Libri di C. Spila
Palazzo Colonna Nel Settecento. Architettura E Potere Nella Roma Del Secolo Dei Lumi. Ediz. Illu...
di Spila Alessandro
editore: De luca
pagine: 480
Fra i piu` fastosi e antichi edifici di roma, nel corso del xviii secolo palazzo colonna fu oggetto di radicali ristrutturazio
Il Gattopardo di Luchino Visconti
di Piero Spila
editore: Gremese Editore
pagine: 136
Il perfezionismo e lo sfarzo della messinscena, l'idea dello spettacolo assoluto, un cast artistico di irripetibile livello, i
Il cinema di Bernardo Bertolucci
di Piero Spila
editore: New Books
pagine: 192
Gratificato da un enorme successo internazionale, il cinema di Bernardo Bertolucci è per molti aspetti inimitabile
«Aurora» di Friedrich Wilhelm Murnau
di Piero Spila
editore: Gremese Editore
pagine: 117
Sedotto da una misteriosa "Donna di città", un giovane contadino arriva a pensare di uccidere la moglie, simulando un naufragi
Pier Paolo Pasolini. I film: guida critica per nuovi spettatori
di Piero Spila
editore: Gremese Editore
pagine: 157
Un libro dedicato in particolare ai nuovi spettatori del cinema di Pier Paolo Pasolini, invitati a vedere o rivedere quei film al riparo dalle vicende personali e artistiche dell'autore e dal contesto spesso feroce in cui essi presero vita. Con Pasolini, voltare indietro lo sguardo significa provare una specie di vertigine, quella di specchiarsi in un tempo immoto, un infinito presente in cui tutto è cambiato e tutto sembra invece segnare il passo. A quarant'anni dal suo assassinio, Pasolini è sempre qui, e soprattutto il suo cinema rivela intatta la sua forza, capace ancora di suscitare emozione e sorpresa. Dalla prima inquadratura di "Accattone" (1960) fino all'ultimo fotogramma di "Salò" (1975), Pasolini ha raccontato la storia del nostro paese e insieme ha fatto la critica di quella storia. Per questo motivo il suo cinema non è moderno (almeno non nel senso di Rossellini o di Renoir), è invece contemporaneo, ovvero non legato al tempo in cui si iscrive, fuori norma e fuori misura. Curioso che la critica cinematografica, nella maggioranza dei casi, abbia spesso equivocato il senso profondo del suo lavoro, utilizzando parametri di giudizio tradizionali e quindi attardandosi sulla "fertile imperfezione" dei suoi film, e perdendo di vista (o sottovalutando) l'aspetto più anomalo, ibrido, spiazzante, di un cinema che, come ha detto Patty Smith, "è stato capace di raccontare sanguinando un tempo che sanguinava".