al giorno in cui si parte davvero. Ed eccolo, finalmente, "il paese dei miracoli", un luogo in cui la bellezza femminile non è più dannazione ma fortuna, il pesce non ha le lische e le scatole di tè racchiudono prodigi mai sentiti. Ma l'autrice di questi quattordici racconti, che ha lasciato Tirana a ventidue anni e ha scelto di scrivere in italiano, di sguardo ne ha inventato un altro: obliquo, che gioca a ribaltare le ovvietà della lingua e dell'esistenza.
12,50

Il buon ladro

di Hannah Tinti

editore: Einaudi

pagine: 362

New England, intorno alla metà del XIX secolo
16,00

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