Einaudi: L'Arcipelago Einaudi
Cento giorni
di Lukas Barfuss
editore: Einaudi
pagine: 216
David Hohl, uno svizzero tranquillo. Nel 1990 parte per il Ruanda, per aggregarsi a un importante progetto di cooperazione. Nel panorama africano, il paese è una positiva anomalia con allevamenti di bestiame, con programmi di riforestazione, con una situazione politica tutto sommato stabile. La collaborazione funziona, i risultati non mancano. Ingenuo e idealista, Hohl stenta a comprendere una realtà radicalmente altra, un universo enigmatico, talvolta minaccioso e in ogni caso non valutabile in base ai parametri occidentali. Nel rapporto con l'affascinante Agathe, una donna dalla sensualità dirompente, intuisce forse di trovarsi di fronte a questo baratro di incomprensione. Ma non è sufficiente: nonostante tutte le avvisaglie, nei quattro anni che trascorre nel paese non si rende conto della tragedia che si sta preparando. E così scivola, quasi impercettibilmente, in un incubo: quando, nella primavera del 1994, ha inizio il massacro, cerca di tenere i contatti con la donna - che con gli anni ha maturato una sua coscienza politica e muore di colera in un campo profughi -, non parte con gli altri occidentali, per cento giorni rimane recluso nella sua abitazione e diventa così testimone e in qualche modo complice del genocidio che costò la vita a quasi un milione di persone.
Villa Gradenigo
di Giuseppe Bevilacqua
editore: Einaudi
pagine: 117
Sullo sfondo dell'Italia fascista, Maurizio vive la propria adolescenza a Villa Gradenigo, nella provincia veneta. La sua è una famiglia altolocata, con la quale il ragazzino ha minimi contatti: il padre è quasi sempre assente per affari, la madre lascia che siano le altre donne di casa (la governante, la cuoca, la tata appena ventenne) a prendersi cura di Maurizio e della sorella minore. Nelle stanze alte della villa e nell'enorme parco che la circonda il ragazzino si emanciperà gradualmente dal ruolo di figlio e di fratello sperimentando i primi turbamenti sessuali, e incontrerà la politica e la letteratura. Proprio confrontandosi con questi temi Maurizio potrà ridisegnare il suo percorso interiore in vista dell'età adulta. Un romanzo fortemente evocativo, costruito per piccole scene che s'inanellano le une alle altre, sorretto da una scrittura magnifica, capace di restituire l'atmosfera di un'epoca e le inquietudini di un'età cruciale della vita.
Artisti e animali del circo socialista
di Topol Jáchym
editore: Einaudi
pagine: 334
Un'antica dimora aristocratica a Sirem, nei pressi di Praga, nel secondo dopoguerra è diventata un istituto in cui le suore si
Orbita clandestina
di Nelli Sergio
editore: Einaudi
pagine: 200
Dario è un uomo di mezza età, separato, insegnante in congedo lavorativo perché in attesa di trapianto
Baldo
I cani ci guardano
di Marcoaldi Franco
editore: Einaudi
pagine: 135
Baldo è un cane tra gli altri, che attende il suo padrone
Insolita storia di una vita normale
di Repetti Carlo
editore: Einaudi
pagine: 138
Un vecchio di ottant'anni parla a suo figlio, un uomo di quaranta
La donna che trema
di Hustvedt Siri
editore: Einaudi
pagine: 210
Mentre legge un discorso in memoria del padre, scomparso pochi anni prima, Siri Hustvedt è vittima di uno strano attacco: il s
La ragazza perduta
di Mannuzzu Salvatore
editore: Einaudi
pagine: 131
Un racconto: l'insolito regalo di compleanno di un marito a una moglie che lo accusa di non amarla più
Due storie d'amore
di Mancinelli Laura
editore: Einaudi
pagine: 198
Il sogno di Crìmilde è rilettura di un antichissimo mito germanico accolto nei Nibelunghi, poema anonimo composto per le corti
Hôtel Baalbek
di Fred Wander
editore: Einaudi
pagine: 238
Marsiglia 1942: una città meravigliosa e corrotta, dominata dalla violenza, pervasa da oscuri traffici, immersa in un clima allo stesso tempo di esaltazione e di paralisi, una città in cui confluiscono migliaia di ebrei provenienti da ogni parte d'Europa, nella speranza di trovare un modo per fuggire Oltreoceano, per sottrarsi alla mortale presa della Gestapo. Uno dei punti di raccolta dei fuoriusciti è il Baalbek, un albergo di infima categoria, nei cui corridoi si susseguono le voci: è vero che i tedeschi stanno occupando anche il resto della Francia? e che la Deventer, una nave piena di profughi, è affondata? Fra gli ospiti di questo straordinario e fatale caravanserraglio c'è un giovane timido, innamorato contemporaneamente di due bellissime donne, Katja e Lily, innamorato della vita che ancora non conosce davvero. E lui, uno dei pochi sopravvissuti, a raccontare decenni più tardi di queste esistenze sull'orlo dell'abisso, a narrare le vicende di Jablonsky, di Sascha, di Jossip, del musicologo David Stern e della sua bionda moglie, della piccola Judith, cosi giovane e cosi seducente. È lui a rievocare, con grande immediatezza, un mondo che allora non riusciva ancora a immaginare con quale violenza e crudeltà sarebbe stato investito dalla storia.
Hazard e Fissile
di Raymond Queneau
editore: Einaudi
pagine: 64
Raymond Queneau fa parte del gruppo surrealista parigino dal 1924 al 1929. Tra le molte passioni che condivide con André Breton e i suoi amici, ci sono i romanzi di "Fantomas" e certo anche la magistrale versione cinematografica realizzata da Louis Feuillade. Queneau si appassionerà a tal punto all'eroe nero creato da Jean Souvestre e Marcel Allain da accarezzare il progetto di scriverne una biografia. Il libro non vedrà mai la luce, ma l'autore degli "Esercizi di stile" non resisterà alla tentazione di giocare, nel suo inimitabile modo, con gli ingredienti del feuilleton: ecco dunque "Hazard e Fissile", il primo esperimento narrativo di Raymond Queneau, ritrovato pochi anni fa tra le carte dello scrittore e finora inedito. Questo romanzo è un'esilarante parodia e una distorsione delle peripezie classiche del romanzo d'appendice: ci sono vilains dai nomi improbabili e dai modi bizzarri, ci sono donne nude e mascherate, pistole che scompaiono, eroi ed eroine senza macchia e senza cervello: e ci sono anche clown malinconici, omicidi, inseguimenti e agnizioni. E soprattutto c'è già tutto Raymond Queneau: gli esperimenti metaletterari, gli sberleffi al lettore, le visioni care all'immaginario surrealista, quasi provenissero dai dipinti di Delvaux o di Dali (diciassette piovre addomesticate!); e ancora, un colpo di scena ad ogni pagina, una sorpresa ad ogni paragrafo.
Il cimitero di pianoforti
di José Luís Peixoto
editore: Einaudi
pagine: 263
In questa cronaca familiare portoghese si alternano e sovrappongono le voci di un padre e di un figlio. Il primo, morto dopo una lunga malattia, ripercorre la propria esistenza, fatta di molte illusioni e molti fallimenti, e osserva, senza intervenire, il presente da cui ormai è escluso; il secondo rivive il passato e immagina il futuro mentre, ai Giochi olimpici di Stoccolma del 1912, partecipa alla maratona. Non avrà la gioia di conoscere il bambino che sua moglie sta per mettere al mondo: è destinato infatti a morire durante la corsa, stroncato da un'insolazione. Le parole di entrambi si mescolano nel ripercorrere un quadro atemporale e trascendente in cui l'esistenza si rivela mistero e solitudine. Al centro degli avvenimenti, la bottega di falegname di Francisco Lázaro che, tramandata di padre in figlio, nasconde una stanza tenuta sempre chiusa: è stipata di vecchi e malandati pianoforti, muti testimoni delle alterne vicissitudini della vita. Frammentario e solo apparentemente sconnesso, perché modellato sulla tortuosità del filo dei ricordi, lo stile virtuoso e musicale di Peixoto conduce il lettore nell'intimità più pudica e miserabile dei suoi personaggi, dove la tenerezza si scontra con la crudeltà, e la morte, nonostante tutto, concede spazio alla vita. Quella stanza chiusa, il cimitero dei pianoforti, è la metafora dell'esistenza, è quella zona d'ombra e di conforto in cui si recuperano gli stimoli necessari per andare avanti.