Libri di Francesco Roat
Nulla volere, sapere, avere. I sermoni di Meister Eckhart
di Francesco Roat
editore: Le Lettere
pagine: 200
I sermoni tedeschi sono testimonianza d'un intento: rinnovare il modo d'esser cristiani
Miti, miraggi e realtà del ritorno
di Francesco Roat
editore: Moretti & vitali
pagine: 204
Fare ritorno - nella propria città, dal lavoro, da un viaggio - sembra cosa realizzabile in modo abbastanza facile
Il cantore folle. Hölderlin e le Poesie della torre
di Francesco Roat
editore: Moretti & vitali
pagine: 170
Friedrich Holderlin (1770-1843), di cui qui si indaga l'opera, è unanimemente considerato grandissimo poeta. Permangono tuttavia giudizi contrastanti sui testi scritti nel suo tardo periodo creativo, segnato dalla schizofrenia. Ciò che comunque sorprende è la loro levità/felicità espressiva. Colpisce la sconcertante pacatezza delle strofe, quasi l'uomo lacerato dalla psicosi avesse davvero raggiunto la Vollkommenheit, la compiutezza cui fa cenno l'ultima splendida poesia del cantore folle.
Desiderare invano. Il mito di Faust in Goethe e altrove
di Francesco Roat
editore: Moretti & vitali
pagine: 144
La leggenda del patto tra Faust e il demonio può essere letta come un mito: ovvero come una narrazione primordiale, grazie alla quale interrogarci sulla natura dell'essere umano e finanche sulla sua essenza. È quanto fa Francesco Roat in "Desiderare invano", seguendo passo per passo la vicenda narrata da Goethe, ma senza dimenticare - in frequenti, vertiginosi excursus - le tante altre opere letterarie, teatrali o musicali ispirate alla figura dello studioso che sottoscrive il più celebre dei patti stipulati tra l'essere umano e il diavolo. E lucidissima, a questo proposito, la riflessione che l'autore mette in campo intorno alle forme del desiderio e ai suoi aspetti irrisolti e paradossali. Il desiderio di conoscere ogni cosa e di carpire tutti i misteri del mondo è un'ambizione che eccede l'umano e si traduce, come osserva Roat, "non già in un anelito sovrumano quanto disumano"! L'umanità sta da un'altra parte. Si rivela solo affrancandosi dalle illusioni. Ritenere di poter sfuggire all'esperienza della morte e del dolore è perversione, è tradimento, è corteggiare un precipizio. Solo la coscienza della profonda unità del cosmo - alla quale siamo chiamati nascendo - può placare l'angoscia della caducità e può consentirci di abbracciare una visione della vita che sposti l'accento sul morire come legge dell'esistenza; può indurci a prendere consapevolezza dell'impossibilità di ogni assoluto, di ogni eterno piacere. Può consentirci di abbracciare i chiaroscuri di una persistente umbratilità.
I giocattoli di Auschwitz
di Francesco Roat
editore: Lindau
pagine: 292
Il piccolo Ruben è un "giudeo cacasotto": così lo deridono i compagni di classe, fino a quando un giorno la scuola gli viene per sempre preclusa. Ma lui non ne fa un dramma. Meglio le lezioni private di clarinetto dal professor Nussbaum, uno che suonava con i Wiener Philarmoniker prima che lo cacciassero perché ebreo. Meglio gironzolare per le strade della città. Meglio starsene a casa, nonostante il clima in famiglia si faccia ogni giorno più cupo e agitato. Una notte, però, tutto precipita, arrivano i soldati e si possono raccogliere solo le cose più importanti, perché non c'è tempo, alla stazione c'è un treno che aspetta. Auschwitz ingoia gli ebrei, ma non Ruben. Il ragazzo viene salvato da un ufficiale delle SS, Klaus von Klausemberg, un raffinato melomane che si invaghisce del suo talento musicale. Il militare lo prende sotto la sua protezione, gli dà una certa libertà all'interno del lager, lo ospita nell'ospedale del campo. Ruben vive così una prigionia dorata e Klausemberg diventa per lui una specie di padre, protettivo e prodigo di consigli, oltre che un amico con cui suonare il prediletto Mozart. La tragica verità del lager affiorerà poco alla volta, insinuerà in Ruben prima dubbi e sospetti, poi inquietudini e orrori, in un crescendo di scoperte sconvolgenti, che, al momento della liberazione, si trasformeranno in un lutto assai difficile da elaborare. Solo due decenni più tardi, rivivendo attraverso un diario postumo la tragedia di Auschwitz, Ruben potrà scacciare i fantasmi.
Amor ch'a nullo amato
di Roat Francesco
editore: Manni
pagine: 176
L'autore di questo romanzo narra di sofferti triangoli amorosi e legami anomali, destinati a implodere in devastanti scelte es
Una donna sbagliata
di Roat Francesco
editore: Avagliano
pagine: 128
Ambientato a Trento durante il fascismo, negli anni che precedettero lo scoppio del secondo conflitto mondiale, il romanzo nar