Libri di Paolo Simoncelli
«Non credo neanch'io alla razza». Gentile e i colleghi ebrei
di Paolo Simoncelli
editore: Le Lettere
pagine: 238
I rapporti di stima e di amicizia tra Gentile e molti colleghi ebrei si intensificano dopo le leggi razziali. Il ricorso a Gentile per consiglio, per aiuto, non rimane vano. Gentile incontra Mussolini a palazzo Venezia la sera del 29 agosto 1938. Testimonierà di avergli detto ben chiaro di non credere alla razza. Procederà a protestare col duce e ad aiutare i colleghi ebrei; e non solo privatamente. Ripetute e pubbliche le sue prese di posizione antirazziali. L'ampia documentazione inedita raccolta, dagli epistolari agli atti d'ufficio presso i ministri dell'Educazione nazionale e della Cultura popolare, Bottai e Pavolini, dimostra la gamma varia ma costante di interventi a sostegno di intellettuali ebrei, noti e meno noti che vedono in Gentile il loro unico sostegno. Emerge per contro l'amara constatazione dell'opportunismo anche antisemita, il coro pubblico di non richiesto sostegno razzista di ben altri e insospettabili esponenti della cultura italiana, poi corsi nel dopoguerra a "cancellare le tracce" del loro vergognoso comportamento.
Fuoriuscitismo repubblicano fiorentino 1530-1554
di Paolo Simoncelli
editore: Franco Angeli
pagine: 384
Nel 1530 la fine politico-militare della Repubblica fiorentina determina la sanguinosa restaurazione medicea: per la prima vol
La normale di Pisa. Tensioni e consenso (1928-1938)
di Paolo Simoncelli
editore: Franco Angeli
pagine: 208
Il volume ricostruisce le vicende del primo decennio di vita della Scuola Normale di Pisa, fino alle leggi razziali del '38, muovendo dunque dalle sue origini moderne, dalla riorganizzazione fattane da Gentile con l'appoggio personale di Mussolini, per costituirla "semenzaio degli educatori per le classi dirigenti della nuova Italia". La Normale assurse allora ad emblema dello stretto rapporto che si volle tra sistema scolastico e vita nazionale; la sua rifondazione culturale e anche logistica poteva dunque non aversi "nel momento del totale rinnovamento fascista della vita nazionale". L'Appendice è dedicata agli anni 1944-49.
Il nostro Sic
editore: Rizzoli
pagine: 351
C'era una volta, tra la spiaggia con gli ombrelloni e la campagna dove si può imparare a guidare il trattore, un'officina piena di attrezzi e un pugno di bambini a cui piaceva andare forte con le minimoto. E tra questi ce n'era uno che voleva sapere il perché di tutte le cose, che amava il modo di correre di Eddie Lawson e Valentino Rossi e sognava di diventare un giorno come loro. E poi c'era un ragazzino che passava i pomeriggi a capire come funziona un motore, che la domenica cantava in macchina con babbo e mamma andando alle gare con la moto nel baule, che in trasferta all'estero si portava la piadina per le grigliate tutti insieme a fine gara e che cercava di far ubriacare le ragazze straniere su viale Ceccarini ma non sempre gli andava bene. E un giovane uomo che sulla moto ci stava un po' stretto ma che amava vincere. Non solo in pista ma anche a calcetto, a beach-volley, sugli sci, a biliardino, ovunque ci fosse della bagarre. E che aveva scelto una ragazza e quattro amici, sempre gli stessi, e cantava "Siamo solo noi" perché gli piaceva Vasco Rossi, ma anche "O surdato 'nnammurato e "Like A Rolling Stone". Un guerriero che con la squadra giusta sapeva fare miracoli e se c'era da prendersi a torte in faccia non si tirava mai indietro. Oltre duecento foto a colori, documenti di pista, memorabilia e scritti inediti. I primi giri in minimoto, le serate con gli amici, i rally: quattordici QR Code con video rari e divertenti. E un coro di trenta voci per raccontare Marco.