Libri di Renato Barilli
L'arte in presa diretta. Cronache dall'Unità 2000-2020
di Renato Barilli
editore: Postmedia Books
pagine: 144
Manierismo contro età moderna. Shakespeare, Cervantes, Molière, Racine
di Renato Barilli
editore: Marietti 1820
pagine: 176
La modernità di cui parlano i manuali scolastici è un periodo troppo esteso, non privo di fratture e di salti di qualità, tant
La letteratura italiana del primo Novecento
di Renato Barilli
editore: Ugo Mursia Editore
pagine: 268
In anni recenti l'autore ha pubblicato presso questo editore una serie di saggi dedicati a grandi narratori internazionali e n
Filosofi all'alba del contemporaneo. Kant, Schelling, Schopenhauer, Nietzsche
di Renato Barilli
editore: Marietti 1820
pagine: 128
I manuali parlano di un'età «contemporanea» che inizierebbe alla fine del Settecento con la Rivoluzione francese, ma in questo
Una mappa delle arti nell'epoca digitale. Per un nuovo Laocoonte
di Renato Barilli
editore: Marietti 1820
pagine: 93
La nascita del cinema e, alla fine degli anni Sessanta, del videoregistratore hanno segnato una svolta decisiva nel nostro mod
Il simbolismo nella letteratura europea dell'Ottocento tra prosa e poesia
di Renato Barilli
editore: Ugo Mursia Editore
pagine: 240
Il presente saggio, quarto di una serie rivolta a esaminare gli aspetti salienti della narrativa internazionale del primo Nove
I narratori della generazione di mezzo. Fitzgerald, Sartre, Camus, Gombrowicz, Moravia
di Renato Barilli
editore: Ugo Mursia Editore
pagine: 282
Anche questo saggio nasce come il precedente, La narrativa dei «capitani coraggiosi», che ha fatto seguito al capostipite della serie, La narrativa europea in età contemporanea, per il fatto che in quel primo studio non era potuto entrare un personaggio di grande statura quale Joseph Conrad. Infatti l'attivismo esasperato e l'essere per la morte degli eroi conradiani non trovavano posto nella sottile analisi del vissuto condotta da autori quali Joyce e Compagni. Però, a sua volta, in quella sequenza successiva non è entrato uno scrittore come Camus, il cui «straniero» sembra gettarsi pure lui a compiere un atto inconsulto, un omicidio immotivato, sostenendone poi stoicamente le conseguenze. Ma in questo caso non si tratta appunto di un eroe, bensì di un essere comune, mediocre, e così si dica per gli altri personaggi presentati dai narratori di questa famiglia. Sartre fa provare nausee e crisi di rigetto a un'esistenza media, quando si trova in presenza di oggetti banali. Il polacco Gombrowicz istruisce un'arguta caccia al tesoro andando a sorprendere certi sintomi di sapore freudiano che inquietano il comportamento di gente comune. Il nostro Moravia tratta i casi di personaggi della buona borghesia che però si dissociano dall'affarismo e dallo spirito di possesso dei loro simili. Infine lo statunitense Scott Fitzgerald, pure lui, mette in scena personaggi perplessi, esitanti, quasi degli «uomini senza qualità» alla maniera di Musil. Anche in questo caso, come nei saggi precedenti, vengono esaminati autori quasi coetanei, nati nel corso del primo decennio del Novecento, solo con qualche anticipo, per il più anziano Scott Fitzgerald, o qualche scavalcamento in avanti, se si pensa a Camus.
Informale, oggetto, comportamento
di Renato Barilli
editore: Feltrinelli
pagine: 238
L'opera, in due volumi, raccoglie scritti e interventi stesi da un critico militante lungo un ventennio. Se l'impegno diretto e a caldo ha imposto un'ottica di partecipazione ravvicinata, non ha tuttavia impedito di cogliere e di seguire via via alcune grandi linee nel loro svolgimento. Emerge così, come ipotesi primaria, il carattere esistenziale-fenomenico della ricerca nella seconda metà del Novecento, come risulta da movimenti quali l'informale storico e, successivamente, il cosiddetto informale "freddo" (Arte povera, Land Art, comportamento ecc.). Un carattere che dapprima viene indagato con gli strumenti culturali tipici degli anni '50, tra cui in primo luogo la fenomenologia husserliana filtrata da Merleau-Ponty, mentre poi può essere posto in congiunzione con le teorie di McLuhan, che decretano la fine della Galassia Gutenberg e l'avvento dell'era elettronica. Contro queste successive ondate di forme "aperte", secondo la formula di Wölfflin, non mancano di disegnarsi le fasi di segno opposto volte a riaffermare le esigenze del "chiuso", dell'ordine e dei valori iconici (la Pop e la Op Art, o in genere l'attenzione all'oggetto). Quindi, questo aspetto di ritorno al "formato" e al definito si allarga in un'ipotesi generale di rivisitazione sistematica dei dati accumulati in tutte le età precedenti. Questo secondo volume esamina i vari aspetti dell'informale "freddo" subentrati nei tardi anni '60 (Minimalismo, Arte povera, comportamento, "performances").
Informale, oggetto, comportamento
di Renato Barilli
editore: Feltrinelli
pagine: 293
L'opera, in due volumi, raccoglie scritti e interventi stesi da un critico militante lungo un ventennio. Se l'impegno diretto e a caldo ha imposto un'ottica di partecipazione ravvicinata, non ha tuttavia impedito di cogliere e di seguire via via alcune grandi linee nel loro svolgimento. Emerge così, come ipotesi primaria, il carattere esistenziale-fenomenico della ricerca nella seconda metà del Novecento, come risulta da movimenti quali l'informale storico e, successivamente, il cosiddetto informale "freddo" (Arte povera, Land Art, comportamento ecc.). Un carattere che dapprima viene indagato con gli strumenti culturali tipici degli anni '50, tra cui in primo luogo la fenomenologia husserliana filtrata da Merleau-Ponty, mentre poi può essere posto in congiunzione con le teorie di McLuhan, che decretano la fine della Galassia Gutenberg e l'avvento dell'era elettronica. Contro queste successive ondate di forme "aperte", secondo la formula di Wölfflin, non mancano di disegnarsi le fasi di segno opposto volte a riaffermare le esigenze del "chiuso", dell'ordine e dei valori iconici (la Pop e la Op Art, o in genere l'attenzione all'oggetto). Quindi, questo aspetto di ritorno al "formato" e al definito si allarga in un'ipotesi generale di rivisitazione sistematica dei dati accumulati in tutte le età precedenti. Questo primo volume riporta gli studi sui grandi protagonisti dell'informale e testimonia l'avvento delle ricerche oggettuali, dal New Dada al Nouveau Réalisme alla Pop Art.
La narrativa europea in età contemporanea. Cechov, Joyce, Proust, Woolf, Musil
di Renato Barilli
editore: Ugo Mursia Editore
pagine: 352
Un'indagine sulle molte vie, spesso sotterranee, che collegano tra loro i grandi protagonisti della narrativa europea in età contemporanea: il russo Cechov, gli inglesi Joyce e Woolf, il francese Proust e l'austriaco Musil. I manuali scolastici insistono sulla distinzione tra un'età moderna e un'età contemporanea e, in ambito narrativo, la prima trionfa nell'Ottocento ponendo in primo piano l'homo oeconomicus, immerso soprattutto nella lotta per l'esistenza, con lo scopo di procurarsi beni di fortuna, sotto il dominio di impulsi dettati da madre natura. Ma verso la fine di quel secolo scatta una dirompente rivoluzione scientifica che apre le porte alla nuova era contemporanea, per cui l'interesse va tutto a un homo epistemologicus che, grazie a filosofi come Bergson, psicologi come Freud, scienziati come Einstein, sperimenta una specie di esplosione dell'io. Per dirla con Pirandello, l'uomo scopre di essere "uno, nessuno e centomila". L'autore di queste pagine ha esordito studiando Pirandello, associato a Svevo, e ora estende l'indagine ad altri colossi di quella rivoluzione. Sono i grandi innovatori della narrativa contemporanea, rivolti a frugare nell'inconscio, a ricavarne minimi frammenti di vissuto, che saranno le epifanie di Joyce, o i fenomeni sul tipo della madeleine nel caso di Proust, o i granelli di sabbia che l'uomo senza qualità di Musil insinua nell'ingranaggio del potere austro-ungarico.
L'arte contemporanea. Da Cézanne alle ultime tendenze
di Renato Barilli
editore: Feltrinelli
Questa storia dell'arte contemporanea offre una sintesi peculiare: l'intento dell'opera non è quello di privilegiare le singole personalità, ma di risalire ogni volta al nocciolo dei problemi, non solo in riferimento alla vita interna dell'arte, ma anche in collegamento con altri aspetti della cultura del nostro tempo, articolata nel livello "alto" delle idee e in quello basso-materiale della tecnologia. Il cammino dell'arte contemporanea è visto, in sostanza, come la tensione dialettica tra due modelli, l'uno dei quali volto a raggiungere una sintonia tra la sensibilità dell'uomo e una tecnologia di specie meccanica, mentre l'altro modello si ispira all'avvento dell'elettronica, tratto caratterizzante del postmoderno.